joe biden jerome powell donald trump

“L’ECONOMIA AMERICANA HA RETTO A LUNGO E BENE, MA LE CREPE COMINCIANO A ESSERE EVIDENTI” – IL PREMIO NOBEL PAUL KRUGMAN ANALIZZA LA “PRE-RECESSIONE” NEGLI STATI UNITI, E ACCUSA LA FED DI NON AVER FATTO ABBASTANZA, MANTENENDO ALTI I TASSI DI INTERESSE: “HA COMMESSO UN ERRORE” – IL RISCHIO “POLITICO”: “SE A SETTEMBRE LA FED TAGLIERÀ I TASSI, SI TROVERÀ AD AFFRONTARE UN FUOCO DI FILA DI CRITICHE DA PARTE DEI REPUBBLICANI, MA…”

Estratto dell’articolo di Paul Krugman per “The New York Times” pubblicato da “la Stampa”

 

paul krugman 1

[…] Gli Stati Uniti probabilmente (e sottolineo probabilmente) non sono ancora entrati in recessione. L'economia però appare decisamente in pre-recessione. I policymaker - in sostanza al momento la Federal Reserve - devono intervenire subito per scongiurare i rischi di un grave declino economico.

 

Una cosa è chiara già adesso: alla fine di luglio, quando non ha tagliato i tassi, la Fed ha commesso un errore. In verità, probabilmente avrebbe dovuto iniziare a farlo mesi fa. Purtroppo, non si possono far tornare indietro le lancette dell'orologio. Di sicuro, comunque, l'Open Market Committee della Fed, che fissa i tassi di interesse a breve termine, può e dovrebbe intervenire con un taglio consistente […] alla sua prossima riunione programmata a metà settembre.

 

DONALD TRUMP JEROME POWELL

A noi non resta che sperare che il recente calo dei tassi di interesse a lungo termine, che riflette le aspettative di futuri tagli della Fed, sia sufficiente a scongiurare una crisi economica immotivata.

 

Perché dico che l'economia sembra in pre-recessione? Il fattore più importante è il tasso di disoccupazione, che nel corso degli ultimi mesi è andato gradualmente aumentando. Il rapporto sull'occupazione dei primi di agosto ha attivato la Regola di Sahm, secondo cui un aumento abbastanza consistente del tasso di disoccupazione è un indicatore importante dell'inizio di una recessione economica.

 

JEROME POWELL FED

Molti studiosi di economia, compresa Claudia Sahm che ha articolato questa regola, credono che per una molteplicità di motivi tecnici le cose potrebbero non essere così cupe come sembrano. Anche così, però, la situazione è inquietante.

 

Non si tratta soltanto dei dati ufficiali. Rilevamenti indipendenti e voci che circolano indicano anch'esse un'economia in frenata. La valutazione del mercato del lavoro da parte dei consumatori intervistati da Conference Board è peggiorata, Amazon ha avvisato che i consumatori sembrano essere guardinghi, e così via.

 

Niente di tutto questo sta a segnalare indiscutibilmente l'incombere di una recessione, ma in ogni caso tutto questo indica un maggior rischio di recessione economica nell'immediato futuro.

 

FEDERAL RESERVE

Sono sicuro al cento per cento che avremo una recessione se la Fed non interverrà rapidamente per tagliare i tassi? Naturalmente no. Niente è sicuro in economia, né nella vita, più in generale. Di sicuro, comunque, i policymaker che aspettano di essere assolutamente sicuri prima di fare qualcosa agiranno sempre troppo tardi.

 

Insomma, come siamo arrivati a questo punto? In reazione all'aumento dell'inflazione del 2021-2022, la Fed ha aumentato molto i tassi di interesse. […] Non penso che la Fed avesse altra scelta, tenuto conto del rischio percepito che l'inflazione potesse diventare endemica nell'economia, come era accaduto negli anni Settanta.

 

Nella seconda metà del 2023, però, è diventato ovvio che i timori di un ritorno a quello scenario degli anni Settanta erano fuori luogo; l'inflazione stava rallentando in modo costante, senza anni di alta disoccupazione che alcuni economisti affermavano erroneamente essere necessari.

 

elissa leonard jerome powell cena di gala alla casa bianca

La Fed, però, non ha reagito all'inflazione in calo con un taglio dei tassi di interesse, apparentemente perché non intenzionata a intervenire prima di essere assolutamente sicura che l'inflazione fosse ritornata al suo target. […]

 

In un certo senso, la Fed può essere stata vittima di un falso statistico: le cifre ufficiali hanno evidenziato un'inflazione mensile in rialzo all'inizio del 2024 ma, come ho scritto all'epoca, sembrava trattarsi di una discrepanza nei dati, più che di qualcosa di concretamente accaduto.

 

Oltre a ciò, comunque, è difficile sfuggire alla sensazione che la Fed sia stata paralizzata, in certa qual misura, da un disturbo post traumatico da stress dell'inflazione. Avendo dovuto affrontare forti critiche per essersi mossa troppo lentamente per alzare i tassi quando l'inflazione ha iniziato a salire alcuni anni fa, la Fed può aver compensato evitando di tagliare i tassi quando l'inflazione ha iniziato a diminuire. La nostra economia ha retto a lungo incredibilmente bene, nonostante tassi di interesse molto alti; adesso, però, le crepe cominciano a essere evidenti.

 

DONALD TRUMP JEROME POWELL

Particolarmente irritante nella situazione attuale è il fatto che potremmo essere in procinto di strappare una sconfitta dalle fauci della vittoria. In questo preciso momento, l'America in sostanza ha raggiunto quello che molti economisti consideravano impossibile: un soft landing, un atterraggio morbido nel quale siamo riusciti ad avere un'inflazione in calo senza una disoccupazione alta. Nondimeno, siamo sempre più a rischio di andare incontro a molte sofferenze inutili soltanto perché il pilota ha atteso troppo a lungo prima di tirare la cloche.

 

LA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK

Ancora una cosa: se a settembre la Fed taglierà i tassi, probabilmente si troverà ad affrontare un fuoco di fila di critiche da parte dei repubblicani che l'accuseranno di voler aiutare Kamala Harris a sconfiggere Donald Trump nelle elezioni per la presidenza. Ebbene sì, un taglio degli interessi probabilmente aiuterebbe i democratici, in buona parte perché farebbe capire quanto l'America sia riuscita a mettere con successo sotto controllo l'inflazione.

 

La politica, in ogni caso, non dovrebbe influenzare la decisione della Fed, e io spero proprio che non lo faccia. Difatti, le motivazioni economiche per procedere a sostanziosi tagli dei tassi sono inconfutabili. La Fed agirebbe politicamente se non reagisse a quelle motivazioni economiche soltanto perché le elezioni sono imminenti.

L ORO NELLA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO