luigi di maio vitalizi

VIVA VIVA IL VITALIZIO – CECCARELLI: "DOPO I FESTEGGIAMENTI GRILLINI LA PALUDE SI E’ PRESA LA SUA RIVINCITA. ED ECCOCI QUA. A RICORDARE CON DIVERTITO E CRUDELE SGOMENTO LE CELEBRAZIONI DI QUELL'INUTILE VITTORIA, LA PRIMA VERA DEL M5S (ERA L'AUTUNNO DEL 2018) DOPO AVER CONQUISTATO IL POTERE, ANCHE IN QUESTO CASO QUELLO APPARENTE. CLASSICO ESEMPIO DI CHI NON SA DISTINGUERE FRA COMANDARE E GOVERNARE"

Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”

 

luigi di maio e alfonso bonafede in piazza contro i vitalizi

Ecco che cosa succede a far le cose in fretta e furia, con uno slancio pari all'approssimazione, mossi da cieca necessità più che da prudente ragionevolezza, ma soprattutto prigionieri dell'enfasi, costretti a mostrare risultati, il prima possibile, probabilmente anche a se stessi.

 

Perché l'idea di un bel taglio ai privilegi, che in un tempo di sacrifici e ristrettezze agevolano la vita di parlamentari ed ex parlamentari, oltre che legittima, era anche ragionevole. Il meccanismo oltretutto è perverso; perso peso politico, da vent' anni e più le assemblee legislative cercano di rifarsi conservando e anzi se possibile ampliando l'area delle comodities, per così dire.

luigi di maio in piazza contro i vitalizi 2

 

Un Parlamento privato del suo core-business (legislazione e controllo del governo) e quindi trasformato in un parco tematico della politica, non merita infatti né le prerogative, né le agevolazioni che ne accompagnavano il ruolo in un tempo ormai lontano. In questo senso per tanti eletti - più che per i loro elettori - i vitalizi erano una specie di pietra miliare, la prova che qualche potere lo conservavano, perciò una trincea da difendere con le unghie e coi denti dalle "prepotenze" dei nuovi arrivati.

 

luigi di maio in piazza contro i vitalizi 3

Ma proprio a questo servono in certi momenti la cautela della procedura, la virtù dell'equilibrio e la cultura istituzionale: a compiere scelte e ancor più a metterle in pratica in modo da renderle effettive, come dire senza scherzi. Invece, appena vinte le elezioni, i cinque stelle hanno seguitato a strillare: onestà, onestà, faremo qua, faremo là, in un turbillon di promesse vorticose, apriscatole fotografati nelle aule e bambinesca ingenuità. Faremo, vedrete, finalmente. Bene, gliel'hanno fatto fare, apparentemente.

 

Poi, cioè ieri sera, è successo che una misteriosa Commissione dal buffo nome di Contenziosa, e di cui facevano parte più o meno illustri sconosciuti, ha ribaltato non solo la decisione, ma il senso stesso di una politica. La palude, che in Italia sa mimetizzarsi come in nessun altro luogo al mondo, si è presa la sua rivincita. Ed eccoci qua.

 

manifestazione contro vitalizi m5s

A ricordare con divertito e crudele sgomento le celebrazioni di quell'inutile vittoria, la prima vera - era l'autunno del 2018 - dopo aver conquistato il potere, anche in questo caso quello apparente. Classico esempio di chi non sa distinguere fra comandare e governare. Nel primo caso ci si regola esattamente come i grillini che esultarono come allo stadio dopo il gol. Senza preoccuparsi di sabbie mobili, tele di ragno, zuccherini nel motore. Per cui qualcuno dei vincitori commissionò - sarebbe bello sapere a chi - la costruzione di lettere mobili gonfiabili di notevole grandezza, color argento per formare la scritta "Bye bye vitalizi".

 

vitalizi

E subito fu deciso l'Evento Mediatico, un classico, dapprima nel cortile del palazzo di Vicolo del Valdina, ma poi la faccenda fu considerata troppo interna alla Camera e ci si spostò, in festoso gruppo, a piazza Montecitorio, sotto l'obelisco di Psammetico II. Ognuno con una lettera da portare al cielo: bye by vitalizi. Evviva! E poi brevemente in corteo si spostò lungo v ia del Corso. Ah, quanto costano a volte i ricordi! Qualche previdente cerimoniere cinque stelle si era perfino preoccupato dei brindisi, figurarsi se mancava l'aspetto di procurata euforia.

 

E lì sulla piazza spuntarono dunque anche delle bottiglie di spumante, e tappi che saltavano in aria. Sull'etichetta, naturalmente: bye bye vitalizi. E siccome non bastava, dopo qualche mese, a qualche creativo venne in testa di costruire delle scatole di cartone che dovevano documentare la concretezza dei provvedimenti anti-casta. Una di queste scatole, peraltro vuote, anche se animosamente presentate da viceministri, recava sull'etichetta bye bye vitalizi.

 

vitalizi

E così sia, e così via. Gli onorevoli "devitalizzati", intanto, studiavano la situazione. La mettevano in mano agli avvocati, che si fregavano le mani per il dilettantismo cialtronesco con cui la delibera era stata strappata. Sono infatti questioni complicatissime, di alta, indecifrabile ed enigmatica giurisprudenza. C'entra pure l'Europa. Insomma, così com' era non si poteva fare. Però l'hanno fatta lo stesso. Solo che adesso non c'è più. E buona notte.

 

 

filippo ceccarelli foto di baccotaglio dei vitalizi 2bye bye vitalizi 4bye bye vitalizi 8bye bye vitalizi 5bye bye vitalizi 6taglio dei vitalizi 1taglio dei vitalizi 3

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...