giorgia meloni tajani salvini mantovano crosetto nordio piantedosi

L'UNICO COLLANTE CHE TIENE INSIEME LA MAGGIORANZA È LA BRAMA DI POTERE - TUTTI GLI SCAZZI INTERNI ALL'ESECUTIVO, A PARTIRE DALL'ODIO TRA SALVINI E TAJANI, CHE HA DEFINITO  IL SEGRETARIO DELLA LEGA UNO "SFASCIACARROZZE" E  UN "QUAQUARAQUÀ" - MA DOPO IL PASTICCIACCIO BRUTTO SUL CASO ALMASRI, È GELO ANCHE TRA IL MINISTRO DELL'INTERNO, MATTEO PIANTEDOSI, E QUELLO DELLA GIUSTIZIA, CARLO NORDIO - IL GUARDASIGILLI È MAL SOPPORTATO ANCHE DALL'EX COGNATINO D'ITALIA FRANCESCO LOLLOBRIGIDA - MANTOVANO CONTRO TUTTI: È IN PESSIMI RAPPORTI CON NORDIO E CROSETTO, IL QUALE A SUA VOLTA NON SOPPORTA ADOLFO URSO - GIULI-BORGONZONI, TAJANI-CIRIELLI, ABODI-FAZZOLARI: TUTTE LE TENSIONI "IN SONNO"

Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per "Domani"

 

VORTICE DI MAGGIORANZA - IL GIORNALONE - LA STAMPA

I ministri del governo Meloni vanno a braccetto verso il traguardo tanto ambito di diventare l’esecutivo più longevo della storia repubblicana.

 

Ma tra veleni e dissapori, la coabitazione è spesso forzata. E se non è odio personale, è forte incompatibilità di carattere e di visione, resa sopportabile solo dall’esercizio del potere.

 

[...] Ogni intoppo può generare dissapori al livello governativo, insomma. Un altro caso di cronaca, il rimpatrio del generale libico Almasri, ha lasciato strascichi a ogni livello. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dopo il pastrocchio del torturatore rispedito a Tripoli, non vede più di buon occhio il Guardasigilli, Carlo Nordio.

 

orazio schillaci 1

 

Il titolare del Viminale mastica amaro. Ritiene di aver eseguito le procedure, prendendo atto delle scelte assunte altrove, a via Arenula, dove detta legge Nordio in asse con la capa di gabinetto, Giusi Bartolozzi.

 

Anche il sottosegretario Alfredo Mantovano non ama i pastrocchi di Nordio, e già al tempo aveva sconsigliato la promozione della zarina da vice a capo di gabinetto, senza riuscire nell’intento.

 

Lui e Piantedosi ora sono coinvolti nel caso-Almasri: alla Camera è arrivata la richiesta di autorizzazione anche sul loro conto. Per la cronaca, il numero uno del Viminale ha all’attivo anche un battibecco in cdm con il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che gli aveva rinfacciato di non aver sciolto il comune di Bari per infiltrazioni mafiose. Non è solo l’attualità a incidere.

 

matteo piantedosi e carlo nordio foto lapresse

Ci sono “storie tese” che vanno avanti da tempo, come quella tra il ministro della Difesa, Guido Crosetto, e il solito Mantovano. Visioni e personalità opposte: irruente e loquace Crosetto, riflessivo e riservato il secondo.

 

Anche la formazione politica e culturale è diversa. E quindi si sono scontrati spesso sulle nomine più delicate. Nei mesi scorsi è avvenuto sull’indicazione del comandante generale dei carabinieri, alla fine l’ha spuntata Crosetto con il generale Salvatore Luongo.

 

In passato c’era stato un braccio di ferro durissimo sul comandante della guardia di finanza, dove ha prevalso Mantovano, con Andrea De Gennaro. Anche sugli apparati di intelligence è passata di nuovo la linea del sottosegretario. Il prossimo fronte caldo si aprirà sull’ampliamento, anticipato dal Messaggero, dei poteri del ministero della Difesa, che vuole mettere mano sul controllo sulla cybersecurity.

 

guido crosetto giorgia meloni matteo salvini

Crosetto non vanta buoni rapporti nemmeno con il ministro delle Imprese, Adolfo Urso. Non è un mistero che Urso puntasse alla guida della Difesa, ma si è scontrato con le perplessità del Quirinale per i vecchi rapporti con aziende iraniane. [...]

 

Una delle tante frizioni tra Crosetto e Urso si è registrata, a inizio anno, sulla cessione di Piaggio Aerospace ai turchi di BayKar.

 

Il ministro delle Imprese ha rivendicato l’operazione per salvare la società italiana, Crosetto con il suo inner circle ha sostenuto di aver giocato un ruolo decisivo. Urso non gradisce neanche l’attivismo mediatico del collega, che spesso assume posizioni poco ortodosse rispetto a quelle del governo.

 

ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

Il titolare della Difesa, da parte sua, fa spallucce: le critiche del numero uno del Mimit vengono derubricate a una sorta di forma di invidia.

 

Crosetto (come altri colleghi del cdm) sembrerebbe non gradire la gestione di alcuni dei dossier delicati che fanno capo a Urso, come il futuro dell’ex Ilva. La sensazione del co-fondatore di FdI è che la «propaganda» prevalga su Vice litigiosi Una delle più complicate coabitazioni nel governo Meloni si consuma direttamente negli uffici più importanti di Palazzo Chigi.

 

I due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, sono lo yin e lo yang della destra al potere. Gli scontri a distanza abbondano. Il segretario di Forza Italia ha – nemmeno tanto velatamente – dato del «quaquaraquà» e dello «sfasciacarrozze» al leghista. Proprio in una recente intervista al Corriere della Sera, Tajani ha ribadito: «Quello che usa Salvini non è il mio linguaggio», riferendosi alle politiche in materia di sicurezza. Salvini descrive i forzisti come proni ai desiderata europei.

GUIDO CROSETTO GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

 

Il Capitano ha preso di mira anche il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin: vuole intestare alla Lega il tema del nucleare, che invece spetta per delega al forzista.

 

Le tensioni non risparmiano neppure il ministro dello Sport, Andrea Abodi, e il sottosegretario alla presidenza, Giovanbattista Fazzolari. Il consigliere di Meloni non ha gradito la sconfitta sull’elezione del presidente del Coni: il ministro aveva puntato su Luca Pancalli poi sconfitto da Luciano Buonfiglio, candidato scelto dal presidente uscente, Giovanni Malagò. Fazzolari lo ha sottolineato con tono gelido davanti ai colleghi di Abodi.

 

giovanbattista fazzolari giorgia meloni - foto lapresse

Gelo ai ministeri Nelle sedi dei ministeri ci sono poi inquilini, ministri e sottosegretari, abbastanza litigiosi. Alla Cultura c’è una vasta letteratura sul gelo tra il ministro Alessandro Giuli e la sottosegretaria leghista, Lucia Borgonzoni. [...]

 

Anche nei palazzi della diplomazia c’è bisogno di moltissima diplomazia interna per non far esplodere guerre termonucleari tra ministri e vice.

 

Alla Farnesina non c’è mai stata intesa tra Tajani e il suo numero due, Edmondo Cirielli (FdI). Il segretario di FI non ha mai digerito l’iper-attivismo del meloniano sul Piano Mattei. La corsa alla Regione Campania ha poi peggiorato i rapporti: Cirielli è sceso in campo dal primo minuto, sfidando la candidatura di Fulvio Martusciello, uomo di fiducia di Tajani.

 

Lo scontro è andato avanti senza esclusioni di colpi, fino a che il forzista non si è chiamato fuori per le questioni giudiziarie. Le scorie non sono mai state smaltite. Infine, c’è il caso della mozione sulla crisi tra Armenia e Azerbaigian. Cirielli aveva modificato l’atto, inizialmente presentato dal senatore Ivan Scalfarotto (Italia viva), con una versione che non era piaciuta a Tajani. [...]

ALESSANDRO GIULI E LUCIA BORGONZONInicola porro - giovanbattista fazzolari - alessandro sallusti

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO