VIGA-SÌ VIGA-NÒ: L’ALTRA FACCIA DI VATILEAKS

Stefano Zurlo per "Il Giornale"

Ha passato la sua vita fra le tavolette cuneiformi dell'antica Mesopotamia e quelle della città di Ebla, ma oggi è al centro di una penosa vicenda familiare, sull'orlo buio e misterioso di Vatileaks. Lorenzo Viganò, 75 anni, sacerdote, è il fratello di monsignor Carlo Maria Viganò, l'ex numero due del Governatorato del Vaticano che due anni fa aveva denunciato l'opacità e la mancanza di trasparenza nei Sacri palazzi fino a diventare, sui giornali e in tv, la bandiera di una Chiesa finalmente pulita e onesta.

La realtà però avrebbe il colore del fango: per Lorenzo le cose non stanno così. «Mio fratello Carlo Maria mi ha tradito - spiega trascinando l'interlocutore dentro una pagina torbida e drammatica - mio fratello mi ha derubato».

Affermazioni gravissime e tutte da provare che lasciano senza fiato, ma del resto la saga dei Viganò, facoltosa famiglia milanese con un passato di primo piano nell'industria dell'acciaio, mette a disagio chiunque abbia voglia di scorrere le incredibili denunce incrociate che fratelli e sorelle si sono scagliati addosso come frecce avvelenate.

Carlo Maria, il moralizzatore mediatico della barca di Pietro, ha denunciato la sorella Rosanna per circonvenzione d'incapace. E l'incapace sarebbe proprio lui, il mite studioso con la testa fra le nuvole, colpito e debilitato ma non affondato da un ictus nel 1996. Anzi, Lorenzo ha contro­denunciato il fratello, nientemeno, per estorsione e appropriazione indebita, accusa quest'ultima che è stata archiviata dalla magistratura milanese. Siamo dentro un labirinto claustrofobico che ad ogni angolo sembra perfino suscitare dubbi su una lettura troppo semplicistica di Vatileaks.

Don Viganò, partiamo dalla sua malattia.
«L'ictus è stato un colpo durissimo. Oggi mi sposto a fatica e cammino solo con l'ausilio di un girello. Ma per mia fortuna non ho perso la lucidità».

Invece?
«Invece Carlo Maria ha approfittato della mia malattia per tagliarmi fuori dalla gestione del nostro, e sottolineo nostro, patrimonio».

Che cosa è successo?
«No,un attimo,voglio raccontarle subito quel che fino ad oggi non avevo mai svelato. L'episodio penoso e umiliante che più mi ha segnato. Anche se formalmente l'atto era contro ignoti, Carlo Maria ha avuto il coraggio di denunciare mia sorella Rosanna, la sola in famiglia che mi è stata sempre vicina, per circonvenzione d'incapace».

Lei?
«Sono stato costretto a presentarmi davanti a un giudice di Milano che voleva accertare il mio stato psicofisico. Come se fossi un demente, o giù di lì. Naturalmente il magistrato ha capito ed ha archiviato a razzo la pratica. È spaventoso. Ma in questa storia orribile nulla è come dovrebbe essere».


Che cosa è successo in questi anni?
«Le basti sapere che a me, ricercatore all'Università di Chicago negli Stati Uniti, bastavano quindicimila dollari l'anno per vivere. La mia vita è nelle tavolette, nelle pubblicazioni, nei libri. Però, dopo la morte di nostro fratello Giorgio, che amministrava correttamente il patrimonio dei Viganò, e la mia malattia, mi sono accorto che Carlo Maria mi considerava una specie di burattino».

Lei avrà provato a chiedere chiarimenti.
«Impossibile. Ho scoperto che mio fratello aveva ceduto delle proprietà comuni e mi aveva lasciato le briciole. Gli spiccioli. Contemporaneamente attraverso un'altra nostra sorella, Anna Maria, madre di mio nipote Carlo Maria Polvani, responsabile dei media della segreteria di Stato, ha cominciato a fare pressioni perché abbandonassi gli Stati Uniti, perché chiudessi con l'università, perché lasciassi il mio appartamento americano».

Temeva per la sua salute?
«Mio fratello mi ha derubato di diversi milioni di euro. Sfruttando una mia vecchia procura notarile ha fatto il bello e il cattivo tempo. In questa storia terribile si è arrivati a tagliarmi i viveri, a minacciarmi, persino da un presunto agente che si è spacciato per Fbi, e ancora, sacrilegio, a buttare via le mie schede in cui avevo raccolto anni e anni di studio».

Lei come si è difeso?
«Ho controdenunciato Carlo Maria per appropriazione indebita, accusa archiviata con una motivazione singolare dalla magistratura, e poi per estorsione. Lui, in tribunale, questa volta per un'altra causa civile, ha cercato di abbracciarmi, ma io l'ho fermato».

Perché?
«Pensi solo che mio fratello, quando l'hanno spostato dal Governatorato, ha avuto la faccia tosta di scrivere a Benedetto XVI dicendo che non poteva allontanarsi per stare vicino al sottoscritto, gravemente malato. Una menzogna perché con me non ha rapporti da anni».

Che idea si è fatto di Vatileaks?
«Le denunce di mio fratello non corrispondono a quel che è successo in famiglia. Fra noi fratelli e sorelle. È circolato troppo veleno». Don Lorenzo s'interrompe. «Io sono rimasto e sono fedele a Papa Benedetto e a Papa Francesco».

Si commuove e piange: «Voglio solo andare avanti con i miei studi e con la mia vita di sacerdote. Non provo rancore per mio fratello, ma ho l'obbligo di dire la verità. E la verità, spiace dirlo, non è quella dei titoloni dei giornali».

 

don lorenzo, fratello di carlo maria viganòLARCIVESCOVO CARLO MARIA VIGANO jpegCARLO MARIA VIGANO jpegratzinger chi CAMPAGNA ELETTORALE PER IL PROSSIMO CONCLAVE TARCISIO BERTONE DA QUINK jpegPAPA RATZINGER PADRE GEORG PAOLO GABRIELE jpeg

Ultimi Dagoreport

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…