cecilia bartoli

BARTOLI GIU’ DALLA SCALA – ISOTTA: “UNA CANTANTUCCIA CHE SOSTIENE DI ESSER SPECIALIZZATA NEL REPERTORIO BAROCCO, HA PER VOCE LA PUNTA DI UNO SPILLO E I SUOI FAN SONO LE PIÙ DISPERATE RECCHIE LIRICHE. UNA DELLE COLPE DI PEREIRA È PROPRIO LO SPAZIO CHE LE HA ATTRIBUITO. QUESTO È IL LIVELLO DELLA DISCUSSIONE: SI PARLA DELLA BARTOLI…”  - "LA SUCCESSIONE A PEREIRA È UNA FARSA CON TRATTI TURPI": ECCO PERCHE’ - VIDEO

 

Paolo Isotta per il “Fatto quotidiano”

 

cecilia bartoli

"Cecilia Bartoli non canterà più alla Scala per solidarietà con il soprintendente uscente Alexander Pereira". Te la presentano come quando Maria Callas interruppe la recita della Norma all' Opera di Roma.

 

Costei è una cantantuccia che sostiene di esser specializzata nel repertorio barocco, ha per voce la punta di uno spillo e i suoi fan sono le più disperate recchie liriche. Una delle colpe di Pereira è proprio lo spazio che le ha attribuito. Questo è il livello della discussione: si parla della Bartoli.

 

La successione a Pereira è una farsa con tratti turpi. Il 28 giugno verrà nominato (non si sa se dal 2020 o dal 2022) Dominique Meyer, un colto e onesto alsaziano, fin qui soprintendente a Vienna. Poteva essere la soluzione naturale. Ci si è giunti, invece, solo perché i genî della strategia, che volevano mettere le zampe sulla Scala, hanno fatto una tale serie di errori da portare alla designazione di Meyer per eterogenesi dei fini.

 

Paolo Isotta

Pereira non è il mostro che è stato descritto. È un esperto amministratore che da Zurigo a Salisburgo si è fatto un curriculum importante. Soprattutto, è un essere umano: non proviene dall' impazzito sistema italiano nel quale l' odio per bande ideologiche è l' unica legge. Ha allestito molte cose furbe, molte cose per la massa: oggi credo sia impossibile regolarsi diversamente: se mi dessero un milione al giorno per fare il soprintendente direi di no. Ma ha prodotto molte cose belle, di ampio respiro internazionale. Il confronto col suo predecessore Lissner non si pone. Gli hanno dato la croce addosso per la sua capacità di trovare finanziamenti. Pecunia non olet: perché quella araba dovrebbe far schifo?

 

Paolo Isotta

Per sostituirlo, come se si dovesse nominare il capo del personale di una ditta di calcestruzzo, hanno affidato la scelta a una società di "cacciatori di teste". Non sto scherzando. Il soprintendente del più importante teatro italiano, di uno dei produttori di cultura principali del nostro paese, da valutarsi da burocrati aziendali. È cominciata la girandola dei nomi. Tutti intercambiabili. Perché tutti i soprintendenti italiani (tranne Pereira) sono stati nominati da Nastasi, l' ex ras giannilettiano-renziano del ministero dei Beni culturali, l' ex commissario a Bagnoli (dove non ha spostato nemmeno una pietra), l' ex vicesegretario della presidenza del Consiglio.

 

pereira bartoli

E siccome posseggono solo il riflesso condizionato obbediscono a Nastasi anche se non comanda più. Dal San Carlo (Rosanna Purchia), al Petruzzelli (Massimo Biscardi), all' Opera di Roma (Carlo Fuortes), al Maggio Musicale Fiorentino (Cristiano Chiarot). Quest' ultimo avrebbe - nastasianamente - avuto più titoli di tutti. Da direttore marketing della Fenice era diventato soprintendente: e aveva abbassato la programmazione oltre ogni dire, convinto di averne fatto la nuova Atene. A Nastasi, Nardella e Renzi serviva un pollastro al quale imputare l' inevitabile (e prossimo) fallimento del teatro più indebitato del mondo: se poi San Giovanni Evangelista avesse fatto l' impossibile miracolo, il merito era loro.

Paolo Isotta con il libro

 

Eccoti il cattocomunistello della provincia veneta. Gli hanno dato, fra il 2017 e il 2019, somme che ci permetterebbero di scavare da capo Pompei, Ercolano e Oplonti. I debiti restano stratosferici. Ma siccome in Italia basta avere un posto di guardacessi per sentirsi qualcuno, il povero Chiarot ha cominciato a credersi la reincarnazione del maestro Siciliani e del maestro Vlad. Spiega ai direttori d' orchestra come si tiene la bacchetta in mano, come si concertano le opere, quali sono i tempi giusti nell' Otello di Rossini e nel Cortez di Spontini. Spiega ai compositori defunti (Wagner, Bizet.) come si scrivono le opere, e gliele rifà se non sono politically correct. Non scherzo.

 

Negli spazi liberi dagli ordini di scuderia.

cecilia bartoli e philippe jaroussky in alcina

I "cacciatori di teste" hanno designato un furbastro levantino dai capelli tinti, questo Fuortes, che già s' era illustrato come commissario nastasiano a Bari e all' Arena: quale unico possibile e meraviglioso salvatore della Scala. Stava particolarmente a cuore, oltre che a Nastasi, a Francesco Micheli, che alla sua età vuol fare il soprintendente per interposto levantino. Solo che, a quanto si è appreso, tale società di "cacciatori" appartiene a un tale del quale lo stesso Fuortes è dipendente. Così la somma di tante turpitudini ha prodotto Meyer, uno che potrà essere, se non un grande soprintendente, un soprintendente normale.

dominique meyer

 

Gli altri, quelli che ho nominati e anche i non nominati, sono dei mostri. Monstrum significa prodigio della natura.

Capaci, infatti, di arrivare a un locupletatissimo posto pubblico per il quale mai avrebbero trovato concorrenti peggiori di loro.

cecilia bartolicecilia bartolicecilia bartoli 8cecilia bartoli 9Paolo Isotta foto Salvatore Pastore

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…