RISSA A STELLE E STRISCE - UN ARTICOLO ANTI-OBAMA SU ‘’NEWSWEEK’’ FA INCAZZARE IL NOBEL PAUL KRUGMAN SUL NYT: “DISONESTO!” – L’EDITORIALISTA FERGUSON AVREBBE MANIPOLATO IL RAPPORTO SUI COSTI DELLA RIFORMA SANITARIA PER GIUSTIFICARE IL SUO “TORNA A CASA, OBAMA” – FERGUSON INSISTE: “CAPISCI CHE HAI FATTO CENTRO QUANDO KRUGMAN TROVA IL TEMPO DI STACCARSI DALLE SUE PASSEGGIATE AGOSTANE PER DARTI ADDOSSO…”

Michele Farina per il Corriere della Sera

«Niente di meglio che uno scontro tra due consumati attaccabrighe - scrive il New Yorker - per animare un agosto soporifero». A destra del ring lo storico Niall Ferguson, 48 anni, scozzese, saggista trapiantato all'università di Harvard. A sinistra Paul Krugman, 59 anni, newyorkese di Long Island e Nobel per l'economia 2008.

L'occasione per l'ultimo scambio di colpi via web è l'articolo di copertina di Newsweek («Torna a casa Obama») in cui Ferguson boccia il presidente democratico su tutti i fronti, dal debito pubblico alla disoccupazione alla politica estera. Ma è sul terreno accidentato dell'economia, e in particolare della riforma sanitaria, che l'affondo dell'ex consigliere del repubblicano John McCain ha scatenato più bordate di ritorno.

Krugman, nel suo blog sul New York Times, ha accusato Ferguson di «disonestà»: per il liberal che spesso critica Obama da sinistra «non si tratta di ideologia o di analisi economica, ma di deliberato travisamento dei fatti». Una bella botta, accusare uno storico di commento eticamente (deontologicamente) scorretto per aver «gabbato» i lettori giocando con le cifre della Obamacare.

Il pugnace Ferguson ha ribattuto dalle colonne online del Daily Beast: «Capisci che hai fatto centro quando Paul Krugman trova il tempo di staccarsi dalle sue camminate agostane» per darti addosso. Capisci anche che il match è tosto quando un «amico di lunga data» come Andrew Sullivan, dalla tua stessa trincea giudica il tuo articolo «infarcito di errori ed elisioni» e ti colpisce in faccia con l'accusa di «slealtà intellettuale».

Newsweek fa orgogliosamente una compilation delle reazioni suscitate dal j'accuse di Ferguson. Quasi tutte negative. A difenderlo c'è Thomas Lifson, anima del magazine online conservatore American Thinker («Giusto ritratto di un fallimento»). Ma «dove sono gli intellettuali conservatori?», si chiede John Cassidy sul New Yorker. E Brad DeLong, che insegna economia a Berkeley e ha lavorato al ministero del Tesoro sotto la presidenza Clinton, scrive che Ferguson «ha superato il limite: che vada lui a casa e smetta di scrivere per Newsweek».

A far infuriare Krugman e la sua band è soprattutto un punto dell'articolo in cui Ferguson, per provare che la Obamacare causerà una valanga di debiti allo Stato, «distorce deliberatamente» le conclusioni del rapporto stilato dal Congressional budget office (Cbo), l'agenzia parlamentare che si occupa di bilancio. Ferguson cita la parte in cui il Cbo stima che «la copertura assicurativa avrà un costo netto di oltre mille miliardi di dollari nei prossimi dieci anni».

Dimenticandosi le pagine del rapporto che riguardano i risparmi (compreso l'aumento delle tasse sui premi delle polizze) previsti dalla riforma. Tutto sommato, il verdetto del Cbo è che la Obamacare ridurrà leggermente il debito, non il contrario. Altro che mille miliardi di deficit, tuonano Krugman & friends. Nella sua replica lo storico di Glasgow si difende dicendo di aver parlato espressamente delle perdite riguardanti la copertura assicurativa e non del piano nel suo complesso con le sue («presunte») entrate.

Ha fatto il furbo «tagliando» il rapporto del Cbo per giustificare la sua tesi? Nel suo angolo Ferguson non si toglie i guantoni e ribatte: dite che la Obamacare aumenterà le tasse per far quadrare i conti. Visto? Ecco un'altra promessa mancata: il presidente aveva giurato che non avrebbe aumentato la pressione fiscale sulla classe media. A quando il prossimo round?

 

OBAMAOBAMA NEWSWEEKNETANIAHU E OBAMAOBAMA BARACK OBAMA FOTOGRAFATO DA PETE SOUZA jpegPAUL KRUGMAN

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