pink floyd

ANOTHER BRICK IN LAGUNA – I PINK FLOYD A VENEZIA: LO SHOW PIU’ CONTESTATO DELLA STORIA DEL ROCK – NEL 1989 IL PALCO GALLEGGIANTE DAVANTI A SAN MARCO - GIANNI DE MICHELIS SOGNAVA DI CANDIDARE LA SUA VENEZIA A EXPO 2000 E QUINDI ERA FAVOREVOLE ALLA VETRINA PLANETARIA - LE POLEMICHE INIZIARONO DOPO: FU UNO SFACELO, CON IMMONDIZIA OVUNQUE - DAVID GILMOUR: “CERCARONO DI INCOLPARE NOI DI TUTTI I PROBLEMI" - VIDEO

 

 

Paolo Giordano per il Giornale

 

pink floyd

Sulla carta era il concerto più spettacolare della storia: i Pink Floyd su di un palco galleggiante a Venezia davanti a San Marco. In realtà si è rivelato lo show più contestato di sempre, roba che oggi ci farebbero decine di talk show e miliardi di post sui social, ma che allora sfociò «soltanto» in interpellanze parlamentari e polemiche sui giornali. Dunque.

 

Dopo alcuni concerti italiani, i Pink Floyd accettarono la proposta del promoter Fran Tomasi di tenere proprio a Venezia uno dei concerti conclusivi del A Momentary Lapse of Reason European Tour.

 

pink floyd

Il 15 luglio 1989. Festa del Redentore, tradizione massima della Laguna. Il palco era galleggiante nel bacino di San Marco davanti al Palazzo Ducale. Gli spettatori che effettivamente seguirono l'evento, tra quelli sulle imbarcazioni e quelli stipati nella piazza della Basilica, furono poi circa duecentomila. Il concerto fu trasmesso in mondovisione per circa cento milioni di spettatori, compresi quelli dell'Urss alla vigilia della fine e quelli delle due Germanie (Est e Ovest) alla viglia della riunificazione.

 

Solo negli Stati Uniti il kolossal dei Pink Floyd fu seguito da 20 milioni di spettatori. In Italia furono più di tre milioni e mezzo, con uno share del 30 per cento per un investimento della Rai pari a un miliardo di lire circa, insomma mica bruscolini. Ma a fare la differenza tra un concerto-evento e un concerto-caso è stata come sempre la politica. Tanto per capirci, il sindaco di Venezia non firmò mai l'ordinanza che autorizzava il concerto.

 

gianni de michelis

Ci pensò il vicesindaco Cesare De Piccoli ma appena un'ora prima che la band salisse sul palco, quando ormai molti avevano perso le speranze anche se la piazza era già strapiena di pubblico. Fu il momento più teso dopo mesi di polemiche sull'opportunità di tenere un concerto rock in uno dei luoghi più suggestivi del mondo e di tenerlo davanti a così tante persone che avrebbero potuto danneggiare il patrimonio artistico di uno dei posti più belli e invidiati da secoli.

 

pink floyd venezia 11

 L'amplificazione dei Pink Floyd fu pesantemente penalizzata, visto che non avrebbe potuto superare la barriera dei sessanta decibel (oggi sarebbe quasi ridicolo). E la stessa scaletta del concerto fu compressa e ridotta per esigenze televisive e satellitari. Come abituale in Italia, i Pink Floyd interessavano alla politica soltanto in vista di qualche scadenza elettorale o di qualche programma di investimenti.

gianni de michelis 2

 

In questo caso, l'allora vicepresidente del Consiglio Gianni De Michelis sognava di candidare la sua Venezia a Expo 2000 e quindi era stra favorevole alla vetrina planetaria che la città si sarebbe garantita in tutto il mondo. Mezza Democrazia Cristiana e i proto ambientalisti non erano invece d'accordo e c'è da capirli: le prospettive musicali erano superlative, ma quelle logistiche lo erano molto meno.

 

pink floyd 2

E difatti il concerto dei Pink Floyd si è trasformato in uno dei casi più eclatanti della storia del rock. Attenzione: la musica c'entra poco. Il concerto dei Pink Floyd è stato superlativo, anche se compresso nei tempi, con un set di luci e una scaletta da mettere i brividi a chiunque ami la musica. Per capirci, la scaletta prevedeva soltanto 14 brani tra i quali Shine On You Crazy Diamond, Learning to Fly, The Great Gig in the Sky, Wish You Were Here, Money, Another Brick in the Wall (Part 2) e Comfortably Numb. Ossia praticamente una benedizione rock.

 

david gilmour

Ma, una volta andato in scena il concerto, a scatenare le vere polemiche fu ciò che le telecamere inquadrarono dopo che la musica era finita. Uno sfacelo. Immondizia dappertutto. Ragazzi per terra in mezzo alle bottiglie vuote. Le immagini sono impietose e circolano ancora adesso dopo trent' anni. Si calcolarono circa trecento tonnellate di rifiuti e cinquecento metri cubi di lattine e bottiglie vuote, che peraltro l'Amiu locale iniziò a raccogliere soltanto due giorni dopo, con l'aiuto dell'Esercito. Patatrac.

david gilmour roger waters 1

 

La giunta comunale si dimise, anche se pochi giorni dopo il Consiglio comunale rielesse una nuova giunta sostanzialmente identica. In ogni caso, il concerto di Venezia dei Pink Floyd è probabilmente l'evento rock politicamente più contestato di sempre ed è diventato «il caso principe» nelle discussioni in merito agli eventi musicali in luoghi d'arte aperti a un pubblico immenso.

 

David Gilmour, che non è soltanto uno dei chitarristi più decisivi del rock ma è anche il vero depositario della storia di questa band, ha fatto così il proprio bilancio: «Ci siamo divertiti molto, ma le autorità cittadine che avevano accettato di fornire i servizi di sicurezza, i servizi igienici e il cibo hanno completamente rinnegato tutto quello che dovevano fare e poi hanno cercato di incolpare noi di tutti i problemi successivi». Insomma il solito copione: il rock va in scena ma il concerto delle polemiche inizia sempre dopo.

 

roger waters incazzato con david gilmourgianni de michelis 3pink floyd venezia

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…