xi jinping giorgia meloni joe biden

LO ZIO SAM NON HA DUBBI: L’ITALIA DEVE STRACCIARE L’ACCORDO SULLA VIA DELLA SETA – GIORGIA MELONI È RIUSCITA A OTTENERE TEMPO E A SPOSTARE ALL’AUTUNNO LA DECISIONE SUL RINNOVO DEL MEMORANDUM CON PECHINO. LA DUCETTA DEVE STUDIARE LE CONTROMOSSE, EVITARE LA RITORSIONE CINESE E NON FAR INCAZZARE TROPPO GLI USA - MA LO SLITTAMENTO NON RESTERÀ SENZA CONSEGUENZE: NONOSTANTE L’ATLANTISMO SENZA LIMITISMO DI “DONNA GIORGIA”, LA SUA VISITA A WASHINGTON CONTINUA A SLITTARE (DOVEVA ESSERCI A INIZIO PRIMAVERA, SE TUTTO VA BENE SARÀ A LUGLIO)

Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli e Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

JOE BIDEN GIORGIA MELONI

Non sarà la Via della Seta a monopolizzare i bilaterali di Giorgia Meloni al G7 giapponese.

Non sarà il dilemma sulla disdetta della Belt and Road a imbarazzare la premier al cospetto dei leader occidentali e, in particolare, di Joe Biden. O almeno, così spera Palazzo Chigi.

 

La ragione è che la diplomazia italiana avrebbe chiesto e a fatica ottenuto un benestare americano di massima per spostare il momento della decisione sul rinnovo del memorandum all’autunno. Sottraendolo al passaggio critico del summit di Hiroshima. A un muro contro muro con Pechino. Evitando che diventi una pura e semplice prova di fedeltà verso Washington, che esporrebbe Roma alla ritorsione cinese.

 

meloni xi jinping

Permettendo di esplorare exit strategy che contengano i danni di un eventuale - e altamente probabile - addio all’accordo con il Dragone. Ed evitando alla premier - almeno per qualche settimana - di doversi esporre su un dossier diventato sempre più scomodo.

 

Ma sia chiaro: il problema non è risolto, né è possibile immaginare che possa esserlo soltanto grazie a un rinvio, soprattutto in vista della visita della premier alla Casa Bianca, dove non potrà evitare il tema.

 

[…] Tenendo un briefing sull ’Air Force One verso il Giappone il consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan ha detto che la Casa Bianca sta lavorando a «diversi incontri» e quindi non è escluso che il presidente possa rivedere la premier.

 

XI JINPING GIUSEPPE CONTE

La conversazione a Bali fu lunga e positiva. Ma con una chiara richiesta americana: ritiratevi dalla Via della Seta. Quel paletto non è mai venuto meno. La premier ha però provato a conquistare la fiducia della Casa Bianca attestandosi su una decisa posizione atlantica nella crisi ucraina.

 

Lo scalpo portato da Meloni agli Usa è stato l’invio di altre armi a Kiev, compreso lo scudo antimissilistico Samp-T. Con un ulteriore sforzo necessario ad ammorbidire Washington: la progressiva riduzione dell’offensiva verbale di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini a favore delle ragioni di Putin. Chiesta e ottenuta direttamente dalla presidente del Consiglio ai suoi alleati.

 

putin berlusconi

[…] Non che questo sia bastato a sedare del tutto le ansie americane. Meloni è riuscita però a comprare tempo. E a congelare ogni decisione durante i mesi estivi, che dovrebbero dare indicazioni sull’andamento della controffensiva ucraina. Posticipando la decisione, Palazzo Chigi segnala agli Usa una necessità: evitare fratture con la Cina in un momento delicato, mentre è in corso una mediazione di Pechino nel conflitto e lo sforzo diplomatico del Vaticano.

 

MATTEO SALVINI CON MAGLIETTA DI PUTIN AL PARLAMENTO EUROPEO

È una pausa dal problema, naturalmente. Ma come intende poi procedere Meloni nel negoziato con i cinesi? La proposta è ragionare da qui all’autunno per individuare una soluzione che non susciti risentimento nelle istituzioni cinesi, ma tenga salda l’esigenza di un rapporto privilegiato con Washington. Soluzione tutta da scrivere, partendo da alcuni dati reali che rendono complesso il futuro italiano nella Via della Seta.

Primo: il memorandum ha generato vantaggi economici solo per i cinesi. Secondo: l’Italia avrebbe addirittura perso terreno commerciale a causa dell’accordo. Terzo: l’eventuale via d’uscita dal patto può essere compensata da nuove intese con il Dragone. Per non stracciare del tutto la collaborazione ed evitare di creare un solco troppo largo con Xi. Non è detto che Pechino accetti. E che la Casa Bianca […] non torni a mostrare nervosismo.

 

volodymyr zelensky giorgia meloni

L’amministrazione Biden infatti non prevede piani B alla disdetta, e un’eventuale futura amministrazione repubblicana terrebbe la stessa linea. Nella speranza di Palazzo Chigi, però, il presidente avrebbe compreso le ragioni di una “progressività” italiana che porti comunque all’uscita dalla Belt and Road .

 

Il viaggio della premier a Washington è il segnale più evidente del problema. Meloni ha scommesso sugli americani per compensare un isolamento europeo sempre più angosciante. E per ammortizzare uno scontro, quello con la Francia, che la accompagnerà almeno fino alle Europee del 2024. Eppure, nonostante gli sforzi, proprio il nodo della Via della Seta ha provocato un effetto nefasto: la sua visita alla Casa Bianca è slittata, e poi slittata ancora. Dalla primavera a maggio, infine a fine giugno. Adesso potrebbe tenersi a inizio luglio, nella migliore delle ipotesi. Ma non è possibile escludere che si arrivi fino a settembre […]. […]

SILVIO BERLUSCONI VLADIMIR PUTIN - MEME BY CARLI silvio berlusconi vladimir putinxi jinping contejoko widodo giorgia meloni xi jinping g20 bali giorgia meloni xi jinping

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