IL CINEMA DEI GIUSTI - BUFFO, SUPERCAZZARO MA DIVERTENTE, ''SHAZAM!'' È SU UN 14ENNE AMERICANO UN PO' COJONE CHE DIVENTA UN SUPEREROE ADULTO ROSSOVESTITO CON MUSCOLI E POTERI (MA RESTA COJONE) - ALTRO FILM TRATTO DA UN FUMETTO VECCHIOTTO E TRASFORMATO IN MANIFESTO DEMOCRATICO, E QUINDI MOLTO AMATO DAI CRITICI AMERICANI, SOFFRE GLI ANNI E ANNI DI PREPARAZIONE E DI RISCRITTURE DI COPIONE

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Marco Giusti per Dagospia

 

Shazam! di David F. Sandberg

 

Mettiamola così. Come dici “Shazam!” da quattordicenne americano un po’ cojone che sei diventi un supereroe adulto rossovestito con muscoli e superpoteri, e da supereroe, se ripeti “Shazam!”, torni il quattordicenne sfigato di prima. Solo che quando sei il supereroe adulto, la tua testa rimane quella del quattordicenne un po’ cojone. Inoltre non sai ancora bene quali superpoteri hai e come usarli. Così il massimo dello scatenamento è comprarti una birra o andare in un locale di spogliarelli.

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Buffo, supercazzaro, ma divertente, questo Shazam! diretto da David F. Sandberg, il regista del piccolo Lights Out e di Annabelle 2, scritto da Henry Gayden, interpretato da Asher Angel come il quattordicenne Billy Batson, e da Zachary Levi come il suo doppio supereroe Shazam dal costume rosso sgargiante e dal mantello bianco stirato di fresco, ha l’ingrato compito di confrontarsi con il recentissimo Captain Marvel della Marvel con Brie Larson sullo stesso terreno.

 

Perché Shazam è il realtà il nome che il giovane Billy Batson dà al Captain Marvel della DC Comics ideato nel 1940. Se nel film Marvel il personaggio diventava femminile, qui cambia addirittura nome per non far confusione. Ma, mentre il Captain Marvel di Brie Larson doveva funzionare da nuova Wonder Woman, qui l’idea è di costruire una commedia fresca sul modello Spielberg-Zemeckis per il pubblico più giovane trasferendo il vecchio supereroe dagli anni della guerra a oggi, in quel di Philadelphia.

 

Ovviamente la DC Comics arriva a questo risultato dopo anni e anni di preparazione e di riscritture di copione, passato dalle mani di William Goldman a quelle di Joel Cohen prima di arrivare in questa forma a noi.

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Qui Billy Batson è un orfanello di quattordici anni. Sveglio, ma triste, perché  è ancora in cerca dei suoi veri genitori e della sua famiglia. Perché non vuole credere di essere stato abbandonato da piccolino. Soggettone, viene affidato a una casa famiglia multicolore, dove troverà una sorellina nera, Darla, l’incantevole Faithe Herman, un fratellino orientale genio dei computer, un fratellino cicciotto messicano, e una fratello coetaneo zoppo e complessato ma simpatico, Freddy, interpretato da Jack Dylan Grazer. Il quadro multietnico è completo.

 

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In un primo tempo Billy cercherà di rifiutare la nuova famiglia, ma proprio mettendosi nei guai e diventando il supereroe Shazam, legandosi a Freddy nella guerra contro il male, il cattivo dottor Thaddeus Silvana interpretato da Mark Strong monocolo, scoprirà quanto questa famiglia scombinata antisilvana e antisalviniana sia in realtà la sua vera famiglia nell’America di Trump.

 

Altro film di supereroi democratico, deve fare i conti con un po’ di vecchiume del fumetto, vedi i sette vizi capitali, cioè sette veri mostroni puzzoni, che, liberati dalle catene del buon Mago Shazam, Dijimon Honsou, manovrano Thaddeus Silvana verso le vette del capitalismo.

 

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Anche Thaddeus è un orfano con problemi di identità, un bravo ragazzo traviato, ma è cattivissimo. Lo scontro tra lui e Shazam è inevitabile. Il meglio del film, ovviamente, è nel rapporto fra Freddy e Billy/Shazam, soprattutto quando il supereroe deve capire quali sono i suoi superpoteri. Volerà? Diventerà invisibile? E la superforza? Ai critici americani è molto piaciuto. In sala dal 3 aprile.

 

 

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