
PUTIN CI PENETRA, URSULA VUOLE CORAZZARE L'UE – VON DER LEYEN PRESENTA IL PIANO DI DIFESA EUROPEA INTEGRATA: PREVEDE UNO SCUDO AEREO ANTI-MISSILI, UNA BARRIERA SPAZIALE PER CONTRASTARE LE OPERAZIONI DI DISTURBO DEI SISTEMI GPS E UN MURO DI DRONI ESTESO A TUTTA L'UE, NON SOLTANTO AL FIANCO EST. TUTTE INIZIATIVE CHE SARANNO INTEGRATE CON L'AZIONE DELLA NATO – DOPO LE PROTESTE DI DIVERSE CAPITALI EUROPEE, LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CHIARISCHE CHE “GLI STATI MEMBRI SONO E RESTERANNO SOVRANI PER LA LORO DIFESA NAZIONALE…”
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
Uno scudo aereo anti-missili integrato a livello Ue, uno scudo spaziale per contrastare anche le operazioni di disturbo dei sistemi Gps e un muro di droni esteso a tutta l'Unione, non soltanto al fianco Est.
Sono questi alcuni dei pilastri dell'attesa roadmap per la Difesa europea che il collegio dei commissari approverà oggi e che Ursula von der Leyen presenterà ai leader al Consiglio europeo della prossima settimana, secondo una bozza del documento visionata in anteprima da La Stampa.
il piano di difesa integrata di ursula von der leyen - la stampa
Dopo le critiche ricevute da alcuni capi di Stato e di governo al vertice di Copenaghen, la presidente della Commissione ha corretto significativamente la rotta rispetto al precedente "paper" e introdotto una serie di correttivi: sebbene sia riconosciuta la necessità di intervenire con urgenza sul fronte Est, von der Leyen ha inserito anche lo scudo aereo e lo scudo spaziale tra i progetti-faro ai quali assegnare priorità e ha fatto confluire il muro di droni nel più ampio progetto della "Guardia del fianco orientale".
Non solo, in almeno una decina di passaggi c'è un chiaro riferimento al fatto che tali iniziative saranno pienamente integrate e interoperabili con le iniziative avviate in sede Nato e che «gli Stati membri sono e resteranno sovrani per la loro Difesa nazionale». Un chiaro messaggio per rassicurare i governi sul fatto che la Commissione non intende «prendere il comando» della Difesa europea e nemmeno sostituirsi all'Alleanza Atlantica.
URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY
[...] l'iniziativa iniziata con il contestato nome "ReArm Europe", poi modificato in "Readiness 2030", oggi è stata ribattezzata "Preserving Peace – Defence Readiness Roadmpap 2030". Nel giro di sette mesi, la parola "riarmo" è completamente sparita per lasciare spazio a un più rassicurante riferimento alla necessità di "preservare la pace".
Nonostante i correttivi, il piano rischia però di scontrarsi con lo scetticismo di alcuni governi. Soprattutto per gli obiettivi, decisamente più ambiziosi di quelli indicati precedentemente, fissati da von der Leyen in ambito industriale.
Secondo la bozza del documento – che ieri sera è stata presentata ai ministri della Difesa Ue e che dunque è ancora suscettibile di modifiche dell'ultima ora – la tabella di marcia prevede che i governi aumentino significativamente la quota di acquisti tramite appalti congiunti per portarla «almeno al 40% entro la fine del 2027» rispetto all'attuale 20%.
Non solo: l'Ue vuole che entro il 2028 almeno il 55% degli acquisti militari venga effettuato sul mercato europeo (o su quello ucraino) per poi salire al 60% entro il 2030. Una soluzione sulla quale spinge molto la Francia, ma che potrebbe trovare la resistenza di quei Paesi che hanno un'industria della Difesa ancora molto legata a quella americana (come l'Italia e la Polonia).
A Copenaghen, la premier Giorgia Meloni e altri leader avevano invitato la Commissione a porre maggiore attenzione al fronte meridionale e non soltanto a quello orientale. Nella roadmap – che oggi sarà presentata dall'Alto Rappresentante Kaja Kallas (estone) e dal commissario alla Difesa Andrius Kubilius (lituano) – c'è scritto che la Russia «pone una minaccia persistente alla sicurezza europea», ma anche che serve «un approccio a 360 gradi» perché le minacce arrivano anche dal Medio Oriente, dall'Africa o dall'Artico.
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Entro il primo trimestre del prossimo anno, gli Stati dovranno istituire delle "coalizioni" in ognuno di questi settori, individuare un Paese leader e definire piani d'azione da attuare entro il 2030. Berlino si è già proposta di guidare lo scudo aereo.
La Commissione ha già individuato alcuni progetti da realizzare con urgenza. Il primo – da completare entro fine 2028 – è quello della Guardia del fianco orientale, che consiste nella protezione del confine Est nella sfera terrestre, aerea e marittima e che «sarà pienamente allineato con il comando integrato e con le strutture di controllo della Nato».
Di questo progetto fa parte il muro di droni che – nelle intenzioni della Commissione – dovrà essere esteso anche agli altri confini Ue e dovrà servire anche per proteggere le infrastrutture critiche, contrastare la tratta di esseri umani e la criminalità organizzata transnazionale.
Le capacità iniziali del muro di droni andranno completate entro la fine del 2026, mentre entro la fine del 2027 dovrà essere «pienamente operativo». La sola Germania ha già annunciato dieci miliardi di investimenti in droni nei prossimi anni. Ci vorrà invece più tempo per portare a termine lo scudo aereo anti-missili «integrato e multistrato» e lo scudo spaziale per la protezione satellitare e il contrasto delle attività di "jamming" e "spoofing".
Nel progetto della Difesa europea gioca poi un ruolo cruciale l'Ucraina: la Commissione sottolinea la necessità di istituire il prestito usando gli asset russi congelati, di portare a termine il progetto per consegnare due milioni di proiettili di artiglieria entro la fine dell'anno e di anticipare due miliardi di euro per l'alleanza dei droni con Kiev.
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La Commissione, come noto, punta a mobilitare 800 miliardi di fondi pubblici tramite la clausola di salvaguardia, il programma Safe da 150 miliardi e i nuovi stanziamenti nel prossimo bilancio (131 miliardi dedicati alla Difesa e allo Spazio, 17,65 miliardi per la mobilità militare). Tramite la Bei verrà poi creato un Fondo di equity da un miliardo per mobilitare capitali privati. Ma al momento non è previsto lo stanziamento di nuove risorse.