mario draghi praga

CHE VUOLE FARE DRAGHI DA GRANDE? – DOPO QUASI UN ANNO DI BASSO PROFILO, MARIOPIO HA TENUTO DUE DISCORSI “POLITICI”, AL MIT DI BOSTON E A CAMBRIDGE. HA DATO LA SUA VISIONE DELL'EUROPA E LANCIATO QUALCHE COLTELLATA AL GOVERNO ITALIANO – LE SUE USCITE SONO UN’AUTOCANDIDATURA ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO? – IL NO ALLA NATO, IL SOGNO DEL QUIRINALE (SVANITO LO SCORSO ANNO) E LA FRATTURA CON MELONI PER LE ACCUSE SUL PNRR

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

mario draghi cambridge

Mario Draghi è appena rientrato dagli Stati Uniti. Laggiù è dove si sente a casa, dove è andato per tenere i suoi unici due discorsi pubblici, da quando ha lasciato la presidenza del Consiglio. Ha parlato prima al Mit di Boston, a inizio giugno. Poi, una settimana fa, alla Martin Feldstein Lecture al National Bureau of Economic Reaserach, a Cambridge.

 

[…]

 

Gli esegeti del draghismo fanno osservare un paio di cose e un dettaglio che forse non è tale. Questi sono i discorsi più politici di Mario Draghi, discorsi in cui si gira attorno soprattutto a un tema: il futuro dell'Europa.

 

Il banchiere centrale diventato presidente del Consiglio per un anno e mezzo, nel pieno di una pandemia, parla dello stato dell'Unione europea dall'altra parte dell'oceano, lontano dal Vecchio Continente. Chi lo conosce e lo frequenta, dice che Draghi non fa nulla, o quasi nulla, per caso. Ogni scelta è calcolata, ha una sua scenografia, ha una sua tempistica, ha una sua proiezione.

mario draghi

 

 Mette una netta distanza geografica per proporre di realizzare finalmente l'integrazione dell'Ue, evidenziando la differenza di reazione degli Stati Uniti agli choc ciclici. Bisogna cogliere l'occasione della guerra in Ucraina – dice - e dell'allargamento dell'Unione ai Balcani e a Kiev, dei nuovi approvvigionamenti energetici, della sfida del clima, per ripensare le regole fiscali e riaprire i Trattati, reimpostandoli su presupposti politici, e non più solo tecnocratici.

 

[…]  Quello a Cambridge è apparso a tanti un discorso programmatico. Il dettaglio che insaporisce questa considerazione è un passaggio, al termine del discorso. Draghi prende una sola domanda dal pubblico. Nel video si sente solo il nome, Jason.

MARIO DRAGHI MANGIA DA SOLO ALL AEROPORTO DI FIUMICINO

 

Dovrebbe essere Jason Furman, ex capo dei consiglieri economici di Barack Obama alla Casa Bianca. Gli chiede della riforma del Patto di Stabilità, dei dubbi, eterni, della Germania sull'Italia, sulla sua incapacità di compiere le riforme, di spendere i fondi europei, di ridurre il debito. Draghi alza lo sguardo su tutta l'Unione, in due minuti sintetizza la sua personale idea di Stati Uniti d'Europa che ha tratteggiato per oltre quaranta minuti di intervento.

 

Una delle fonti che abbiamo contattato la definisce «quasi un'autocandidatura». Come se parlasse da presidente del Consiglio europeo. Perché, poi, alla fine, la domanda resta sempre la stessa: cosa farà Mario Draghi? Di certo non si autocandiderà a nulla, il che non vuol dire che non è candidato a qualcosa.

mario draghi al world economic forum 2023. 9

 

Più o meno sappiamo cosa ha fatto in questi trecentosessantacinque giorni dopo il discorso in Senato, la caduta e le dimissioni «irrevocabili». Sappiamo che ha centellinato le apparizioni pubbliche, che è stato ai funerali di Silvio Berlusconi e della moglie di Romano Prodi, alla presentazione del libro del vignettista Emilio Giannelli, alle considerazioni finali della Banca d'Italia.

 

Sappiamo che è stato invitato a tenere conferenze a porte chiuse, e che qualcuna è stata scoperta dalla stampa, qualcun'altra no. Sappiamo che il 22 giugno a Parigi era l'ospite d'onore del World Investment Forum di Amundi, colosso francese del risparmio gestito. Sappiamo che in primavera gli è stata offerta la guida della Nato e lui ha detto: «No, grazie».

 

mario draghi al world economic forum 2023. 8

Sappiamo che Elon Musk, di passaggio in Italia a metà giugno, ha chiesto di vederlo, dopo aver incontrato Giorgia Meloni, che si sono visti, sono stati paparazzati, e che hanno parlato di come funziona l'Europa, delle possibilità di investimento, dei limiti del mercato europeo che stanno stretti a Mr. Tesla, come gli stanno stretti, ora che è anche diventato il padrone di Twitter, i blocchi sull'hate speech.

 

Sappiamo che ha studiato e ha lavorato tanto su due ossessioni: l'Europa, stravolta dalla guerra di Vladimir Putin, e l'inflazione. Sappiamo che ha letto in bozza il libro "Leader per forza" del suo ex capo di gabinetto Antonio Funiciello, in cui si parla tanto di lui e dei mesi passati a Palazzo Chigi.

 

mario draghi al world economic forum 2023. 2

Sappiamo che è andato spesso a cena fuori e che agli inizi di luglio era all'Osteria la Gensola, noto ristorante di Trastevere, e che il giorno dopo sempre lì era a cena il suo ex braccio destro a Palazzo Chigi, Roberto Garofoli. Sappiamo che ha continuato a tenere pranzi di lavoro, incontrare gente, curare le relazioni e la sua rete internazionale. Sappiamo che si è interessato a qualcuna delle grandi nomine di Stato.

 

Sappiamo che non voleva si sapesse del suo colloquio al Quirinale con Sergio Mattarella, a marzo, mentre il governo italiano si trascinava in esasperanti trattative con Bruxelles sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sappiamo che non gli ha fatto piacere come il governo Meloni abbia scaricato su di lui le difficoltà a realizzare il Pnrr. Questo è quello che sappiamo dalle chiacchierate con ex collaboratori e amici.

 

mario draghi elon musk a roma 1

Quello che non sappiamo ma ci viene lasciato intuire è un sentimento di indignazione per come la destra sta trattando i soldi e i progetti del Next Generation Eu. Interi capitoli cancellati o modificati, sulle donne, sul Sud, sulla riforma della concorrenza come elemento fondante.

 

C'è stato un momento in cui si parlava della special relationship tra Meloni e il suo predecessore. Per i primi mesi del nuovo governo nato lo scorso fine ottobre il telefono rosso tra i due ha squillato. Era la premier che chiamava «Mario», per avere qualche consiglio, per chiedere una mano tra i suoi contatti.

 

La nomina di Fabio Panetta alla Banca d'Italia ha ricevuto sicuramente un suo endorsment, come non è impensabile che il ministro dell'Economia e amico Giancarlo Giorgetti lo abbia coinvolto sulle delicate partite europee della candidatura italiana alla Bei e del futuro rappresentante dell'Italia nel board Bce.

 

mario draghi elon musk a roma 6

La frattura con il governo si è consumata quando la paura del fallimento e le pressioni pubbliche hanno spinto i ministri di Fratelli d'Italia e poi anche Meloni a puntare il dito, ripetutamente, contro l'impianto e la governance del piano immaginati dall'ex premier Giuseppe Conte, poi rivisti da Draghi. La reputazione e la credibilità sono due virtù che l'ex presidente della Bce considera intoccabili, l'angolatura che dà più profondità al suo ritratto. Niente è più importante, sostiene, come valore politico ed economico.

 

A Cambridge, a conclusione del discorso americano di cinque giorni fa, Draghi ha detto che l'Italia «deve dimostrare di poter spendere le risorse del Pnrr secondo i tempi, con efficienza e con integrità». Si intravede, malcelato, un giudizio negativo su chi ora ha il potere di salvare o di affossare il Piano.  È forse l'unica volta in cui si è lasciato andare a un'annotazione critica pubblicamente. Altre volte ha fatto arrivare ai giornali le sue precisazioni. C'è un dato psicologico che ci offre un ex collaboratore che ha lavorato al suo fianco ogni giorno e che a suo dire spiega perché Draghi parli più all'estero che in Italia.

 

mario draghi ai funerali della moglie di romano prodi flavia franzoni

Non è solo perché si rimmerge nella sua dimensione internazionale, ma anche perché fuori dai confini ritrova quell'amore, quella stima intellettuale e quel calore che in Italia non sente. Per questo, il suo ritirarsi è una strategia. Per questo, le aspettative su di lui diventano un'attesa. Quando, nel corso di questi mesi, gli sono andati a chiedere se fosse vero che sarebbe finito alla Banca mondiale, o che aveva ricevuto un'offerta milionaria dal fondo Blackrock, Draghi ha seccamente smentito tutto.

 

A quasi 76 anni, l'ex premier continua a dire che un lavoro è capace di trovarselo da solo e che non è interessato alle nomine per i massimi vertici europei, Consiglio e Commissione. Anche perché l'ex presidente della Bce non è un ingenuo, sa che si tratta di nomine politiche, che si reggono su particolari equilibri e che la sua è una figura ingombrante come quella dell'ex cancelliera Angela Merkel. Ma sa anche che il presidente francese Emmanuel Macron lo adora e potrebbe spendere il suo nome.

 

mario draghi ai funerali della moglie di romano prodi flavia franzoni 1

C'è comunque un fatto che segna una novità nella nuova vita di Draghi, ed è quello da cui siamo partiti: in poco più di un mese ha tenuto due discorsi (tre, se si somma l'intervento a Parigi) potentemente politici sulla costruzione dell'Europa. E poi c'è un'omissione, voluta, sull'unica carica a cui, a dire di tutti, sarebbe realmente interessato, a cui non ha fatto nulla per evitare di sembrare interessato, quando gli sfuggì nel gennaio 2022, l'unica a cui in qualche modo la sua suonò – quella volta sì - come un'autocandidatura: il Quirinale.

MARIO DRAGHI A CAMBRIDGEchristine lagarde jean claude trichet mario draghi 25 anni di bce colle buone o colle cattive mario draghi vignetta di riccardo mannelli MARIO DRAGHI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI EMILIO GIANNELLIEMILIO GIANNELLI E MARIO DRAGHIhenry kissinger mario draghimario draghi 2 jean claude trichet mario draghi christine lagarde 25 anni di bce mario draghi daniele franco considerazioni finali di ignazio visco 2023 mario draghi alle considerazioni finali di ignazio visco 2023 mario monti e mario draghi considerazioni finali ignazio visco 2023 MARIO DRAGHI AI FUNERALI DI SILVIO BERLUSCONI

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…