aldo busi

BUSI SEMINA MA NESSUNO RACCOGLIE – DOPO QUASI UN DECENNIO DI ISOLAMENTO VOLONTARIO, L’ALDISSIMO HA PRONTO SULLA SCRIVANIA IL SUO NUOVO LIBRO, ‘’SEMINARIO SUL POSTMORTEM”. 850 PAGINE DESTINATE A RIMANERE NATURA MORTA: PARE CHE NESSUNO EDITORE VOGLIA PUBBLICARLO (CHIEDE TROPPI SOLDI?). E RACCONTA A PAOLO LANDI DI ESSERE RIMASTO BASITO QUANDO, CONVOCANDO I SUOI EREDI A CASA PER CONSEGNARE LORO IL MANOSCRITTO DA PUBBLICARE POSTUMO, SI È SENTITO RISPONDERE: “GRAZIE ZIO, MA NON LO VOGLIAMO”

Paolo Landi - https://www.doppiozero.com/materiali/seminario-sul-postmortem-di-aldo-busi

 

aldo busi canta bella ciao

Un romanzo non pubblicato sarà un sacco di preliminari e niente orgasmo, dice Woody Allen, mentre Federico Fellini piantò dopo quasi trent’anni la sceneggiatura del mai realizzato Viaggio di G. Mastorna preso da un attacco di superstizione: il film parlava dell’aldilà, meglio non sfidare la sorte.

 

Il buonumore di Aldo Busi mentre si concede per pochi minuti al telefono fa pensare che questo Seminario sul postmortem (iniziato nel 2010 e terminato nell’autunno del 2020, con un incessante lavoro di limatura che continua tuttora) sia destinato a rimanere natura morta, stampato in ottocentocinquanta pagine circa ordinatamente impilate su un tavolo da lavoro, e in versione digitale in un file archiviato, dice Busi, sotto la dicitura “Romanzo senza neppure i posteri”.

 

SEMINARIO SULLA GIOVENTU DI ALDO BUSI

Lui di certo non lo propone a nessuno, ha fatto qualche pseudo tentativo-trabocchetto, dice di essersi imbattuto in sconosciuti tipografi/editor “curiosi, ridicoli, ignorantissimi e vili che se la tirano per dei perché misteriosi”, resta semmai scandalizzato, ma appena appena, che nessun editore glielo abbia ancora chiesto e racconta di essere rimasto basito quando, convocando i suoi eredi a casa per consegnare loro il manoscritto da pubblicare postumo, si è sentito rispondere: «Grazie zio, ma non lo vogliamo».

 

La sua risata sdrammatizzante echeggia nello smartphone che registra tuttavia, poco dopo, questo sms: “Ma io sono il primo a nutrire affetto esistenziale per me, resto tuttora ammirato e ammaliato dalle mie paganissime incursioni televisive, mi dispiace solo la troppa censura patita, mi si scatena l’odio per me solo quando scrivo, lo devo fare ma non me lo perdono, e così ingrasso, non mi muovo, a volte per anni, non vado di corpo, sono irascibile, fintamente generoso e seriamente fatalista fino al masochismo più idiotico pur di sbarazzarmi al più presto dei rompicoglioni, talvolta paraistituzionali, che si ammassano alla mia porta,

 

aldo busi canta bella ciao 2

per fortuna che intanto la vita se ne va, di quella, data la mia naturale intelligenza radicalmente anticlericale e antimafiosa e antifascista e antimassonica, non ho mai saputo cosa farmene – a parte buttarla via con grazia malgrado la mancanza di un’alternativa, umani mai una sola volta all’altezza della mia eleganza psichica e civile in generale, potevo essere l’ultimo granchio di una specie estinta e stare su uno scoglio senza altra vita e non sarebbe cambiato granché nella memoria che ho del mio passato e della gente in cui mi sono imbattuto.

 

aldo busi

Del resto il primo capitolo non a caso si intitola ‘’Gli uomini non sono desiderabili, la vita è sopravvalutata e il rame non è infinito’’. Il sequel di Seminario sulla gioventù resta quindi, per ora, il romanzo perfetto, che nessuno ha letto e leggerà, composto come sotto dettatura, perché preesistente a Busi stesso, già scritto insomma da lui nelle oltre ventimila pagine di tutti i libri pubblicati, il girotondo omerico delle migliaia di personaggi che postmortem lo guardano e lo giudicano.

 

Quanto agli altri scrittori, ecco un esempio del pensiero estetico-linguistico di Busi: “A me Philip Roth non m’incanta: i suoi personaggi, persino amanti ventennali e coniugi centenari e bidelle senza istruzione, parlano come libri stampati, ecco, e nessuno sembra accorgersene, e Roth men che meno. Non si interrompono mai, non si fraintendono mai, e, udite!, parlano per rivelare di sé all’altro più che possono, non come noi comuni mortali che parliamo per nascondere più che possiamo a noi stessi per primi”.

 

Aldo Busi - Mutande pazze

La non pubblicazione di mille pagine è quindi il giro di vite perfetto nel cerchio di ferro che si stringe attorno a Busi, che sempre rivela quando scrive l’oscurità del nostro profondo, e lo tortura. Ma la vita non ha mai il sopravvento su di lui che, mentre si impegna a gettarla via, non le permette mai di fare di lui ciò che vuole perché, generoso e avido com’è, la doma come si farebbe con un cavallo che deve abituarsi al morso.

 

aldo busi

Vince sempre lui, anche quando parla da morto con la voce di Delfina Unno Pastalunghi, nei suicidi dovuti, o nelle morti dell’anima dei suoi personaggi che sono tutti lui senza essere mai lui, nell’orchestrazione perfetta di un’opera unica e coerente, sia nella forma romanzata, in quella di saggio, nel reportage di viaggio, nei volumetti di galateo scoppiettanti di vita, sempre e tutti impregnati di allegria e di dolore, e di un senso civico altissimo.

 

Questo scrittore, che da quasi un decennio ha scelto l’isolamento volontario pressoché assoluto, per il quale vita e opera non contano, né l’una né l’altra, se non per l’occasione (sprecata, dice lui) di farne un tutt’uno, non ha mai rinunciato a prendere posizione per i diritti calpestati, contro le sventure razziali, smascherando la politica del tornaconto, la corruzione della giustizia, gli assolutismi propagandati da pulpiti vari.

 

PAOLO LANDI

Seminario sul postmortem avrà perciò bisogno di un editore coraggioso perché la voce del polemista avrà la grana del linguaggio chirurgico di chi preferisce usarlo come arma di difesa, ma quando offende lo fa con la precisione dello scrittore, demolendo demagogia, approssimazione, luoghi comuni con l’arma della letteratura, che ferisce a morte i politici di twitter, i magistrati-megafono, i mafiosi che credono di passare inosservati, gli intellettuali ridotti in miseria dal politicamente corretto.

 

ALDO BUSI

Questo libro cela nel titolo l’essenza stessa del romanzo, perché l’arte vera si compie nel silenzio, esercitata ascoltando nient’altro che il proprio istinto, quando proclama che la letteratura è la realtà e insieme il giudizio finale. Sarà forse uno di quei capolavori nascosti di cui vorremmo un giorno godere, come vorremmo ammirare i Rembrandt o i Matisse dell’Ermitage, dove non siamo mai stati.

 

Seminario sul postmortem è il libro essenziale, di uno scrittore famoso, ma che nessuno può leggere, come se già esistesse in ognuno di noi. Busi, guardandosi da fuori, artefice della sua opera ma allo stesso tempo, forzatamente, anche giudice, ricaverà da questa autocontemplazione l’inutilità di un altro tipo di bellezza, esteriore e forse superiore all’opera stessa, alla quale donerà una unità, una grandezza di cui magari non era neppure priva.

 

aldo busi e amanda lear 7

L’idea che i libri o i quadri più belli siano quelli che non abbiamo ancora letto o visto muove la nostra immaginazione: un libro costretto a non essere materia, perché non stampato e non venduto, è come un quadro nascosto nei sotterranei di un museo, esistono ambedue, ma invisibili ai nostri occhi.

 

Chi non pubblica Seminario sul postmortem ha la grande responsabilità di costringere Busi a un ruolo che non gli si attaglia per nulla, quello del grande scrittore incompreso, mentre l’assenza del manoscritto trasformato in volume sugli scaffali delle librerie e su Amazon diventa sempre più ingombrante e l’orgasmo che rilascia endorfine per la soddisfazione di un desiderio esaudito resta in standby.

ALDO BUSIALDO BUSI EN TRAVESTIaldo busi zucca 2 montichiari lacuinphotowien aldo busi bamsphoto 7aldo busi bamsphoto 3aldo busi bamsphoto 2ALDO BUSI A LETTOALDO BUSI IN MUTANDEALDO BUSI CONTRO LA GELMINI Beppe Convertini saluta Aldo Busi Daniela Ranieri Aldo Busi e Cinzia Monteverdi Aldo Busi Merini ALDO BUSIALDO BUSI ALL AUDITORIUM DI ROMA aldo-busi-come-la-medusa-opera-di-giovanna-caruso-646621

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…