urbano cairo rcs blackstone corriere della sera

BRIVIDO SOLFERINO – I GRANDI AZIONISTI DI RCS CONTRO LA GUERRA DI URBANETTO A BLACKSTONE: TRONCHETTI PROVERA, DIEGO DELLA VALLE E SOPRATTUTTO BANCA INTESA HANNO MANDATO UNA LETTERA PER ESPRIMERE PREOCCUPAZIONE SULLA QUESTIONE DEL PALAZZO DI VIA SOLFERINO - SE IL FONDO AMERICANO L’AVRÀ VINTA, CHIEDERÀ 600 MILIONI DI RISARCIMENTO. MA RCS NE VALE 485….

Nino Sunseri per “Libero Quotidiano”

urbano cairo foto mezzelani gmt007

 

sede del corriere della sera in via solferino a milano 1

Il palazzo di via Solferino che ospita il Corriere della Sera potrebbe trasformarsi in un castello di incubi per Urbano Cairo. Lunedì, infatti, il collegio arbitrale di Milano dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato da Rcs contro il fondo Blackstone, colosso americano della finanza globale con un patrimonio di 460 miliardi di dollari. Un gigante che è meglio non stuzzicare: soprattutto senza motivazioni blindate. Ed è proprio quello che temono, secondo quanto riferisce il sito Lettera 43, alcuni dei grandi azionisti di via Solferino.

 

marco tronchetti provera154 diego della valle nin 6411

Sono preoccupati da una reazione che si annuncia violentissima. Se la causa promossa da Cairo si rivelasse infondata Blackstone ha fatto sapere che chiederà un risarcimento di 600 milioni divisi a metà: 300 milioni alla Rcs e 300 personalmente al suo presidente e amministratore delegato. Per capire il rischio basterà ricordare che il valore di Borsa della capogruppo Cairo Communication è di 312 milioni. 485 quello di Rcs. La lettera, firmata da Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle e dal vertice di Banca Intesa, esprime, secondo il racconto del sito, la preoccupazione per una iniziativa che, in caso di esito negativo metterebbe il gruppo in enorme difficoltà.

taylor mega e urbano cairo

 

Urbano Cairo, interrogato sull' argomento dice di non aver ricevuto alcuna lettera. Probabilmente arriverà nei prossimi giorni considerando che nessuno dei soci menzionati ha smentito di averla scritta.

 

L'ARTICOLO DEL FINANCIAL TIMES SU CAIRO-BLACKSTONE

VENDITA PRECIPITOSA

Al centro dello scontro c' è il palazzo di via Solferino che, fin dalla fondazione ospita il Corriere della Sera. Un tempio della carta stampata Nel 2013 l' amministratore delegato dell' epoca Pietro Scott Jovane l' aveva venduto a Blackstone per 120 milioni allo scopo di ridurre i debiti.

carlo messina

 

PIETRO SCOTT JOVANE

Parte dello stabile era stato affittato alla casa editrice per 10 milioni l' anno. Urbano Cairo, allora semplice azionista di minoranza aveva disapprovato l' operazione. Non avendo rappresentanza in consiglio, si era limitato, come Diego Della Valle, a esprimere il suo dissenso in qualche dichiarazione pubblica.

 

Quando era diventato proprietario del gruppo aveva avviato una ricognizione su quell' affare. Lo scorso anno aveva trovato conferma dei suoi dubbi visto che Blackstone aveva avviato una trattativa per cedere il palazzo al colosso delle assicurazioni Allianz per 280 milioni. Più del doppio di quanto l' aveva pagato. Da qui il ricorso, firmato dallo studio di Sergio Erede, con cui Rcs chiede l' annullamento del contratto.

GROS PIETRO CARLO MESSINA URBANO CAIRO

 

Sostiene che il fondo americano aveva approfittato delle precarie condizioni della casa editrice per strappare condizioni capestro: un prezzo più basso di quello di mercato (che secondo la memoria era di 180 e i 200 milioni) e un canone di affitto ben più alto del parametro di riferimento che si aggirava sui sei milioni. Quattro in meno rispetto a quanto paga annualmente Rcs.

sede del corriere della sera in via solferino a milano 2

 

Blackstone aveva risposto con decisione definendo "ricattatoria" l' iniziativa di Cairo. Aveva presentato a sua volta ricorso al giudice di New York con la richiesta del maxi risarcimento a carico della casa editrice italiana e personalmente del suo presidente e amministratore delegato. All' assemblea degli azionisti, ad aprile, Cairo si era dichiarato ben sicuro delle sue argomentazioni tanto da non aver fatto accantonamenti al fondo rischi. La Corte americana aveva preso tempo sostenendo che, prima di decidere, avrebbe aspettato l' arbitrato di Milano. Cairo aveva considerato l' ordinanza americana come un successo. Come presidente del Torino sa bene che giocare in casa è sempre meglio che in trasferta.

 

DOCCIA FREDDA

urbano cairo foto mezzelani gmt005sede del corriere della sera in via solferino a milano 3

Ora, però, sembra essere arrivata la doccia fredda sotto forma della lettera di dissenso dei grandi azionisti. Particolarmente pesante sarebbe la firma di Banca Intesa. Il gruppo guidato da Carlo Messina è stato il nume tutelare che ha portato Cairo in Rcs battendo la cordata guidata da Andrea Bonomi e Mediobanca. Regista dell' operazione era stato Gaetano Miccichè presidente di Banca Imi non a caso presente nel consiglio d' amministrazione di Rcs. Inoltre nel 2013 era stata ancora Banca Imi a fare da advisor nella vendita del palazzo a Blackstone.

 

FONDO BLACKSTONE

Non c' è da stupirsi delle indiscrezioni sull' insoddisfazione con cui i vertici di Banca Intesa guardano all' iniziativa di Cairo. Tanto più che il fondo americano, per bocca dei suoi legali italiani Giuseppe Iannaccone e Carlo Pavesi fa sapere che, se dovesse vincere l' arbitrato, andrà fino in fondo e non accetterà soluzioni di compromesso.

URBANO CAIRO E GIUSEPPE CONTE BLACKSTONEsede del corriere della sera in via solferino a milano 6sede del corriere della sera in via solferino a milano 4sede del corriere della sera in via solferino a milano 5BLACKSTONE1urbano cairo foto mezzelani gmt006

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…