1. VROOM! VROOM! DE MAGISTRIS COME UN BERLUSCONI QUALSIASI: “MACCHINA DEL FANGO!” 2. ‘O SINDACO SBROCCA PER L’INCHIESTA SUL FRATELLO E GLI APPALTI DELLA COPPA AMERICA E ATTACCA LA PROCURA DI NAPOLI: "VEDREMO SE SARÀ PIÙ FORTE LA MACCHINA DEL FANGO CHE OPERA DA ANNI O PASSIONE E AMORE CHE ABBIAMO PER RIVOLUZIONARE" 3. ALDO GRASSO LO GASA SULLA PRIMA DEL ‘CORRIERE’: “GIGGINO 'O NARCISINDACO DI LOTTA E DI GOVERNO, CHE SI ERA AUTOPROCLAMATO “UN PREZIOSO PLUSVALORE, CHE PRESTO LA SINISTRA ITALIANA NON POTRÀ FARE A MENO DI UTILIZZARE AL LIVELLO DI LEADERSHIP NAZIONALE”, È ORMAI SULLA GRATICOLA (SOLO BRIATORE GLI È VICINO SU TWITTER)” 4. TEMPI DURI PER LE EX TOGHE DI PIETRO, INGROIA E DE MAGISTRIS: DEL RESTO, GIUSTIZIA È RIPORTARE TUTTE LE COSE AL LORO SENSO. COSÌ SI VENDICA LA STORIA: CHI HA AVUTO HA AVUTO, CHI HA DATO HA DATO, SCURDÀMMOCE 'O PPASSATO, SIMMO 'E NAPULE GIGGÌ”
1. ALTA TENSIONE TRA COMUNE E PROCURA - DE MAGISTRIS TWITTA: "MACCHINA DEL FANGO"
Dario Del Porto per Repubblica.it
L'ultima puntura di spillo arriva con un tweet: "Vedremo se sarà più forte la macchina del fango che opera da anni o passione e amore che abbiamo per rivoluzionare", scrive il sindaco Luigi de Magistris.
La stoccata chiude la settimana segnata dall'improvvisa accelerazione nell'inchiesta sugli appalti per la Coppa America che ha coinvolto anche il fratello del sindaco. E conferma che la luna di miele, tra l'inquilino di Palazzo San Giacomo e gli ex colleghi della Procura, è definitivamente conclusa.
Dopo l'avviso di garanzia per le buche e i contraccolpi determinati da un'altra indagine, quella sulla bonifica di Bagnoli, che pur non coinvolgendo la giunta influisce, con il sequestro dei suoli, su una società strategica come Bagnolifutura, le perquisizioni scattate nei confronti, fra gli altri, del fratello del sindaco, Claudio, e del capo di gabinetto Attilio Auricchio, hanno fatto calare il gelo tra l'amministrazione e l'ufficio inquirente.
Nelle sue dichiarazioni, de Magistris non ha mai mancato di ribadire fiducia e rispetto nei confronti della magistratura. E anche all'interno del suo staff, la parola d'ordine resta quella di affrontare con serenità i doverosi controlli dell'autorità giudiziaria su quella che, nelle intenzioni del primo cittadino, sarà sempre "una casa di vetro".
Ma nella realtà , i due palazzi non sono mai stati così lontani come adesso. Tra le righe, i riferimenti del sindaco a "inchieste particolari" e, in ultimo, alla "macchina del fango", lasciano trasparire forte irritazione per le iniziative della Procura.
"Non si è mai visto un sindaco indagato per le buche", ha ribadito ancora venerdì sera de Magistris, che per il dissesto del manto stradale cittadino è indagato dal pm Stefania Buda per attentato alla sicurezza dei trasporti e omissione in atti d'ufficio.
Per la Coppa America, invece, i pm Graziella Arlomede e Marco Bottino ipotizzano invece i reati di abuso d'ufficio e turbativa d'asta nei confronti di Auricchio e Claudio de Magistris.
"Luigi sbaglia se si sente sotto attacco da parte della magistratura", ragiona l'ex procuratore Giandomenico Lepore, che ha conosciuto il futuro sindaco quando, giovane pm a Napoli, aveva dato già prova del suo carisma nelle battaglie associative sfociate nel trasferimento per incompatibilità dell'allora capo dei pm Agostino Cordova.
Sottolinea Lepore: "Le indagini di questi giorni non sono certo dettate dalla volontà di colpire l'amministrazione comunale. Né si può addossare la colpa alla Procura se si dispongono accertamenti a seguito di una denuncia o se quale oppositore politico cavalca la situazione. Esiste piuttosto un'anomalia del nostro sistema, che trasforma un avviso di garanzia in un polverone, ma questo è un altro discorso.
Di sicuro - aggiunge Lepore - posso assicurare che i pm impegnati in queste inchieste sono persone perbene: lo è Graziella Arlomede con la quale ho lavorato, e come lei Stefania Buda. Lo stesso posso dire per il collega Bottino, anche se è arrivato in Procura quando ero già andato via".
Nelle stanze della sezione Pubblica amministrazione coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco non ci sono commenti alle tensioni accese dalle indagini. E anche la giunta distrettuale dell'Anm presieduta da Francesco Cananzi non si è ancora espressa sulla questione che potrebbe essere discussa nella riunione già fissata per domani pomeriggio.
Nei giorni scorsi, il procuratore Giovanni Colangelo aveva voluto sgombrare il campo dagli equivoci per rimarcare, rispetto ad alcuni commenti anonimi filtrati dal Comune, che nessuna indagine dell'ufficio, men che meno quella sulle buche, poteva essere tacciata come "inchiesta politica".
La Procura è cambiata profondamente, rispetto a quello dove de Magistris aveva lavorato assumendo un ruolo di forte leadership. Ha dovuto lasciare il grattacielo del Centro direzionale anche Pino Narducci, oggi giudice a Perugia, a uno dei pm di punta fino a due anni fa, quando scelse di entrare a far parte della giunta come assessore alla Legalità abbracciando un'avventura poi bruscamente interrotta proprio per contrasti con l'ex collega.
Ciò nonostante, molti nella magistratura napoletana conservano rapporti di stima e amicizia per de Magistris. Sono pochi però quelli che, in questa fase così delicata, accettano di uscire allo scoperto. Fra questi Raffaele Cantone, ex pm anticamorra oggi in Corte di Cassazione e tuttora sotto scorta per le sue indagini sul clan dei Casalesi, che con il futuro sindaco ha lavorato a stretto contatto di gomito.
"Luigi - argomenta Cantone - conosce benissimo il nostro mondo e la magistratura e sa che la Procura di Napoli è un ufficio caratterizzato da grandi professionalità e indipendenza. Se è sicuro che nulla di male è stato fatto, deve restare tranquillo nella consapevolezza che la verità sarà riaffermata".
2. IL FRATELLO E IL FIDO CARABINIERE: I GUAI DI GIGGINO 'O NARCISINDACO
SONO TEMPI DURI PER LE EX TOGHE DE MAGISTRIS DI PIETRO E INGROIA
Aldo Grasso per Corriere della Sera
«Simmo 'e Napule, paisà ». Se Edoardo Bennato, per descrivere la sua città , usa in una canzone ben 55 aggettivi, anche i napoletani, per descrivere il loro sindaco, non sono da meno: Giggino 'a manetta (da magistrato incarcerava), Giggino 'o skipper (omaggio all'America's Cup), Giggino 'o scassatore (rottamatore), Giggino 'o floppe (sta per flop), Giggino 'a promessa (alla bulimia verbale non sempre sono corrisposti i fatti), Giggino 'ncoppa a gaffe («Napoli è più sicura di Bruxelles», per dirne una). Così canta Napoli.
Giggino è l'ex pm Luigi de Magistris, dal 2011 sindaco della città partenopea. Vive un momento difficile: il fratello Claudio e il fido carabiniere capo di gabinetto Attilio Auricchio sono infatti indagati per concorso in turbativa d'asta per quattro presunti appalti pilotati in occasione delle edizioni 2012 e 2013 dell'America's Cup di vela. «In questa città c'è chi non tollera che abbiamo messo alla porta affaristi, camorristi e lobbisti», ha subito arringato l'ex toga ribadendo la fiducia nel fratello («un uomo perbene») e nel capo di gabinetto («il miglior carabiniere che abbia conosciuto nella mia vita»). Auricchio, divenuto famoso per Calciopoli, è un collaboratore storico di Giggino fin dal tempo in cui lavoravano alle Grandi inchieste.
Come ogni sindaco, anche Giggino è accusato degli autobus che non vanno, delle buche che restano e della monnezza che puzza. Beppe Grillo, che in un primo tempo lo aveva sostenuto, lo ha messo nel mirino: troppa tv e scarso lavoro sul campo: «Di errori ne ho commessi molti e purtroppo ne commetterò altri, uno dei più imbarazzanti è stato Luigi de Magistris».
Giggino 'o narcisindaco di lotta e di governo, che si era autoproclamato «un prezioso plusvalore, che presto la sinistra italiana non potrà fare a meno di utilizzare al livello di leadership nazionale», è ormai sulla graticola (solo Briatore gli è vicino su Twitter). Tempi duri per le ex toghe Di Pietro, Ingroia e de Magistris: del resto, giustizia è riportare tutte le cose al loro senso.
Così si vendica la storia: chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdà mmoce 'o ppassato, simmo 'e Napule Giggì.













