selvaggia lucarelli la verita

CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI – TITOLO DALLA “VERITÀ”: “MA QUALI POPULISTI, L’INFLAZIONE È COLPA DI CHI ‘ALZA IL PETROLIO’”. CI PARE UNA SORTA DI METONIMIA BISOGNOSA DI POSSENTI CENTRALI DI POMPAGGIO. SEMMAI LA COLPA È DI CHI ALZA IL PREZZO DEL PETROLIO - SELVAGGIA LUCARELLI SUL “FATTO QUOTIDIANO”: “L’UDIENZA PRELIMINARE VIENE CELEBRATA IL 10 OTTOBRE 2023 E DA QUEL MOMENTO ‘INIZIANO’ UNA SERIE DI RINVII”. COMPLIMENTI PER LA CONCORDANZA SELVAGGIA”

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)

 

lorenzo musetti

Questi i titoli principali dalle pagine sportive del Corriere della Sera: «Lorenzo il Magnifico» (dedicato alla vittoria del tennista Lorenzo Musetti contro l’americano Taylor Fritz a Wimbledon); «Elementare Watkins» (dal nome dell’autore del gol decisivo con cui l’Inghilterra ha sconfitto l’Olanda agli Europei di calcio).

 

Ed ecco quelli della Repubblica: «Lorenzo il magnifico» (si noti la m minuscola); «Elementare, Watkins» (rigorosamente con la virgola). Più che la potenza dell’ovvio, ci piace notare l’emergere di due scuole ortografiche di pensiero. Nello specifico riteniamo che il Corriere abbia ragione a scrivere «il Magnifico» e La Repubblica a mettere la virgola. Il pluralismo è salvo.

 

•••

Benedetto XIV

Nella rubrica Vaccabolario, che tiene sul mensile Arbiter, Stefano Lorenzetto prende in esame l’ubiquitario sostantivo cazzo (presente 1.402 volte sulla stampa italiana negli ultimi sei mesi, 15.146 risultati nell’archivio storico del pur compassato Corriere della Sera), con una disamina letteraria che parte dal 1479 con Angelo Poliziano, passando poi per Giordano Bruno, Giorgio Baffo, Giacomo Leopardi e l’impiegato pontificio Giuseppe Gioachino Belli (cazzo compare nei suoi irriverenti sonetti ben 189 volte).

 

Ma dimentica di citare il cardinale Prospero Lambertini, che da buon bolognese non riuscì a liberarsi dell’intercalare «cazzo» neppure dopo essere divenuto papa con il nome di Benedetto XIV, come ricorda Dino Baldi in Vite efferate di papi (Quodlibet).

 

Racconta Baldi: «Siccome da molte parti gli rimproveravano di essere un po’ troppo sboccato per un pontefice, aveva incaricato il suo affezionatissimo maestro di camera monsignor Boccapaduli (che lui chiamava “mostro di camera”, perché era bruttissimo) di stargli sempre accanto durante le udienze e di tirargli la tonaca ogni volta che gli fosse sfuggita quella parola di bocca. Una mattina presto si presentarono i camerieri segreti a riferire come al solito sugli avvenimenti cittadini.

 

lorenzo musetti

C’era stato, dissero, un incendio nel rione Monti. “Cazzo! Ci sono morti?”, chiese il papa. Subito Boccapaduli dette una strattonata alla tonaca, e il papa sottovoce: Avi rason… Continuando il racconto dei fatti di Roma, ogni volta il papa li commentava con un “cazzo!”, e ogni volta il servitore dava uno strappo. Alla fine, stanco di tutto quel tirare, gli urlò contro: “Hai rotto i coglioni Boccapaduli! Cazzo cazzo cazzo! La voglio santificare questa parola! Voglio dare l’indulgenza plenaria a chi la pronunci almeno dieci volte al giorno!”.

 

selvaggia lucarelli

E da allora, nessuno ebbe più da ridire sul suo modo di parlare». Baldi narra anche che Benedetto XIV fu svegliato in piena notte dal suo cameriere segreto, pallido, sudato ed esitante nel recargli una ferale notizia. «Che è successo?», chiese il pontefice. Silenzio. «Allora? Parlate dunque», si spazientì il papa, preoccupato e arrabbiato allo stesso tempo.

 

Il prete alla fine esalò: «Santità, nel monastero tal dei tali è stata trovata una monaca incinta». «Cazzo!», esclamò Benedetto XIV. «Da come la facevate lunga pensavo fosse incinta un frate! Ma dico, voi mi svegliate per questo? Non se ne può parlare domani? Anche se sono il papa non ho mica la virtù di cambiare lo stato di una donna gravida! Lasciate dormire questo povero vecchio, va là». E riprese sonno.

 

•••

La Stampa intervista lo psicologo Matteo Lancini. Titolo: «Lancini: “Se il successo finisce arriva la delusione”». Grazie per averci avvertito.

 

•••

selvaggia lucarelli

Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano: «L’udienza preliminare viene celebrata il 10 ottobre 2023 e da quel momento iniziano una serie di rinvii e di tentativi della difesa di trovare un accordo». Complimenti per la concordanza selvaggia.

 

•••

Giulia Ricci sulla Stampa segue la prima seduta del Consiglio regionale del Piemonte, finita con un rinvio, e specifica che ora si renderà necessario «“ricandelizzare” i lavori del Consiglio piemontese». Le virgolette precauzionali non evitano l’impressione che debba essere rifornita con nuovi ceri l’aula consiliare, manco si trattasse di una camera ardente. Impressione che si sarebbe potuta evitare se Ricci conoscesse l’esistenza dell’orribile verbo burocratico calendarizzare (programmare un’attività o un impegno in base a date o scadenze precise).

 

•••

strage di piazza fontana 2

Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera ricostruisce i misteri della strage di piazza Fontana a Milano: «L’ultima sentenza sulla bomba del 12 dicembre, pronunciata il 2 maggio 2005 ad oltre 45 anni dall’eccidio». Poiché l’attentato avvenne nel 1969, diremmo che di anni ne sono passati 36.

 

•••

Maurizio Belpietro, direttore della Verità, in un suo editoriale parla del cardinale Camillo Ruini, indicandolo come «protagonista di una stagione storica durante il papato di Karol Woytila». Si scrive Wojtyla. Per i puristi aggiungiamo che il cognome polacco ha la l tagliata, che però in Italia quasi nessuno usa.

 

•••

strage di piazza fontana 3

Silvia Truzzi sul Fatto Quotidiano strapazza Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura: «Dopo la polemica per lo strafalcione ministeriale su Colombo e Galileo, infiamma un’ennesima bufera attorno al festival Taobuk di Taormina».

 

Premesso che avremmo trovato più appropriato il verbo divampa, rileviamo che bufera significa «fortunale, tempesta, burrasca, tormenta». Ora, come faccia a infiammarsi una bufera, durante la quale di norma piove a dirotto e tira un vento impetuoso, è un mistero che solo Truzzi potrebbe dipanare.

 

papa ratzinger

•••

Nella rubrica Cronache celesti sul Venerdì di Repubblica, don Filippo Di Giacomo torna sul caso dell’arcivescovo scismatico Carlo Maria Viganò, aspro oppositore di papa Bergoglio, e scrive di un altro prelato che nel 1988 consumò lo scisma con Roma, Marcel Lefebvre.

 

Di Giacomo definisce il presule francese, con una buona dose di esagerazione, «il più grande missionario in Africa del diciannovesimo secolo». Ma l’arcivescovo che fronteggiò Giovanni Paolo II e il cardinale Joseph Ratzinger era nato nel 1905 e morì nel 1991, dunque senza alcun dubbio nel ventesimo secolo, il Novecento.

Marcel Lefebvre

 

•••

Titolo dalla Verità: «Ma quali populisti, l’inflazione è colpa di chi alza il petrolio». Ci pare una sorta di metonimia bisognosa di possenti centrali di pompaggio. Semmai la colpa è di chi alza il prezzo del petrolio.

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?