1. ABBIAMO UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CHE SI SCAPICOLLA NELLA CASA DI CAMPAGNA DEL PRESIDENTE DELLA BCE MARIO DRAGHI, IN VACANZA IN UMBRIA, PER FARSI RICEVERE. HA PORTATO ANCHE I PASTICCINI PER IL TÈ? HA PORTATO SOLO I COMPITI A CASA? 2. DI SICURO, DALLA FORMA DELLA VISITA IL PRESTIGIO DELLA REPUBBLICA ITALIANA NON ESCE RAFFORZATO. PERÒ VA ANCHE RICONOSCIUTO CHE QUESTO DOPPIO VERTICE CON DRAGHI E NAPOLITANO RAPPRESENTA PER RENZIE LO SPACCONE UN UTILE BAGNO DI UMILTÀ 3. NON È COSA DI TUTTI I GIORNI, PER UN PREMIER CAZZARO COME LUI CHE AVEVA RISPOSTO CON UN POCO GARBATO “DECIDIAMO NOI” ALLE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA BCE. FORSE IL DOPPIO INCONTRO DESCRIVE BENE IL FATTO CHE SIAMO ENTRATI IN UNA NUOVA FASE POLITICA: QUELLA IN CUI DALLE CHIACCHIERE BISOGNA URGENTEMENTE PASSARE AI FATTI 4. “IL SOLE 24 ORE” NOTA CHE QUANDO, MARTEDÌ SERA, IL PREMIER HA PARLATO IN TV DI “SITUAZIONE DRAMMATICA” VENIVA DAL COLLOQUIO CON DRAGHI. COME DIRE: QUALCUNO GLI HA APERTO GLI OCCHI (NON BASTA POLEMIZZARE CON I “GUFI” PER RISOLVERE I PROBLEMI)

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. AVVISI AI NAVIGATI

MILLENNIUM RAI3 MATTEO RENZIMILLENNIUM RAI3 MATTEO RENZI

Una lunga cena di lavoro a Castelporziano, nella tenuta presidenziale, per spiegare la sua agenda economica a Re Giorgio. E il giorno prima, una visita a Mario Draghi per chiarirsi e prendere impegni, in un faccia a faccia probabilmente consigliato dallo stesso Napolitano.

 

Oggi i giornaloni si affannano a spiegarci che l’incontro con il presidente della Bce doveva restare segreto, ma Renzie non ha avuto problemi a confermarlo e a far sapere che è servito a dissipare ogni possibile incomprensione, dopo che il premier aveva risposto con un poco garbato “Decidiamo noi” alle parole di Draghi. Del resto, la scelta di recarsi in elicottero a Città della Pieve, dove ha casa il capo della Bce, non era tra le più discrete.

Giorgio  Napolitano Giorgio Napolitano

 

Quello che colpisce di più dell’incontro tra Renzie e Drago Draghi è la forma. Non un incontro a Francoforte. Non una colazione a Palazzo Chigi o a Villa Madama. Non un colloquio riservato a margine di qualche occasione pubblica, come un convegno. Nulla di tutta questo.

 

Abbiamo un presidente del Consiglio che accorre nella casa di campagna del presidente della Bce, in vacanza in Italia, per farsi ricevere. Ha portato anche i pasticcini per il tè? Ha portato solo i compiti a casa? Di sicuro, dalla forma della visita il prestigio della Repubblica italiana non esce rafforzato. Però va anche riconosciuto che questo doppio vertice con Draghi e Napolitano rappresenta per Renzie lo spaccone un utile bagno di umiltà. Non è cosa di tutti i giorni, per uno come lui. Forse descrive bene il fatto che siamo entrati in una nuova fase politica: quella in cui dalle chiacchiere bisogna urgentemente passare ai fatti.

la tenuta presidenziale  di castelporzianola tenuta presidenziale di castelporziano

 

 

2. UN GOVERNO SOTTO TUTELA?

Il Corriere titola in prima: “La spinta di Draghi e Napolitano” e rende bene lo stato dell’arte. Dentro, il resoconto della cena da Re Giorgio: “L’agenda per l’economia sotto esame. Tre ore di incontro a Castelporziano. Dai conti pubblici al lavoro, le misure necessarie per il rilancio. In primo piano anche i tagli della spending review. Il premier al Ft: porte spalancate agli investitori esteri” (p. 3).

 

Intanto i dati in arrivo sono sempre negativi: “Debito, nuovo record. Pesano i pagamenti arretrati alle imprese” (p. 4). Repubblica sostiene che dal Colle è arrivato anche uno stop, condiviso da Renzie, a qualsiasi ipotesi di soccorso azzurro sull’economia (pp. 2-3). Insomma, con il Cavaliere si possono fare solo le riforme costituzionali.

mario draghi 1mario draghi 1

 

Che cosa si sono detti invece Draghi e Renzi è ricostruito in vario modo. Per il Corriere, “Il suggerimento del presidente Bce: un segnale chiaro già a settembre. Il confronto con il premier: riforme condivise e avanti con i tagli alla spesa. La revisione della normativa sui licenziamenti insieme alla riforma delle pensioni fu chiesta all’Italia nel 2011 con la famosa lettera della Bce” (p. 5).

 

Raffaele Bonanni Raffaele Bonanni

Repubblica punta di più sulle richieste di Renzie: “Il premier e il banchiere. L’incontro della pace. ‘Più tempo sul deficit’. Due ore e mezzo per studiare un patto sulle riforme” (p. 4). La Stampa sottolinea che Pittibimbo ha preso degli impegni: “Il premier rassicura Francoforte. ‘Avanti spediti con le riforme’. Ma nel colloquio entrano anche le difficoltà di rispettare i vincoli del Fiscal Compact” (p. 3). Il Sole 24 Ore, con Guido Gentili, fa notare che quando, martedì sera, il premier ha parlato in tv di “situazione drammatica” veniva da due ore di colloquio con Draghi (p. 3). Come dire: qualcuno gli ha aperto gli occhi.

 

 

3. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

Pietro IchinoPietro Ichino

E in parallelo alle richieste europee di riforme si muove il dibattito italiano sull’articolo 18. “Taglio di tre anni per i nuovi assunti. Primo passo per cambiare l’articolo 18. La mediazione sulla legge delega. Ma resta la tensione nella maggioranza” (Corriere, p. 6). “Articolo 18, scontro tra sinistra Pd e Ncd. Orfini: va conservato ma è giusto rivedere lo statuto. Bersani: ok a tutele crescenti”. Mentre Pietro Ichino, oggi parlamentare di Sciolta Civica, ricorda che “la riscrittura dello Statuto dei lavoratori è stata sostenuta dal premier sin dalle primarie del 2012” (Repubblica, p. 9).

silvio berlusconi forza italiasilvio berlusconi forza italia

 

Sulla Stampa, spazio alle interviste, con Bonanni che apre al dialogo purché le regole vengano riscritte con il sindacato, mentre Saccon Sacconi (Ncd) sostiene che Renzi e il suo partito vanno nella stessa direzione, ma il premier è più avanti del Pd (p. 5). Il chiacchiericcio è partito, vediamo che fatti produrrà.

 

 

4. L’ABBRACCIO DEL CAINANO

Le difficoltà di Renzie non frenano comunque i progetti espansionistici di Forza Italia, come racconta oggi il Messaggero: “Fi si ricompatta sulla ‘responsabilità’. Berlusconi ribadisce la linea della collaborazione con Renzi. ‘Una buona cosa che si sia parlato con Draghi, crisi grave’. Prove di larghe intese sul territorio in vista delle provinciali: nelle liste territoriali potrebbero confluire forzisti e democrat”.

FRANCESCA PASCALE PRIMA E DOPO IL RESTYLING jpegFRANCESCA PASCALE PRIMA E DOPO IL RESTYLING jpeg

 

Poi, sul fronte dei rapporti con la Pascale, si scopre che “Silvio dedica la giornata a dare il bentornato alla fidanzata dalla Sardegna con 101 rose bianche” (p. 9). Fa sempre le cose in grande, Papi Silvio.

 

Sul Giornale, si dettano già le prime condizioni: “Il Cav: premier più deciso o si rischia una manovra bis. Berlusconi pronto a collaborare sull’economia purchè si taglino spesa e tasse: basta temporeggiare, tre governi non eletti hanno peggiorato gli indicatori” (Giornale, p. 6). Vuoi mettere la soddisfazione di peggiorare gli indicatori da governo eletto?

EXPO GATE MILANOEXPO GATE MILANO

 

5. EXPO DEI DOLORI

Posta sgradita da Bruxelles per l’Italia, e questa volta riguarda l’Expo2015. Lo rivela oggi il Cetriolo Quotidiano: “La Ue scrive a Renzi: ‘Expo, tutto a posto? No, enormi ritardi’. Il premier: ‘Rispetteremo i tempi, faremo il No Gufi Day, ma arriva una lettera sul padiglione europeo: ‘A giugno dicevate di essere in tempo, ora sono guai’. Gli Emirati Arabi e molti altri paesi stanno diminuendo il loro impegno, la Germania s’è dovuta organizzare da sola per l’elettricità” (p. 3). Altre belle figurette in arrivo? Chissà se davvero basta polemizzare con i “gufi” per risolvere i problemi.

MARCO PATUANOMARCO PATUANO

 

6. TELECOM-MEDIA DO BRASIL

Ieri c’è stato l’atteso incontro parigino tra il duo Patuano-Nagel e i vertici di Vivendi, nel quale i capi di Telecom Italia e di Mediobanca hanno anticipato i termini dell’offerta che presenteranno per battere la proposta di Telefonica sulla brasiliana Gvt.

Per il Corriere, le cose per Telecom si mettono bene: “Vivendi più vicina a Telecom Italia” (p. 26). Repubblica racconta: “Telecom a Vivendi: ‘Prendiamo noi Gvt, questa è l’offerta’. Patuano e Nagel volano a Parigi da Bollorè per bloccare il blitz di Telefonica in Brasile”. “L’asse Roma-Parigi minaccia gli spagnoli. I francesi sono tentati dal patto industriale con Telecom, ma ora l’offerta dovrà convincere il cda” (p. 24).

 

Alberto Nagel article Alberto Nagel article

Ottimista anche la Stampa: “Telecom-Vivendi, verso l’intesa in Italia e Brasile. I francesi conferiranno Gvt a Tim Brasil e diventeranno soci del gruppo italiano con oltre il 20%. Il 25 agosto il Cda dell’ex monopolista. Il 28 la decisione finale di Parigi. La partita resta aperta: da Telefonica possibile una controfferta o azioni di disturbo” (p. 23). Sotto, si ricorda che Bollorè guarda anche a Mediaset ed è pronto ad entrare nella pay tv di Premium.

9 vincent bollore1 lap9 vincent bollore1 lap

 

Il Sole 24 Ore racconta anche l’altro fronte: “Alierta prepara l’addio all’Italia e studia il rilancio sull’offerta Gvt. Dopo le mosse sul Brasile, la permanenza in Italia viene definita “incompatibile’. Il gruppo spagnolo starebbe studiando l’ipotesi di disimpegno in Italia anche incrementando l’importo del convertendo” (p. 1 dorso Finanza & Mercati). Certo, dopo quello che è successo, difficile per Telecom tenersi la “serpe in seno” Alierta. Se ne rende conto pure lui.   

Cesar AliertaCesar Alierta

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?