LA DANZA DELLA DECADENZA - IL VOTO SU SILVIO DOPO LA FINANZIARIA (CHI VA PRIMA A CASA, IL BANANA O IL GOVERNO?)

Alberto D'Argenio per "La Repubblica"

Si allungano i tempi per il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. La riunione della capigruppo di Palazzo Madama che si sarebbe dovuta tenere oggi per decidere il giorno del pronunciamento dell'aula non è stata convocata. Al suo posto si terrà un ufficio di presidenza, che però con il caso Berlusconi non c'entra nulla e si occuperà del bilancio interno dell'assemblea.

Come conferma il portavoce del presidente Pietro Grasso: «La capigruppo non è stata convocata, la data del cinque novembre era solo un'ipotesi». Così il voto ad altissima tensione sull'espulsione dal Parlamento del Cavaliere- pregiudicato slitta sine die.

In linea teorica a fine mese, ma non si escludono sorprese, con i tempi che potrebbero allungarsi anche fino a dicembre. A beneficio di chi vuole allontanare fibrillazioni in maggioranza - o peggio una crisi di governo come ritorsione per l'uscita di scena di Berlusconi - in piena sessione di bilancio. E di chi vuole allungare i tempi per evitare il voto a marzo.

Sempre gli addetti stampa di Grasso confermano che «al momento non sappiamo quando si voterà su Berlusconi. In calendario non abbiamo ancora nessuna data». Il punto è che l'ultima riunione dei capigruppo del Senato ha fissato l'agenda dei lavori d'aula fino al 22 novembre. Quel giorno la Legge di Stabilità dovrebbe ottenere il via libera dell'Assemblea e planare alla Camera.

I capigruppo si erano ripromessi di tornare sul caso Berlusconi e fissare la data dell'aula (la prossima settimana, ad esempio, la manovra sarà in commissione e si potrebbe votare in plenaria) non appena la Giunta del regolamento avesse deciso se il voto per la decadenza sarebbe stato palese o segreto.

La Giunta ha votato (per il segreto) la scorsa settimana, ma ora i capigruppo non hanno in programma di vedersi. Se ne parlerà intorno al 20 novembre per stilare il calendario dei lavori successivo all'approvazione della Legge di Stabilità.

Ma le cose potrebbero essere più complicate e i tempi ancora più lunghi. La manovra infatti approderà in aula solo lunedì 18 novembre e dovrà essere approvata entro venerdì 22. Tempi strettissimi per un provvedimento che sarà bombardato di emendamenti e che dovrà essere gestito con la massima cautela perché attirerà su di sé tutte le attenzioni di chi vuole far cadere il governo.

Ecco perché è facile prevedere che la decadenza potrebbe slittare in quanto la Legge di Stabilità probabilmente resterà restare in Senato più a lungo del previsto. Il voto su Berlusconi potrebbe dunque dover attendere anche fino a dicembre.

Dietro le quinte dai partiti spiegano che la calma nel fissare la data è dovuta a una cautela apprezzata da Palazzo Chigi, dal Colle e dai governisti del Pdl - sulla Legge di Stabilità. Una crisi di innescata dal Pdl per reagire all'espulsione di Berlusconi con la manovra ancora tra i marosi del Senato (alla Camera i numeri permetterebbero una navigazione ben più serena anche in caso di sconquassi politici) potrebbe essere devastante per la tenuta del Paese sui mercati. Ma è scontato che la calma con la quale si cerca di affrontare il caso Berlusconi ben presto si farà notare.

Già oggi, ad esempio, dovrebbe scattare un blitz del Movimento 5 Stelle che, stando alle anticipazioni raccolte ieri nei corridoi di Palazzo Madama, dovrebbe presentare a sorpresa una cosiddetta "urgentissima", la richiesta avanzata in aula di fissare in tempi brevissimi il voto su Berlusconi.

Si tratta di uno strumento previsto dal regolamento del Senato per scardinare il calendario. L'utilizzo dell'urgentissima - che deve essere approvata dai due terzi dei senatori presenti in aula - ha anche lo scopo di mettere in difficoltà il Pd. Unica variabile è se si vota sull'urgentissima immediatamente o il giorno successivo la sua presentazione. Una scelta che spetterà al presidente del Senato.

 

ENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONISILVIO BERLUSCONI ENRICO LETTA letta napolitano x Giorgio Napolitano e Enrico Letta PIERO GRASSO SENATO GRILLO A ROMAbeppe grillo, il fondatore del m5s

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