de lellis niola

CI VOLEVA IL DON GIOVANNI DI NIOLA PER RIMETTERE AL SUO POSTO LA DE LELLIS - CHESSA SUL LIBRO DELLA INFLUENCER DI OSTIA: "È SCRITTO MOLTO BENE DALLA GIORNALISTA STELLA PULPO, MA NON DICE NIENTE. E PAZIENZA SE FRA QUALCHE DECENNIO SARÀ RISCOPERTO COME PRIMO ESEMPIO DI SOCIALNARRATIVA. MENTRE A NIOLA, PERDONATO QUALCHE VEZZO DA ANTROPOLOGO DELLA MODERNITÀ, VA RICONOSCIUTA L' ECCELLENZA DEL RACCONTO STORICO CRITICO CHE…"

Pasquale Chessa per il Messaggero

 

de lellis cover

«Due persone che si amano veramente dovrebbero stare bene, entrambe, perché sono una coppia»: così sentenzia Giulia De Lellis ignara del teorema di Jacques Lacan per cui «non c' è modo per i due di diventare uno», di fondersi l' uno nell' altro come nel mito di Platone, anche se questo è il loro desiderio più nascosto.

 

L' IRONIA Si può leggere anche così, con un po' di ironia, Le corna stanno bene su tutto, decostruzione del mito dell' uomo seduttore, il romanzo memoir del tradimento vissuto e quindi raccontato da Giulia De Lellis. Che non è una scrittrice. E nemmeno una lettrice, come confessa ai suoi followers con innocente improntitudine: «... sapete che non ho mai letto un libro ...

non sarebbe stato ironico che il primo fosse proprio il mio?».

MARINO NIOLA

 

Dal suo profilo Instagram apprendiamo che Giulia De Lellis, romana di Ostia, è una rinomata fashion influencer dotata di un patrimonio di oltre 4 milioni di seguaci, su cui ha fatto leva per diventare protagonista di rango nell' universo virtuale del gossip italiano con il suo contorno di tabloid pettegolisti e tivù ipertrash, modalità Grande fratello vip.

 

Un turbine di successo che l' ha spinta al vertice delle classifiche librarie dando la polvere non solo ai fuoriclasse del bestseller culturale, Michela Murgia per dire, ma anche ai maestri della supernarrativa mondiale come Stephen King. La vertigine dell' alta tiratura, si sa, trasfigura il senso ultimo di un libro, costringendo il lettore critico a scoprire quali artifici letterari siano riusciti a far scattare il godimento letterario di una gran massa di lettori.

 

giulia de lellis

Se non fosse stato per Umberto Eco che applicò la critica fenomelogica alla popolarità televisiva di Mike Bongiorno, sarebbe oggi difficile trovare il coraggio di accostare Le corna di Giulia alla frenesia erotica di Don Giovanni. Eppure non starebbe male fra le parole che Da Ponte e Mozart mettono in bocca a Donn' Anna o Donna Elvira l' amara constatazione, «Il nostro amore svenduto per il gusto di una seduzione in più...», oppure il doppio settenario traboccante di colpevole desiderio: «E non so cosa darei // per farlo tornar da me ....». E invece...

 

LE BEFFE Diventare Don Giovanni è il libro provvidenzialmente parallelo di Giovanni Niola, «un viaggio attraverso l' Europa sulle tracce del Grande Seduttore» spiega il sottotitolo. Che nasce nel lontano Seicento in Spagna quando Tirso de Molina (1630) raccoglie in un unico testo teatrale le narrazioni popolari e religiose, buffe quanto tragiche, intorno alle storie del seduttore per antonomasia, demone del desiderio allo stato puro che pur di raggiungere il suo scopo esistenziale, la seduzione totale dell' intero universo femminile, si fa beffe persino della morte. Seguendo la suggestiva, ma perfino troppo didattica, ricostruzione di Niola, dal Don Giovanni di Molière e poi via via di Hoffmann e di Byron, di Dumas e di Flaubert fino al Donnie Jhonnie di Paperino, la tentazione di chiudere la lista con il primato di Giulia De Lellis, ultima ma prima in classifica, sbiadisce e sfuma. Il suo libro è scritto molto bene dalla giornalista Stella Pulpo, ma non dice niente.

niola cover

 

E pazienza se fra qualche decennio sarà riscoperto come primo esempio di socialnarrativa. Mentre a Niola, perdonato qualche vezzo da «antropologo della modernità, va riconosciuta l' eccellenza del racconto storico critico che raggiunge il suo punto massimo nel solco di Cesare Garboli e in sintonia con la lezione incomparabile di Giovanni Macchia.

giulia de lellis tutorial 1MARINO NIOLA 2MARINO NIOLAgiulia de lellis unghiegiulia de lellis gq lato bgiulia de lellis 2de lellis iannonede lellisgiulia de lellis 1giulia de lellis tatuaggiogiulia de lellis 3giulia de lellis 4giulia de lellis 5giulia de lellis 6giulia de lellis 2giulia de lellis 3giulia de lellis lato b 1giulia de lellis 4giulia de lellis 5giulia de lellis iggiulia de lellis lato b (2)giulia de lellis brufologiulia de lellis bidet gfgiulia de lellis lato bgiulia de lellis gq

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”