BANANADRAMA - I GIORNALISTI ARRIVATI DA OGNI PARTE DEL MONDO ASPETTANO LA FINE DEL CAV – LA TV COREANA: “È TUTTO MOLTO COMICO E DRAMMATICO”

Mattia Feltri per "La Stampa"

C' è un bel pubblico, anche in assenza dello spettacolo. Gironzola per il cortile secentesco e si produce nella didattica: «Papa Alessandro VII, sotto il cui pontificato si concluse l'edificazione della chiesa e del doppio ordine di arcate che domina la corte, voleva che questo spazio fosse come un palcoscenico». È tutto buono per tirare sera. E poi certo che è un palcoscenico, ma non hanno tolto il sipario: è dalle 14 che siamo qua per raccontare ciò che non si vede.

L'ingresso riservato ai senatori a Sant'Ivo alla Sapienza, a fianco di Palazzo Madama, è serrato da una barriera di plastica gialla - orrido intruso fosforescente fra la pietra secolare malamente occultato da un drappo purpureo. Ogni tanto da lì spunta qualcuno dei componenti la Giunta in pieno quarto d'ora di celebrità. Addosso in massa, coi nerboruti operatori con telecamera a spalla che si fanno giustizia a gomitate. «Chi è?», si leva il nostro grido disperato.

E chi li conosce? Impareremo ad associare un volto assiduo, oggi, alla persona del senatore a cinque stelle Maurizio Buccarella, prodigo di dettagli indecifrabili. È innanzitutto da lui che veniamo a sapere dell'andamento della seduta, altrimenti illustrato da voci incontrollabili che parlano del più carbonaro degli inciuci, oppure della rissa di quartiere, e tutte le ipotesi intermedie comprese. Si discute animatamente se siano prevalenti le relazioni o le pregiudiziali, e se relazioni e pregiudiziali si equivalgano per quantità. O qualcosa del genere.

Nel frattempo sono calati nel cortile, col fiuto del predatore, parlamentari come Pier Ferdinando Casini e Anna Maria Bernini. Quelli delle tv (che più tardi si disputeranno il grillino Mario Giarrusso come gli affamati un pezzo di pane) si fiondano sugli ospiti per riempire di qualcosa l'attesa infinita e sempre più sterile. Ci si siede ad osservare l'andirivieni, i turisti attratti dalla folla (e soddisfatti di fotografare la chiesa del Borromini) che chiedono che stia succedendo.

I curiosi che bivaccano e basta, per esempio un funzionario dell'Archivio di Stato che indossa una t-shirt lisa e sporca di pomodoro («e che ci posso fare? Non viene via...»), quasi ventennale («me l'ha regalata il mio barbiere nel '95») con sopra scritto «Berlusconi facci il miracolo: sparisci». Arrivano e ciondolano quelli della tv coreana (Kbs), in Italia da quindici giorni per raccontare il romanzo della nostra politica.

Arrivano, ciondolano e se ne vanno. Poi tornano. Se ne stanno in disparte a riprendere noialtri che scattiamo al minimo fruscio. Per esempio: uno pronuncia il nome del relatore, il pidiellino Andrea Augello. Un altro capisce che Augello medesimo sta arrivando alle transenne gialle, parte di potenza, tutti gli altri dietro, per riflesso, volatona, pigia pigia: e poi non c'è nessuno e ci si ritira mesti. Ecco, i coreani riprendono questo frenetico andirivieni. Yang Sung Dong, producer and director della suddetta emittente, siede sui gradini sotto il portico e dice: «Italian style».

Dice che in Corea (del Sud, naturalmente) sono molto interessati a quello che succede dalle nostre parti. Sanno tutti chi sia Silvio Berlusconi ed esattamente come qui sono divisi in due fazioni, chi lo vorrebbe in carcere e chi alla guida del Paese. Dice «drama and funny», ma più funny che drama, più comico che drammatico.

Da un certo punto in poi il problema di quest'armata dell'informazione - siamo anche in duecento nei momenti di calca - è di scoprire a che ora finirà la seduta. Ci sono problemi tecnici, messe in onda, pagine che chiudono. Ci si rassicura a vicenda con spifferate esclusive: «Alle 20,30 tre di loro - Schifani, la Pezzopane e Stefàno - sono attesi a Porta a Porta, quindi alle otto è finito tutto».

Ridiscende Giarrusso rivestito di autorevolezza: accerchiato offre i dettagli più oscuri. Una giornalista esce dal mucchio: «È inutile, non ci si capisce nulla». Altri, più sicuri di sé, osservano che è invece semplicissimo: dipende se si vota sugli allegati introduttivi... Arriva Yang Sung Dong, vuole che gli si spieghi a che punto siamo. Ma come si dice in inglese allegato introduttivo alle pregiudiziali della relazione?

 

SILVIO BERLUSCONI SANTIVO ALLA SAPIENZA SILVIO berlusconiSANTIVO ALLA SAPIENZA SANTIVO ALLA SAPIENZA

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?