donald trump arresto incriminazione

“L’UNICO CRIMINE CHE HO COMMESSO È STATO DIFENDERE GLI STATI UNITI” – DONALD TRUMP, DOPO L'INCRIMINAZIONE AL TRIBUNALE DI MANHATTAN, HA TENUTO IL SUO SHOW DALLA TENUTA DI MAR-A-LAGO. UN BREVE DISCORSO PIENO DI RABBIA, IN CUI SI È SCAGLIATO CONTRO IL GIUDICE JUAN MERCHAN: “È ANTI TRUMP, HA UNA MOGLIE ANTI-TRUMP E UNA FIGLIA CHE HA LAVORATO PER KAMALA HARRIS” – ACCANTO A “THE DONALD” NON C’ERA MELANIA – I 34 CAPI D'ACCUSA CONTRO L'EX PRESIDENTE, A CUI È CONTESTATO IL REATO DI FALSO IN BILANCIO, PER AVER NASCOSTO I PAGAMENTI A DUE DONNE PERCHÉ NON PARLASSERO... – VIDEO

 

1 – LO SHOW STANCO DI TRUMP: “HO COMMESSO UN SOLO CRIMINE, DIFENDERE L’AMERICA”

Estratto dell'articolo di Alberto Simoni per www.lastampa.it

 

donald trump parla da mar-a-lago dopo l'incriminazione

Donald Trump ha gettato definitivamente la maschera. Se qualcuno si aspettava dal tycoon moderazione e un passo indietro dopo essere stato ufficialmente incriminato dalla Corte di Manhattan davanti alla quale dal prossimo dicembre dovrà rispondere di 34 capi di imputazione, ieri sera ascoltandolo nella sala del suo club a Mar-a-Lago si è avuta invece la conferma del contrario.

 

Il discorso – breve – di Trump è stato tutto d’attacco, infarcito di vecchie accuse, fake news, attacchi personali contro il procuratore Alvin Bragg, il giudice Juan Merchan, la sua famiglia e la figlia che collabora a suo dire con Kamala Harris. […]

donald trump a mar-a-lago dopo l'incrimnazione

 

Trump è arrivato sul podio dopo aver salutato amici, invitati famigliari sulle note della patriottica God Bless America, mentre poi la gente stipata nella sala è esplosa in un coro scandendo più volte Usa.Il tycoon è apparso stanco, provato e il discorso intriso di rivendicazioni e rabbia ne è stato la dimostrazione. Non un guizzo, non una novità. […]

 

donald trump entra nel tribunale di manhattan per l'incriminazione

Fuori dall’ingresso di Mar-a-Lago, si era radunata una piccola folla, nulla a che vedere con altre riunioni o comizi. […] All’interno invece l’Epifania trumpiana con i fedelissimi a spellarsi le mani per gli applausi. C’erano Marjorie Taylor Green, deputata della Georgia, che ha viaggiato con il tycoon da New York; Kari Lake, ex candidata repubblica al posto di governatore in Arizona che sta facendo una insolita campagna elettorale in Iowa; Roger Stone, imprenditori della galassia trumpiana; il figlio Eric con la moglie Lara; Donald Jr. Non si sono viste la moglie Melania, che pure l’ha accompagnato a Manhattan, e la figlia Ivanka.

 

donald trump in tribunale per l'incriminazione

«Non ho mai pensato che una cosa del genere potesse accadere in America», l’esordio di Donald che ha rivendicato che «l’unico crimine che ho commesso è stato difendere senza paura la nostra nazione da chi vuole distruggerla». E non è un riferimento a pericoli esterni ma a quelli che nel mondo trumpiano si ritengono strumenti per azzopparlo politicamente. Come Alvin Bragg, il procuratore che secondo Trump lo ha rincorso «ben prima di sapere cose su di me» e «che è pagato da Soros». Un fact checking della CNN smonta l’accusa.

 

donald trump a mar-a-lago dopo l'incrimnazione

Il giudice Juan Merchan «è un giudice anti Trump, ha una moglie anti-Trump e una figlia che ha lavorato per Kamala Harris e ora riceve soldi dalla campagna elettorale Biden-Harris».

[…]

 

Trump ha passato quasi in rassegna gli altri casi giudiziaria, quello in Georgia «è un caso falso per interferire nelle elezioni del 2024 e dovrebbe essere archiviato». La telefonata con la quale chiese quasi 12 mila voti al segretario di Stato per ribaltare l’esito del voto del 2020, l’ha definita «perfetta».

 

donald trump arriva al tribunale di manhattan per essere incriminato

Il procuratore speciale Jack Smith, che indaga sulle carte classificate scovate a Mar-a-Lago (oltre che sul 6 gennaio) è «un pazzo e lunatico», la gestione dei documenti è stata corretta, trasparente e il suo «team si è adeguato subito alle richieste del Dipartimento di Giustizia». Tutti coloro che lo stanno indagando altro non sono «che strumenti della sinistra radicale per fermarlo a tutti i costi», ed è ora che c’è «una massiccia interferenza nelle elezioni, mai vista su questa scala». […]

 

2 – LA PORNOSTAR, LA MODELLA E IL PORTIERE. I CAPI 34 D’ACCUSA CONTRO THE DONALD

Estratto dell'articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

donald trump entra nel tribunale di manhattan per essere incriminato

Falsificazione dei bilanci in 34 punti per tre versamenti fatti per bloccare informazioni negative che avrebbero potuto danneggiare la sua campagna elettorale 2016: 130 mila dollari dati a Stormy Daniels per comprare il suo silenzio su una relazione sessuale di alcuni anni prima; 150 mila dollari a Karen McDougal, star di Playboy, per motivi analoghi; 30 mila fatti avere a un portiere della Trump Tower attraverso un giornale «amico», il National Enquirer, per smettere di accusarlo di aver avuto un figlio da una domestica. Ruotano attorno a questi tre versamenti i 34 capi d’imputazione contestati ieri dalla Procura di New York a Donald Trump (che si è dichiarato non colpevole).

[…]

 

manifestanti pro trump davanti al tribunale di manhattan

La Procura spiega che la violazione dell’articolo 175 della legge penale dello Stato di New York è stata collegata a un reato più grave perché il falso in bilancio è stato perpetrato in congiunzione di un altro reato: la violazione della legge sui finanziamenti elettorali (con conseguenti interferenze sul voto del 2016) a suo tempo contestata all’allora avvocato di Trump, Michael Cohen.

 

I dubbi che rimangono su tempi e consistenza del caso, il meno rilevante dei reati dei quali è sospettato, offre a Trump un vantaggio in termini politici e di comunicazione: può provare a usare la narrativa messa in campo contro l’incriminazione di New York — perseguitato da giudici militanti della sinistra radicale per un reato inesistente o minore — anche quando arriveranno incriminazioni per reati ben più gravi.

 

stormy daniels

Ce ne sono almeno altre due in arrivo: una ormai pressoché certa, per il tentativo di Trump di cambiare l’esito del voto in Georgia e l’altra federale per l’inchiesta condotta dal procuratore speciale Jack Smith sulla sottrazione di documenti top secret.

 

Quella della Georgia è l’inchiesta più avanzata: la procuratrice Fani Willis ha detto di recente che il lavoro del grand jury all’opera da oltre sette mesi è, ormai, quasi concluso. I giurati hanno ascoltato 75 testimoni e hanno almeno tre registrazioni di tentativi di Trump di convincere il segretario di Stato della Georgia ad alterare il risultato del voto mentre lo speaker della Camera della Georgia era stato spinto a convocare una sessione speciale del Parlamento per disconoscere il conteggio delle schede. Secondo indiscrezioni, la Procura sta valutando capi d’imputazione che vanno dalla frode elettorale alla cospirazione contro i diritti dei cittadini, alla violazione della legislazione Rico: la normativa anti racket (pene da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni).

 

sostenitori di trump

E se finora a livello federale sembrava che le cose dovessero procedere più lentamente, mentre la detenzione di documenti segreti era parsa meno grave dopo la scoperta che ce ne sono anche negli archivi di altri leader politici, dall’ex vice di Trump, Mike Pence, allo stesso Joe Biden, gli ultimi sviluppi fanno pensare che sia in arrivo un’incriminazione anche qui. Per la legge americana un reato è punibile se l’accusa riesce a dimostrare la volontà dell’imputato di commetterlo.

 

Ebbene, mentre negli altri casi i documenti sono rimasti negli archivi dei leader politici per errore e sono stati prontamente riconsegnati appena gli interessati li hanno trovati, gli investigatori di Jack Smith pare siano riusciti a dimostrare la volontà di Trump di non riconsegnare carte segrete anche dopo aver ricevuto un’ingiunzione giudiziariamente vincolante. […]

stormy daniels oggi 1stormy daniels oggi

donald trump a new york donald trump donald trump a mar a lago prima dell incriminazione sostenitori di trump a new york

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