fabrizio corona massimiliano parente

''ODIAVO FABRIZIO CORONA FINCHÉ NON HO LETTO IL SUO LIBRO'' - M.PARENTE: ''È MOLTO PIÙ INTERESSANTE E BEN SCRITTO DI QUELLE MINESTRINE SOPORIFERE E SOCIALI CHE VANNO ALLO STREGA, CHE PARLANO DI UNA SOCIETÀ CHE NON CONOSCONO, QUELLA INVENTATA DAGLI INTELLETTUALI - È SPAVALDO, STRAFOTTENTE, TALVOLTA ANCHE FRAGILE, SENTIMENTALE, COMMOVENTE, DISSACRANTE, SINCERO FINO ALL’INVEROSIMILE. UN EROE RICATTATORE, CHE HA FATTO DELLA SUA VITA…''

Massimiliano Parente per ''il Giornale''

 

FABRIZIO CORONA

Io, confesso, odiavo Fabrizio Corona. Perché lo consideravo il mio opposto: io una vita da scrittore misantropo, chiuso in casa a scrivere le mie opere, fuori da ogni salotto letterario, lui dentro un mondo di paillettes e gossip e vita mondana con un unico valore: fare soldi. Ebbene, mi sono ricreduto. Come? Leggendo il suo libro Come ho inventato l’Italia, appena pubblicato da La Nave di Teseo, e cioè da Elisabetta Sgarbi, che ha capito prima di me ciò che io ho capito ora. 

 

Insomma, questo libro è molto più vicino a me scrittore di quanto lo siano i vari romanzi ogni anno premiati e candidati al Premio Strega, tutte minestrine soporifere e sociali che parlano di una società che non conoscono, quella inventata dagli intellettuali, dai letterati con la puzza sotto il naso, e non c’è cosa più noiosa di un intellettuale che parla della società.

 

Per cui ho letto il libro di Corona come se fosse un romanzo, anche perché è talmente romanzesco quello che racconta che è difficile non leggerlo così, bisognerebbe farne una serie su Netflix. Anzitutto è scritto benissimo, altro che i Carofiglio, i Cognetti, gli Albinati, i Piccolo, le murge, le parrelle, gli impiegati del politicamente corretto e del narrativamente inutile. Corona ha fatto della sua stessa vita un romanzo, e se l’è scritto da solo, appena uscito dal carcere dove dovrà tornare (minchia, danno meno anni a chi ha ucciso qualcuno che a Corona per delle foto), e quando inizi a leggerlo non riesci a staccarti.

 

FABRIZIO CORONA LIBRO

Non tanto perché sia vero quello che scrive, sebbene sia anche vero, ma non è questo il punto. Ciò che mi avvicina a Corona è che lui sta al sistema del gossip quanto io sto alla letteratura, esiste per farlo saltare, pur facendone parte, ha il coraggio di mettersi in gioco completamente, e in questo gioco è lui a vincere, perché è vero, perché in un mondo di ipocriti lui è sincero e l’ipocrisia altrui è il suo business. 

 

Inoltre, cosa non trascurabile, non risparmia se stesso, come diceva Paul Valéry prende a calci gli altri ma non di più né di meno che se stesso, come nella copertina dove sono coperte solo le sue parti intime, con un biglietto da cento euro, che farà inorridire i benpensanti anticapitalisti. Delirio di onnipotenza, per carità, a cominciare dall’incipit: «Innanzitutto, io sono Dio. Tu che leggi, alza la testa dalla pagina. Vicino a te c’è una finestra? Che piano è, il terzo? Il quinto? Bene: se io mi buttassi di sotto non mi succederebbe nulla. Tu non farlo, tu sei mortale». Con il contrappunto delle conversazioni con la mamma, formidabile invenzione letteraria (sicuramente anche reale, ma che importa?) che tenta di riportare il nostro protagonista alla realtà. Ma probabilmente sbaglia la mamma. 

massimiliano parente foto di bacco

 

Mi sono sempre vantato di non avere una privacy, dei miei segreti più intimi sono stato io a scriverne nei miei romanzi, ma Corona si muove, nella vita e nel libro, in un universo di gente che vive per l’immagine e che ha paura della propria realtà, e sprofondando in questo mondo lo rende un business, riesce perfino a organizzare una vendita delle proprie foto in carcere, rendendo la propria immagine una fonte di guadagno.

 

Ha uno spirito da Pablo Escobar, ma non è criminale come Pablo Escobar, alla fine è un vendicatore.

Avete presente l’Italia che vi racconta Roberto Saviano, con quel piglio da prete moralizzatore, che dopo due pagine vi addormentate, perché non c’è nulla di più noioso di un moralizzatore? Il libro di Corona, che per me è un romanzo, nel senso più alto del termine, è fiction che coincide con la realtà ma lo leggo come fiction, è un capolavoro di teatralizzazione di se stessi, di narrativa, e anche di lettura di un grande pezzo della società italiana.

 

FABRIZIO CORONA BARBARA D URSO

È perfino morale, non moralistico ma morale, perché non c’è niente di più morale che non nascondersi. Ragione per cui mi hanno sempre fatto sorridere le paranoie delle persone sulla privacy, perfino le resistenze quando si parla di tracciarle per sconfiggere una pandemia: ma cosa avete da nascondere, visto che mettete tutto su Instagram? Everybody lies, diceva Doctor House, e nella società dello spettacolo ancora di più, e Corona ne è la nemesi. 

 

È spavaldo, strafottente, talvolta anche fragile, sentimentale, commovente, dissacrante, sincero fino all’inverosimile. La mia iniziale antipatia è diventata una simpatia spassionata. Leggete questo libro, che spero sia candidato dall’editore al Premio Strega, premio di mediocri ipocriti e letterati parrucconi che merita un riscatto, perché in una società di ricattabili, mi piace da morire questo eroe ricattatore, che ha fatto della sua vita votata al denaro un’opera d’arte.

 

www.massimilianoparente.com

FABRIZIO CORONA FABRIZIO CORONAfabrizio corona 1fabrizio corona 9fabrizio corona 10FABRIZIO CORONA IN AMBULANZA il mistero delle lacrime di corona su instagram 2FABRIZIO CORONA IN AMBULANZAFABRIZIO CORONA CON ROLEX DAYTONA CHOCOLATEFABRIZIO CORONA CON ROLEX DAYTONA CHOCOLATE

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)