LA APPLE SI BEVE LA COCA-COLA - OGGI IL MARCHIO PIÙ NOTO AL MONDO È QUELLO DELLA MELA DI STEVE JOBS

Stefano Righi per "CorriereEconomia-Corriere della Sera"

Rivoluzione informatica. Per la prima volta da quando Interbrand realizza la classifica dei marchi più noti al mondo, Coca-Cola non è prima nella graduatoria. Il colosso dei soft drink scivola addirittura al terzo posto, allontanata dal vertice dall'onda lunga di Internet. Infatti, nei primi cinque posti, quattro sono le società riconducibili direttamente al mondo dell'information technology: Apple, Google, Ibm, Microsoft.

Le aziende cui corrispondono i cinque marchi più forti al mondo (marchi, non fatturati!), sono le medesime dello scorso anno, ma il doppio sorpasso subito da Coca-Cola è l'indicatore più evidente del cambiamento in atto: di un mondo che non è più uguale a quello di ieri. Se le bollicine di Atlanta sono state il più fantastico esempio di marketing applicato - la longa manus di un certo modo di vedere l'America anche al di fuori dei confini dell'Unione - le file all'alba, in Cina, dei potenziali acquirenti dell'ultimo telefono della Apple, dimostrano che la sete è passata e che il consumatore globale ora vuole altro.

Certo, parlare di crisi della Coca-Cola sarebbe totalmente improprio: il gruppo di Atlanta ha chiuso il primo semestre 2013 con un utile netto dopo le tasse di 4,46 miliardi di dollari, con volumi di vendita in crescita dell'1 per cento sul primo trimestre dell'anno e del 3 per cento rispetto al primo semestre 2012. Ma ciò non toglie che questa è l'era dell'information technology e il vecchio ritornello have a Coke and a smile, è probabilmente rimasto senza sorriso. L'Italia c'è, con Gucci, Prada e Ferrari: marchi che fanno sognare anche se non sono aziende enormi. Marchi di qualità, più che di mass market.

Il simbolo
La Apple anche senza Steve Jobs è invece il marchio più ricco e conosciuto al mondo. La stima di Interbrand porta la casa di Cupertino a valere 98,3 miliardi di dollari, contro i 93,2 miliardi di Google, i 79,2 di Coca-Cola, i 78,8 di Ibm e i 59,5 di Microsoft.

Peraltro, tutte le prime otto aziende della classifica hanno visto crescere il valore del loro marchio nel corso dell'ultimo anno: solo Intel, nona, vale il 5 per cento in meno rispetto a dodici mesi prima. Ma nessuno ha corso come le prime due: Coca-Cola è cresciuta del 2 per cento in valore del marchio, Google del 34 per cento, Apple del 28 per cento. Da quando sono entrate in classifica, Apple (anno 2000, valeva 6,6 miliardi ed era in 36esima posizione) ha guadagnato il 1.391 per cento e Google (2008) il 265 per cento.

Tutta la parte alta della classifica è dominata dalla tecnologia. General Electric, sesta, con un valore del marchio che sfiora i 47 miliardi di dollari (meno della metà di Apple), è un conglomerato industriale e finanziario dove la parte di conoscenza tecnologica ha un ruolo determinante nella supremazia nei confronti della concorrenza. Samsung, ottava, con una crescita del 20 per cento nell'ultimo anno a quasi 40 miliardi di valore del marchio, è la risposta orientale allo strapotere di Apple nel mondo degli smartphone e dei tablet.

Se analizzassimo la classifica con il metro con cui Warren Buffett decide i suoi investimenti (molto old economy, business chiari, nessun azzardo), scopriremo che solo quattro dei primi marchi al mondo rientrerebbero nell'interesse dell'oracolo di Omaha e della sua leggendaria Berkshire Hathaway. Marchi che rispondono ad esigenze primarie e basiche del consumatore moderno, come mangiare (McDonald's confermata al 7° posto, in crescita del 5 per cento con un valore di poco inferiore ai 43 miliardi di dollari), bere (Coca-Cola), disporre di elettrodomestici (General Electric) e spostarsi (Toyota, decima, in crescita del 17 per cento a 31,9 miliardi di dollari).

Il resto è tutta tecnologia digitale, Internet, il cloud-computing, virtualità di cui però il consumatore moderno non sembra essere in grado di fare a meno. È il trionfo di Apple. Scrive Interbrand a commento dello «storico» cambio al vertice: «Non succede spesso che una società sia in grado di cambiare le nostre vite, non solo attraverso i propri prodotti, ma anche attraverso il proprio ethos».

Interbrand richiama proprio Aristotele e quell'ethos che con logos e pathos è uno dei tre modi attraverso cui arrivare alla persuasione. Ethos, come competenza e conoscenza, ma anche come stile di vita, norma a cui attenersi. L'impronta di Jobs in questa definizione si sente tutta, la sua battaglia contro la banalità e la sfida quotidiana del mercato. Ma la corsa non è finita e la prossima partita si giocherà in Oriente, dove Apple dovrà riuscire ad approfittare del momentaneo rallentamento di Samsung per conquistare un mercato enorme ma non certamente ricco come quello statunitense o europeo.

Donne e motori
Scorrendo la classifica si vede come alcuni interi celebratissimi settori siano lontani dalle posizioni di vertice. La moda, il luxury, nelle prime 53 posizioni ha solamente due marchi: Louis Vuitton (confermato 17esimo a 24,8 miliardi in crescita del 6 per cento) e Gucci, ancora al 38esimo posto con un valore del marchio di 10,1 miliardi in crescita del 7 per cento.

I grandi gruppi tedeschi dell'automobile sono undicesimo (Mercedes-Benz, 31,9 miliardi) e dodicesimo (Bmw, 31,8), dietro a Toyota che è nella top ten e davanti a Honda, ventesima (18,4). Volkswagen nell'ultimo anno è cresciuta del 20 per cento, recuperando cinque posizioni fino al 34esimo posto (11,1 miliardi). Il primo dei grandi produttori americani di autoveicoli è Ford, al 42esimo posto (9,1 miliardi, +15 per cento). Escono ridimensionati anche i grandi protagonisti dello sportswear, quali Nike, il cui baffo è solo al 24esimo posto (17 miliardi, +13 per cento) e Adidas, le cui tre strisce salgono dal 60esimo al 55esimo posto (7,5 miliardi, +12 per cento).

Ultima osservazione: cresce Amazon, le bevande alcoliche piacciono poco, i servizi finanziari meno. Vanno meglio i beni di largo consumo. Per tutti però la necessità è crescere. Microsoft, General Electric, McDonald's, Toyota, Mercedes, Bmw, Hp, Gillette, Louis Vuitton, Oracle, Pepsi, Sap, Ups e molte altre hanno visto il valore del loro marchio aumentare anche considerevolmente senza guadagnare posizioni in classifica. Chi si ferma è perduto.

 

APPLE IPHONE 5S CON IOS7logo appleapple APPLE TVAPPLE IPADIPAD VS GALAXY TAB jpegTim CookGoogleCOCA COLA COCA COLA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA