vertice italia africa giorgia meloni ursula von der leyen sergio mattarella

IL VERTICE ITALIA-AFRICA È L’ENNESIMA ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA – IL PIANO MATTEI È ANCORA UN FOGLIO BIANCO, E OGGI DAVANTI AI LEADER DEL CONTINENTE NERO GIORGIA MELONI ANNUNCERÀ SOLTANTO ALCUNI PROGETTI CON I “PAESI-PILOTA” – NON A CASO, DUE BIG COME EGITTO E ALGERIA SONO RIMASTI FREDDINI E HANNO SPEDITO DELEGAZIONI DI SERIE B – LA PRESENZA DI URSULA VON DER LEYEN E IL DIETROFRONT: QUANDO ERA ALL’OPPOSIZIONE, LA DUCETTA PROPONEVA IL BLOCCO NAVALE, PER “SEPARARSI” DALL’AFRICA…

1. MELONI ACCOGLIE I LEADER AFRICANI MA IL PIANO MATTEI NON DECOLLA

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

GIORGIA MELONI E IL NERO DI WHATSAPP - MEME

Di fronte alle delegazioni riunite oggi a Palazzo Madama per la Conferenza Italia-Africa, Giorgia Meloni non riuscirà ad andare molto oltre gli slogan. Annuncerà, certo, alcuni progetti con “Paesi-pilota” sul fronte infrastrutturale e della formazione. Per riuscire davvero a riempire di fatti l’ambizione del Piano Mattei, però, la premier avrebbe bisogno di alleati e sponde solide. Servirebbe il sostegno politico dell’Ue e di Washington. Quello che, a causa delle scadenze elettorali imminenti e di interessi geopolitici divergenti, al momento non si intravede.

 

giorgia meloni . sergio mattarella vertice italia africa

Una difficoltà a cui si aggiungere la freddezza di alcuni partner africani strategici, in particolare Egitto e Algeria, come dimostra il livello delle delegazioni spedite a Roma. È il tempo dei buoni propositi, a Palazzo Chigi. E della preparazione della campagna elettorale per le Europee.

 

Meloni ha deciso di mettere al centro del 2024 il dossier africano. La prima ragione è cercare di invertire il trend assai negativo sugli sbarchi: per sua ammissione, il fallimento peggiore dell’esperienza a Palazzo Chigi. Non potendo più affidarsi alle promesse di blocchi navali, insegue soluzioni per contenere i flussi. La seconda ragione è più prosaica: si è appena aperta la Presidenza italiana del G7 e Meloni immagina il summit anche come una passerella che le garantisca consenso.

 

giorgia meloni ursula von der leyen sergio mattarella vertice italia africa

[…] A Palazzo Madama, Meloni lancerà la volata per il Piano Mattei, un progetto che sulla carta dovrebbe impegnare l’Italia per quattro miliardi in 5-7 anni. Che prevede il coinvolgimento delle partecipate di Stato — da Eni a Enel — negli investimenti sul suolo africano. Che si propone di arruolare anche Cdp, banche private e università nella cooperazione. E che spera di creare le condizioni per aprire hotspot per migranti lungo le coste del Maghreb, sotto l’egida dell’Europa.

 

Progetto ambizioso e lontano dal realizzarsi, si diceva. Egitto e Algeria hanno concesso delegazioni di medio o basso livello (la ministra per la Cooperazione il Cairo, il ministro degli Esteri l’Algeria). Certo, sono presenti 21 tra presidenti e primi ministri africani. Dopo alcuni dubbi, dovrebbe esserci il primo ministro del governo di Unità nazionale della Libia, Abdel Hamid Dbeiba e, soprattutto, il tunisino Saied, che non usciva da tempo dal Paese.

 

vertice italia africa

Quest’ultimo rischia di essere uno dei protagonisti della giornata: è in affanno, gli mancano 3 miliardi per chiudere il bilancio, finora ha ricevuto solo 150 milioni dall’Europa. Insegue i 900 milioni del Fmi, che restano congelati per l’assenza di riforme. Senza sostegno, Tunisi potrebbe procurare altri problemi migratori all’Italia e all’Europa, anche se Meloni dice alTg1 che l’accordo con Saied va replicato con altri Paesi.

 

KING ONG - MEME DI EMILIANO CARLI

Alla Conferenza ci sarà Ursula von der Leyen. Da tempo gioca di sponda con Meloni, cercando la riconferma alla guida della Commissione. […] Ma è evidente che Meloni capirà se è possibile arruolare davvero Bruxelles nella sfida del Piano Mattei dopo le europee, in base ai nuovi equilibri dell’Unione. […]

 

2. QUEL PIANO MATTEI CHE NON ARRIVA MAI

Estratto dell’articolo di Alessandro De Angelis per "la Stampa"

 

Più volte annunciato […] e dato come imminente, il famoso "piano Mattei" è stato il vero "Godot" del governo. Lost in "cabina": perso nell'ennesima cabina di regia, pletorica quanto basta, piuttosto generica negli obiettivi, con pochi denari da spendere. Di concreto, al momento, ci sono solo gli accordi siglati dall'Eni, l'anno scorso di questi tempi, in Algeria e Libia, entrambi utili all'Italia soprattutto sul gas.

 

GIORGIA MELONI CIRCONDATA DAI LEADER DEL CORNO D AFRICA AL VERTICE FAO

E proprio il fantasioso e costosissimo accordo con l'Albania di questo ritardo ha rappresentato l'icastica conferma: invece di mettere le basi, in Italia e soprattutto in Europa con un certo vigore, per un approccio "strutturale" al tema Africa, Giorgia Meloni, con un occhio al numero degli arrivi e uno alle elezioni, ha puntato sulla logica squisitamente emergenziale con il ricorso a un paese terzo modello Rwanda. Che, come noto, non funziona neppure in termini di deterrenza.

 

Al di là del fatto che Godot non si appaleserà, in termini di progetti concreti, nemmeno oggi nel corso dell'imponente Conferenza Italia-Africa che si svolgerà a palazzo Madama, l'appuntamento tuttavia è cruciale per capire se siamo davvero di fronte a un vero cambio di paradigma politico.

 

SUMMIT ITALIA AFRICA AL QUIRINALE

Giorgia Meloni che riunisce a Roma i capi di Stato e di governo dell'Unione Africana, i vertici europei e i rappresentanti di svariate sigle internazionali (dalla Banca Mondiale all'Onu) è la stessa che, alla guida di un partito euro-scettico, proponeva, nel suo programma elettorale, una "separazione" dall'Africa. Separazione, da realizzare attraverso il "blocco navale", rispetto a un continente percepito come una minaccia, con annesso pregiudizio verso i musulmani.

 

Per quanto sia tutto in fieri, la Conferenza di Roma rivela […] un affrancamento dall'impostazione pregressa. L'idea cioè che il futuro dell'Europa […] si gioca in Africa su molti dossier: energia, squilibrio demografico e immigrazione, sicurezza e terrorismo. È vera in sé, ancor di più dopo che Putin ne ha fatto il secondo fronte della sua guerra asimmetrica e dopo l'esplosione della crisi mediorentale. E ci sono le condizioni di contesto, che la premier sembra voler cogliere, affinché l'Italia, per vocazione e collocazione, possa fare da apripista, proprio nel momento in cui in Europa la Francia ha perso influenza nelle sue ex colonie (Sael, Mali e Centrafrica) e la Germania non ha un rapporto coi paesi africani.

 

sergio mattarella vertice italia africa

Insomma, per Giorgia Meloni si apre una sfida vera, il cui carattere strategico per l'interesse nazionale si misurerà proprio nella capacità di coinvolgere concretamente l'Europa, superando la chiacchiera domestica sul "piano Mattei"  […] sventolato per nascondere il default degli sbarchi. […] Se venisse declinato solo con la leggerezza di una vetrina elettorale non sarebbe a costo zero, ma una specie di "caso Saied" su larga scala, caso emblematico di un accordo mal gestito e diventato un boomerang. Più impegnativo, nelle sue conseguenze da gestire, di un duello tv prima delle Europee.

giorgia meloni e il presidente del mozambico filipe nyusigiorgia meloni sergio mattarella vertice italia africa

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…