claudio borghi

''UN GOVERNO DI CAMERIERI DI PARIGI, NOMI DA BAD COMPANY'' - IL LEGHISTA BORGHI: ''GUALTIERI È UNO ZERBINO DELLA FRANCIA. HO UN TRUCCO PER RICONOSCERE QUELLI COME LUI - QUANDO GOVERNAVA LA LEGA IL DEFICIT ERA UN PECCATO MORTALE, CI CHIAMAVANO PAZZI E IRRESPONSABILI. OGGI SCOPRIAMO CHE SERVE PIÙ DEFICIT - SONO PER L'USCITA DALL'EURO, MA SERVIVA UNA LARGA MAGGIORANZA CHE NON C'ERA - CONTE SI È ARRESO A BRUXELLES''

claudio borghi 1

 

Federico Novella per “la Verità

 

Onorevole Claudio Borghi, che ne pensa della lista dei sottosegretari nei ministeri economici? Laura Castelli confermata viceministro con Stefano Buffagni, e poi Antonio Misiani, Alessia Morani, Gian Paolo Manzella

«È chiaro a tutti che stiamo parlando di terze e quarte file. Questa è quella che in economia aziendale chiamano "bad company"».

Cioè?

«Sono condannati in partenza. Se le cose si metteranno male, saranno un perfetto capro espiatorio da consegnare alla storia. A staccare la spina sarà Matteo Renzi, che nel frattempo avrà preso tempo per riorganizzarsi. Ha sfruttato l' attaccamento alla sedia dei 5 stelle: alcuni prendevano 5.000 euro all' anno, un po' li capisco. Come potevano tornare al voto?».

Ci vorranno dei motivi validi per far saltare tutto anche stavolta.

«Qualcuno ricorda il motivo valido per cui Enrico Letta venne lanciato dalla finestra?».

 

Intanto il neoministro dell' Economia, Roberto Gualtieri, ha debuttato a Helsinki: dietro le luci dei riflettori, che aria pensa si respirasse?

«Gli avranno fatto una festicciola. Lui lo conosco bene: è ben integrato con quei soggetti. L' ho sempre considerato uno zerbino, uno dei più sdraiati. E gliel' ho anche detto in faccia».

Eppure è molto apprezzato in quegli ambienti.

claudio borghi 2

«Chiediamoci perché. L' Europa è una lotta di interessi. Le persone più apprezzate dall' establishment sono quelle che eseguono gli ordini senza lamentarsi. È sempre stato così, non è mica una novità».

 

È per questo che, con il Conte bis, i dirigenti europei sono diventati improvvisamente gentilissimi?

«Strano, vero? Quando governava la Lega il deficit era un peccato mortale, continuavano a suonare il solito ritornello del fardello del debito. Ci chiamavano pazzi e irresponsabili. Oggi improvvisamente scopriamo che forse serve più deficit. Ma va'?».

 

Come mai quando Paolo Gentiloni è stato nominato commissario europeo, ha fatto i complimenti a Emmanuel Macron?

«Non ho mai visto Gentiloni andare contro gli interessi della Francia. È stato lui a regalare il nostro mare a Parigi, firmando l' accordo di Caen. È sotto il suo governo che abbiamo rischiato di regalare a Macron l' industria della Difesa. Tanto vale chiamarlo direttamente Gentilonì. Assistiamo a una replica della questione Gozi, ricordate?».

Sta insinuando che esiste una rete di personaggi politici al soldo di Parigi? Ci vada piano con le parole, e tiri fuori le prove.

GIANCARLO GIORGETTI E CLAUDIO BORGHI

«Qualcuno viene comprato, qualcun altro si offre spontaneamente. Ho un sistema semplice per tracciare gli italiani al servizio della Francia: andate a vedere la lista dei politici che hanno ricevuto la Legion d' Onore francese».

 

Vediamo: Massimo D' Alema, Piero Fassino, Dario Franceschini, Enrico Letta, Walter Veltroni, l' ex ministro della Difesa, Roberta Pinotti

«Tutti del Pd. Sarà un caso? È proprio il comparto della Difesa quello che mi preoccupa di più. I francesi torneranno all' attacco».

 

Ma allora perché parlate di un Gentiloni depotenziato, visto che dovrà condividere le responsabilità con il commissario Valdis Dombrovskis?

«Perché in Europa si fidano di Gentiloni, ma fino a un certo punto. È chiaro che se ti appoggi a uno che ha la tendenza a tradire, ti devi comunque tutelare. Allora prendono un altro personaggio, lettone, totalmente fedele, e lo mettono a controllare tutto dall' alto. Chiaro, no?».

CLAUDIO BORGHI CON UN MINIBOT A UN GIORNO DA PECORA

 

Vedremo se il governo attuale riuscirà a imporsi. Quello precedente non sembra esserci riuscito.

«Il punto è che la forza di imporsi non c' entra. Il grave arbitrio a cui stiamo assistendo è che la capacità di spesa concessa a un governo dipende dal partito che lo rappresenta. Come se le regole europee si applicassero solo ai nemici, e si interpretassero per gli amici. Quindi, in buona sostanza, il cambio di governo in Italia è il risultato di una grande manovra politica a livello europeo che aveva come unico scopo quello di far fuori i sovranisti. Ci avevano provato già nell' estate 2018 usando lo spread, esattamente come erano riusciti a fare con Silvio Berlusconi».

 

CLAUDIO BORGHI CON UN FACSIMILE DI UN MINI BOT

Anche lei parla di mercati manovrati? E chi sarebbe il manovratore?

«Sono gli stessi che in questi giorni nei palazzi europei si danno le pacche sulle spalle a vicenda. Più che di manovratori, è una questione di clima negativo: con il governo gialloblù, ogni giorno partiva una minaccia di sanzione, una dichiarazione roboante contro Palazzo Chigi. Così facendo, alimentavano il panico, innalzavano la tensione, provocando la risposta negativa del mercato.

Insomma, lo spread è un' arma di ricatto, uno strumento di pressione politica».

 

C' entra anche la Bce?

CLAUDIO BORGHI E ANTONIO MARIA RINALDI

«Diciamo che - casualmente - quando eravamo al governo era venuta meno la rete di protezione di Mario Draghi. Che poi è il vero elemento che condiziona i mercati: dire che lo spread sale per colpa di Matteo Salvini è una bufalissima».

 

Qualcuno parlava di uscire dall' euro, dalle vostre parti.

Questo certamente non aiutava a tranquillizzare gli ambienti finanziari.

«Ma anche quello era uno spauracchio: nel contratto di governo l' uscita dall' euro non c' è mai stata. Eppure i burocrati, Draghi compreso, non parlavano d' altro. Volevano deliberatamente creare allarme intorno al governo italiano».

Però lei, in cuor suo, l' euro lo mollerebbe.

MARCO ZANNI MATTEO SALVINI CLAUDIO BORGHI

«Certo, l' ho sempre detto. Sono convinto che finché l' Italia non avrà sovranità monetaria saremo un paese schiavo. Ma ho sempre aggiunto che l' euro va archiviato con un accordo più ampio possibile, che al momento è fuori dall' orizzonte. Le decisioni unilaterali non funzionano, e la Brexit lo dimostra. Comunque prima o poi tutti realizzeranno che quello dell' euro è un sistema sbagliato: anzi, forse la Germania sarà la prima ad ammetterlo».

 

Anche la sua proposta avventurosa dei minibot è stata strumentalizzata?

«Erano crediti di imposta per pochi miliardi, e la considero ancora un' ottima idea. Basta davvero una proposta del genere a scatenare il panico? Ma dai...».

Gualtieri dice che voi eravate per i minibot, loro per gli asili.

(Ride) «Andiamo bene. E quando mai siamo stati contro gli asili?».

Dice anche che dobbiamo salutare definitivamente la flat tax: «Ingiusta e incostituzionale».

claudio borghi

«Invece era giustissima. Eravamo pronti a realizzarla, ovviamente per gradi. Sarebbe stato un buon inizio. Dietro queste parole lapidarie intravedo il solito spirito socialista.

Anche il fatto che compaia Cecilia Guerra di Leu tra i sottosegretari mi fa capire dove finiremo: quelli sono tassatori allo stato puro».

 

A proposito: la proposta di Confindustria di tassare i contanti è un segnale preoccupante?

«Molto. È certificato che limitare il contante non abbassa l' evasione. È come se per contrastare gli omicidi io limitassi i rumori molesti. Il problema del contante, inoltre, attiene alla libertà personale. Io ho sempre fatto il lavoratore dipendente, sono totalmente schedato nei movimenti: vorrei continuare a comprare legalmente qualcosa, ogni tanto, senza che il mondo lo sappia».

ROBERTO GUALTIERI

 

Esiste un rischio patrimoniale, semmai le cose dovessero virare al brutto?

«Purtroppo chi pensa alle patrimoniali non lo fa davvero per esigenze di cassa, ma per un istinto di punizione sociale contro la ricchezza che è ancora presente.

Fateci caso: a ogni patrimoniale il più colpito è il ceto medio, non certo i grandi possidenti».

 

Qual è stato il vero motivo per cui Salvini, a un certo punto, ad agosto, ha deciso di staccare la spina al governo gialloblù?

«I motivi sono tanti, anche economici. Non potevamo accettare che Giuseppe Conte e il ministro Giovanni Tria avessero già venduto la manovra ai palazzi europei senza consultarci».

 

laura castelli claudio borghi

In che senso?

«Lo scambio di lettere tra Roma e Bruxelles dei mesi scorsi dimostra che Conte stava apparecchiando una finanziaria tesa a ridurre il deficit strutturale all' 1,6%. Noi chiedevamo molto di più, per rispettare le promesse. Conservando lo spirito di inizio legislatura, la battaglia l' avremmo vinta: ma Conte ha innestato la retromarcia, e si è arreso a Bruxelles. Ha preferito farsi ammaliare dal potere piuttosto che continuare a fare la parte del rivoluzionario».

 

Ora che abbiamo un nuovo governo, si dimetterà dalla presidenza della commissione Bilancio della Camera?

claudio borghi giovane trader

«Ma neanche per idea. Un conto è il governo, un altro il Parlamento. Continuerò a lavorare con imparzialità, come mi è stato sempre riconosciuto».

goofy 7 alberto bagnai claudio borghiRoberto Gualtieri, Pierre Moscovici, Udo Bullmannclaudio borghi euroclaudio borghi liramatteo salvini claudio borghilaura castelli claudio durigonclaudio borghi giovane trader

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”