
IL GOVERNO RENZI-VERDINI AVANZA SULL’ALA - A COSENZA PRIMO COMIZIO DI DENIS A SOSTEGNO DI UN CANDIDATO PD - VERDINI NON SI NASCONDE: “STIAMO CON RENZI? CERTO, E QUINDI STIAMO COL PD ANCHE PER ANDARE AL VOTO IN ALCUNI COMUNI IMPORTANTI”
Conchita Sannino per “la Repubblica”
«Sì, è vero. Non sto più dietro le quinte, come ho fatto per venti anni. Faccio un altro lavoro, ma dopo la travagliata scelta di lasciare Berlusconi, il resto è tutto semplice. Ho intrapreso la strada delle riforme e vado fino in fondo. Quindi mi tocca anche fare comizi. Senza timori, senza infingimenti. Stiamo con Renzi? Certo, e quindi stiamo col Pd anche per andare al voto in alcuni comuni importanti».
Denis Verdini debutta, accanto al candidato sindaco Pd Carlo Guccione a Cosenza. E' il suo nuovo italian job. La seconda vita del senatore- banchiere, oggi leader di Ala.
Cioè: stringere nell' abbraccio fatale alcuni aspiranti primi cittadini democrat.
Portare acqua persino alla corrente dei Giovani turchi - cui appartiene Guccione, cosi' come la candidata Valeria Valente a Napoli, dove Denis arriverà sabato - se fa comodo al premier e alla loro comune battaglia per il sì al referendum costituzionale d' autunno.
«Noi siamo coerenti - spiega Verdini -Certamente più coerenti di Ncd, che in una città ha fatto la scelta di stare a destra, in altre è rimasto con Renzi. Ma io non biasimo nessuno, neanche chi mi attacca. Le parole contano poco e intorno a noi e' tutto cambiato. La politica moderna è questa.
C' è una leadership che si conquista sul campo il suo consenso, c' è una leadership chiamata a fare le cose. Per me, questo è un processo del tutto naturale: noi abbiamo scritto le riforme insieme con questa maggioranza. Sono quelle che avremmo voluto e dovuto fare noi».
Così mentre a Roma i suoi esponenti di Ala votano in puntuale sintonia con i renziani, dal profondo sud della Calabria promiscua, e di un Pd che a Cosenza appare particolarmente diviso, Verdini battezza il breve tour di sostegno con la lista targata "Oltre i colori". Compagini su cui, dicono i maligni, i renziani avrebbero chiesto particolare vigilanza.
Colpisce quel gruppo di uomini in giacche sartoriali: Guccione, con la sua stazza di vecchia sinistra militante, e' l' unico Pd in mezzo a Verdini, al capo corrente del centrodestra Morrone, padre e figlio della nota holding delle cliniche, e a Giacomo Mancini jr, l' erede della dinastia politica socialista che si riprese il comune negli anni Novanta grazie ai missini.
Ala chiederà un primo conto, all' esito delle amministrative, ed entrera' in maggioranza? Verdini alza le mani. «Noi abbiamo deciso di scendere in campo in alcuni comuni per vedere se funziona questa cosa e per dare una mano al programma delle riforme, non è che vogliamo sederci intorno al tavolo. Non abbiamo stretto nessun patto. Ovvio, se noi con il nostro voto al Senato diamo più solidità al governo, non è scorretto dire che siamo in maggioranza. Ma diciamo che sul piano politico è improprio».
Cosenza è stata sciolta anche per presunte dinamiche di opacità e "malaffare", ricorda oggi Guccione. E l' imbarazzo di farsi sostenere da un pluri-indagato come Verdini? Cinque processi in tutto e una fresca condanna (a due anni di carcere, per concorso in corruzione, ma è il primo grado e si prescriverà a stretto giro).
Il senatore replica: «Da tempo chiedo un confronto pubblico per discutere di ciò che è nelle carte giudiziarie che mi riguardano, e nessuno mi risponde. Ci sono molte anomalie. Io sono accusato di bancarotta, ma se qualcuno riesce a provare che ho preso solo un euro per me, o che ho fatto perdere un euro a un cittadino, mi dimetto.
Percio' non dico mai che ho fiducia nei magistrati. Perche' ho fiducia solo nei fatti, i magistrati sono uomini e donne come noi, possono sbagliare. Non credo nel divino, figuriamoci nell' umano. Apposta mio figlio l' ho chiamato Tommaso: perche' magari ricordasse che prima di credere, meglio ci batta il naso».
A fine serata, cena con (relativa)sorpresa: Luca Lotti era casualmente a Reggio, per un impegno sulla legalità, una corsa a Cosenza per sedere a tavola con Denis e i segretari locali del Pd.