VERZÈ INTERCETTATO - INVERNO 2005-2006, IL FONDATORE E TUTTORA PRESIDENTE DELL'OSPEDALE SAN RAFFAELE HA LE MICROSPIE NEL SUO UFFICIO CHE SCODELLANO LE TRAME CON STORACE, TREMONTI, LETTA PER ACCHIAPPARE SOLDI DAL GOVERNO BERLUSCONI PER COMPRARSI MAGARI UN AEREO (“FRA L'ALTRO CI SONO I QUATTRO POSTI PER GIOCARE A BRISCOLA…”) - IL SAN RAFFAELE DA ANNI È IN TESTA ALLA CLASSIFICA DEI 42 ISTITUTI A CARATTERE SCIENTIFICO CHE OTTENGONO MAGGIORI FONDI PUBBLICI…

Mario Gerevini - Simona Ravizza per il Corriere della Sera

«Don Verzé riferisce al suo interlocutore (prof. Bordignon ricercatore del San Raffaele, ndr) che 20 milioni non sono congrui per il progetto di ricerca e che ha insistito su Berlusconi per avere 30 milioni».

È un passaggio delle intercettazioni ambientali dell'inverno 2005-2006. Il fondatore e tuttora presidente dell'ospedale San Raffaele ha le microspie nel suo ufficio per un'inchiesta su tutt'altro e che poi non lo coinvolgerà. Al gruppo servono soldi per finanziare i progetti dei suoi ricercatori, tra i più qualificati del Paese.

Ma non gli unici. Ci sono molti altri istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) che possono aspirare di accedere ai fondi pubblici. Quindi dovrebbe esistere una procedura trasparente, basata su valutazioni tecniche rigorose, affidata esclusivamente a chi ha cultura e conoscenze per «pesare» i vari progetti. È così?

Il 12 dicembre 2005 davanti al prete-manager c'è il direttore generale Renato Botti che manifesta «preoccupazione per la liquidità» e per i presunti tagli alla ricerca. Don Verzé: «No vuole darmene 20...vuole darmene 20 ... Storace mi ha chiamato anche lui ...». Francesco Storace era ministro della Salute nell'allora governo Berlusconi.

La partita per accaparrarsi i fondi è cominciata. E si apprende che a un certo punto «don Verzé chiede alla segretaria la lettera preparata per Tremonti e il fax inviato a Berlusconi», poi viene chiamata Maria Teresa Ciccone, capo della segreteria del ministro dell'Economia Tremonti, alla quale l'assistente di don Verzé dice che «il suo presidente ha preparato una lettera riservatissima per il ministro». Poco dopo viene consegnata all'autista «comunicandogli l'indirizzo di Milano del prof. Tremonti».

Si avvicina Natale 2005, Cal è nell'ufficio del presidente-sacerdote: «Senti c'era Storace che era qui a Milano anche oggi eh...».
Don Verzé: «Inizia la campagna elettorale...Comunque domani ci riceve.. volevo portarmi dietro Bordignon per Storace... deve capire che facciamo le cose serie».
Cal: «Averlo saputo prima ... potevamo vedere con Ignazio La Russa di portarlo qui magari...».
Don Verzé: «...Io ho bisogno di vedere se si può rientrare nella finanziaria... è questo il punto ...».

L'appuntamento con Storace sarà interlocutorio. Un paio di giorni dopo «don Verzé - si legge nei brogliacci - dice che vedrà Tremonti quando andrà a fare gli auguri a Berlusconi. Mentre Cal dice a don Verzé di essere fermo con Berlusconi nella richiesta di finanziamenti per la ricerca e parlano delle problematiche sorte con Storace in ordine a detti finanziamenti».

Passano le feste e il 9 gennaio 2006 i microfoni intercettano i due che «parlano del viaggio di Cal a Roma per incontrare il ministro Storace e Gianni Letta, poi discutono del fatto che il ministro e il dott. Zotta (Giovanni, dirigente del ministero, ndr) per adesso possono dare 20 milioni all'anno per tre anni per lo stesso progetto». Dunque la pratica di don Verzé è nelle mani di Berlusconi, Letta e Storace. Varrà la stessa procedura per tutti i 42 ospedali classificati Irccs?

Al rientro da Roma Cal racconta quel che gli avrebbe detto il ministro: «Dice ...i 20 milioni ...io ho fatto una promessa a Berlusconi e nessuno mi potrà tirare per la giacca che non ve li ho dati». L'ostacolo è il dirigente Zotta che vorrebbe spalmare i 20 milioni in tre anni e per questo è preso di mira dal presidente e dal suo vice.

C'è anche il problema delle riviste del San Raffaele che evidentemente non stanno in piedi da sole. Come fare? «La segretaria espone a don Luigi - si legge ancora nelle intercettazioni ambientali - la proposta del parlamentare Bonaiuti circa i contributi da ricevere dal governo relativi agli stanziamenti previsti per l'editoria e quindi le pubblicazioni del San Raffaele».

In quel momento «don Luigi riceve una telefonata ... perché domattina deve partire alle 7 con l'aereo del suo amico "Silvio" (Berlusconi)... don Luigi spiega che Silvio comprerà il nuovo aereo D550 e quello suo lo darà a don Luigi».

Si arriva a marzo con il prof. Claudio Bordignon che riferisce varie volte a don Verzé degli incontri al ministero. Bordignon è anche presidente e amministratore delegato della MolMed, una società biotech, quotata in Borsa dal 2008, che sviluppa nuove terapie nel campo della medicina molecolare.

È un «prodotto», uno spin off, della ricerca del San Raffaele cui è legato da un accordo contrattuale. Dunque beneficia dei fondi pubblici alla ricerca. E chi c'era (e c'è) tra i principali soci della MolMed oltre al San Raffaele? La Fininvest di Berlusconi, più la famiglia Doris, Del Vecchio e un fondo gestito dalla Banca Arner di Lugano.

A maggio il tempo stringe, Berlusconi ha perso le elezioni, a breve (17 maggio) si insedia il nuovo governo Prodi. Il 2 del mese le microspie afferrano la voce di don Verzé che incalza Cal: «Purtroppo vengono a stringersi (i tempi) perché oggi c'è Consiglio dei ministri eh».
Cal: «...sì però l'ordinario rimane fino all'incarico del nuovo governo... Adesso io non ho ancora chiamato Gianni...».

Don Verzé: «... non si può più scherzare adesso eh ... il parere positivo c'è e quindi per favore veda di..di chiuderla».
Cal: «Si è dato molto da fare quello che è là di fianco ... al presidente».

Al pomeriggio il sacerdote, impaziente, chiama Cal: «L'ha fatta sta firma Letta?». Il manager fa capire che è questione di ore. Poi parlano di un aereo da comprare.
Cal: «Sono andato a vedere l'aereo...»
Don Verzé: «Com'è?»
Cal: «È ottimo... fra l'altro ci sono i quattro posti per giocare a briscola eh...».
Il San Raffaele da anni è in testa alla classifica dei 42 istituti a carattere scientifico che ottengono maggiori fondi pubblici.

 

 

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