volodymyr zelensky ursula von der leyen giorgia meloni keir starmer emmanuel macron donald tusk pedro sanchez

AL POVERO ZELENSKY RESTA SOLO L’EUROPA: QUINDI, È FREGATO – IL PRESIDENTE UCRAINO HA CAPITO CHE TRUMP LO HA MOLLATO AL SUO DESTINO: "GLI USA VOGLIONO COMPIACERE PUTIN. LA CAPACITÀ DI DIFESA EUROPEA È DEBOLE" - IL VERTICE ORGANIZZATO DA MACRON È IL SOLITO FLOP: GLI UNDICI LEADER AL TAVOLO DELL’ELISEO SONO DIVISI SULL’INVIO DI TRUPPE. FAVOREVOLI REGNO UNITO E FRANCIA, CONTRARI ITALIA E ANCHE I TURBO-ATLANTISTI POLACCHI, CHE NON VOGLIONO CEDERE SOLDATI A KIEV PER PAURA DI ESSERE INVASI LORO DAI RUSSI – MACRON CHIAMA TRUMP E ANNUNCIA: “VOGLIAMO UNA PACE SOLIDA E DURATURA. DOBBIAMO INVESTIRE MEGLIO E DI PIÙ SULLA DIFESA EUROPEA” (SON VENT’ANNI CHE LO DITE…)

VERTICE EUROPEO PER L UCRAINA A PARIGI

ZELENSKY, 'GLI USA VOGLIONO COMPIACERE PUTIN'

(ANSA-AFP) - Gli Stati Uniti "vogliono compiacere Putin". Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista all'emittente pubblica tedesca Ard, giudicando "debole" la capacità di difesa europea.

 

"Il problema è che gli Stati Uniti oggi dicono cose che sono molto gradite a Putin. Penso che sia lì il problema. Perché vogliono compiacerlo", ha detto il leader nell'intervista registrata sabato e andata in onda oggi. Per quanto riguarda "il numero di truppe da combattimento, la flotta, l'aeronautica, i droni, onestamente penso che l'Europa sia debole", ha aggiunto.

 

MACRON, COLLOQUI CON TRUMP E ZELENSKY DOPO VERTICE PARIGI

(ANSA) - "Dopo aver riunito diversi leader europei, ho appena parlato con il presidente Trump, poi con il presidente Zelensky. Vogliamo una pace solida e duratura in Ucraina. A tal fine, la Russia deve porre fine alla sua aggressione e ciò deve essere accompagnato da garanzie di sicurezza forti e credibili per gli ucraini.

 

Altrimenti il ;;rischio sarebbe quello di vedere finire questo cessate il fuoco come è avvenuto con gli accordi di Minsk. Lavoreremo su questo con tutti gli europei, gli americani e gli ucraini. Questa è la chiave": lo scrive in un messaggio pubblicato a tarda notte su X il presidente francese, Emmanuel Macron.

 

MACRON, INVESTIRE MEGLIO E DI PIÙ SULLA DIFESA EUROPEA

donald trump emmanuel macron volodymyr zelensky

(ANSA) - "Siamo convinti che gli europei dovranno investire meglio, di più e insieme per la loro sicurezza e difesa, oggi e in futuro": lo scrive il presidente francese, Emmanuel Macron, in un messaggio pubblicato a tarda notte su X dopo il vertice informale di Parigi per studiare una strategia comune europea dinanzi agli Stati Uniti di Donald Trump.

 

"Per fare questo, gli europei vogliono accelerare l'attuazione della propria agenda di sovranità, sicurezza e competitività. I lavori proseguiranno sulla base delle proposte della Commissione Ue, sia sul sostegno all'Ucraina che sullo sviluppo e sugli investimenti nella nostra difesa. Dobbiamo semplicemente mettere in pratica questa agenda, definita nel 2022 al vertice di Versailles. Decisioni, azioni, coerenza. Velocemente. Continuerò queste discussioni nei prossimi giorni", conclude Macron.

MELONI - MUSK - TRUMP - MACRON MURALE IN VIA DELLA PILOTTA ROMA

 

CASA BIANCA, TELEFONATA TRUMP-MACRON AMICHEVOLE, PARLATO DI KIEV

(ANSA) - Donald Trump e il presidente francese Emmanuel Macron hanno avuto una telefonata "amichevole" durata circa mezz'ora. Lo riferisce la Casa Bianca. I due leader "hanno parlato della guerra in Ucraina, dell'incontro tra i Paesi europei e dei colloqui in Arabia Saudita fra i funzionari americani e russi", aggiunge la Casa Bianca.

 

L’EUROPA NON ABBANDONA L’UCRAINA LEADER DIVISI SULLE TRUPPE DI PACE

Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

 

VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN

«L’Ucraina merita una pace ottenuta grazie alla forza», dice Ursula von der Leyen, invocando un «aumento della difesa in Europa». E diffonde la foto simbolo dell’incontro: undici leader che discutono intorno a un tavolo. Già questa immagine spiega la differenza tra l’Europa e i due blocchi un tempo avversari e ormai vicini, la Russia di Vladimir Putin e gli Stati Uniti di Donald Trump, entrambi guidati con spregiudicatezza, velocità e decisionismo da un dittatore e un presidente dotati di poteri enormi.

 

DONALD TRUMP E VLADIMIR PUTIN - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

L’unico successo certo della giornata è che gli undici europei siano riusciti a incontrarsi nel giro di poche ore, invitati con urgenza dal presidente Emmanuel Macron per rispondere allo «strappo» americano di Monaco. Ma la «riunione informale» di Parigi sembra avere cristallizzato, invece che appianato, le differenze.

 

Si è parlato di due questioni principali: l’invio o meno di truppe europee in Ucraina per garantire un eventuale cessate il fuoco, e l’aumento delle spese militari: se superassero il 2 per cento del Pil, potrebbero essere escluse dal calcolo del deficit e dai parametri di Maastricht, come ha suggerito per la prima volta la Germania (un tempo più rigorosa) del cancelliere Olaf Scholz, dopo le dichiarazioni nella stessa direzione del commissario all’Economia Dombrovskis al termine dell’Eurogruppo a Bruxelles.

macron trump

 

Quanto all’invio di truppe per una missione di peacekeeping , il vero test di unità continentale, alcuni Paesi della Ue — Francia, gli scandinavi e i Baltici rappresentati ieri all’Eliseo dalla premier danese Mette Frederiksen — più il Regno Unito si dichiarano disponibili. […]

 

Se la cifra di oltre 200 mila uomini avanzata dal presidente ucraino Zelensky è stata giudicata irrealistica giorni fa dallo stesso Macron, secondo fonti americane citate dal Washington Post la Francia e il Regno Unito sarebbero disponibili a inviare una forza di 25-30 mila uomini, dei quali 10 mila francesi e il resto britannici e di altri Paesi. In cambio gli Stati Uniti, che però spingono per una presenza anche di Paesi non europei (per esempio Cina e Brasile), offrirebbero intelligence ed eventuale copertura aerea.

Ma molti altri Paesi frenano: Spagna, Polonia, e soprattutto Italia e Germania.

 

SAN VALENTINI BY TRUMP E MELONI - VIGNETTA BY GIANNELLI

«Soluzione inefficace», per la premier Giorgia Meloni, che sottolinea come le discussioni di Parigi non vadano interpretate come un «fronte anti-Trump». Anche Olaf Scholz è netto sull’invio di soldati europei per mantenere la pace: «Credo che sia del tutto prematuro e inappropriato parlarne ora. Non siamo ancora alla pace, ma nel mezzo di una guerra che la Russia sta ancora portando avanti».

 

Europei divisi anche sull’atteggiamento da tenere nei confronti degli Stati Uniti. Sono ancora nostri alleati, o no? Macron ha parlato a Trump per oltre 20 minuti prima dell’inizio della riunione, ma se ha organizzato l’incontro era proprio per rafforzare la sua idea di «autonomia strategica» dagli Stati Uniti, sperando che «l’elettrochoc» delle dichiarazioni distensive di Trump su Putin e di JD Vance a Monaco spingessero i grandi d’Europa a una risposta unitaria, di affrancamento dalla protezione americana.

 

VOLODYMYR ZELENSKY E VLADIMIR PUTIN COME PUGILI SUL RING - FOTO CREATA CON GROK

Non è stato così. Meloni ha ribadito che non c’è sicurezza in Europa senza gli Stati Uniti, e anche Germania e Regno Unito hanno sostenuto la stessa tesi. «Non ci deve essere alcuna divisione sulla sicurezza tra Europa e Stati Uniti — ha detto Scholz —. La Nato (presente ieri a Parigi con il segretario Mark Rutte, ndr ) si basa sul fatto che dobbiamo sempre agire insieme e condividere i rischi». E Starmer: «Una rete di protezione americana resta necessaria». Alla fine, l’unico a non prendere la parola alla fine del vertice è stato il solitamente loquace Emmanuel Macron.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”