IL CINEMA DEI GIUSTI - UN REVENGE MOVIE IRONICO E VIOLENTISSIMO, DA NON PERDERE: “IN ORDINE DI SPARIZIONE”, CON DUE STRAORDINARI STELLAN SKARSGARD E BRUNO GANZ

Marco Giusti per Dagospia

In ordine di sparizione di Hans Petter Moland

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Beh. Un revenge movie ironico e violentissimo con Stellan Skarsgård e Bruno Ganz ambientato nel gelo di una Norvegia abitata da svedesi, danesi, falsi cinesi, vietnamiti, e gangster serbi scambiati per albanesi, non si può perdere. Anche perché questo “In ordine di sparizione” (“Kraftidioten”) diretto da Hans Petter Moland e scritto da Kim Fupz Aakeson, che ci avevano già dato il molto simile “En ganske snill mann”, sempre interpretato in un ruolo da superduro da Stellan Skarsgård, è il miglior revenge movie dell’anno. 

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E al vecchio Stellan, che da poco abbiamo visto in “Nymphomaniac”, gli rode proprio che qualcuno gli abbia stecchito ignobilmente il figlio Ingmar, e farà una vendetta alla Liam Neeson con un vecchio fucile a canne mozze, ma con inquadrature di gran classe ambientate in un Norvegia dalle luci incredibili e piena di neve. Dobbiamo andare al grande western “La notte senza legge” di André De Toth per ritrovare sparatorie nella neve così ardite. 

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Diciamo che lo svedese Nils Dickman, cioè Stellan Skarsgård, è un brav’uomo, con la sua nuova spazzaneve libera ogni strada della Norvegia ben meritandosi la medaglia di cittadino dell’anno, malgrado sia uno straniero, nella sua cittadina di questo assurdo e freddissimo nord. Vive con la moglie in un posto sperduto e quando scopre che il suo unico figlio è morto di overdose in città, non si dà pace che quella sia la vera causa della morte. 

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Infatti il povero Ingmar, solo per fare un piacere a un amico balordo, è incappato nella vendetta di una feroce gang di trafficanti norvegesi di cocaina, comandata da un certo “Conte”, Pal Sverre Hagen, che si spartiscono il mercato con una gang di serbi, comandata dal vecchio Papa, un grandissimo Bruno Ganz. Il Conte ha così decretato la morte del ragazzo e del suo amico, che aveva fatto sparire un bustone di coca, rei dello sgarro. Come Nils scopre chi sono i responsabili della morte del figlio, inizia la vendetta e comincia a sterminare i gangster. 

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Solo che, al terzo morto, il Conte ritiene che i responsabili siano i serbi, che lui pensa come albanesi e mussulmani, e uccide malamente il figlio del loro boss, Bruno Ganz, che si muove giustamente alla vendetta, “un figlio per un figlio”, decidendo di uccidere a sua volta il ragazzino del Conte. Così inizia la carneficina di tutti contro tutti. In mezzo troviamo anche il fratello ex-gangster di Nils, Wingman, un notevole Peter Andersson, con moglie vietnamita, un killer giapponese che si fa chiamare “il Cinese”, una coppia di gangster gay che non vogliono dichiarare il loro amore, l’ex-moglie danese, Brigitte Hjort Sorensen, del Conte. 

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Diciamo che la prima mezzora di pura vendetta di Nils, con Stellan Skarsgård in grandissimo spolvero, è grandiosa, la parte centrale soffre un po’ di dialoghi fin troppo ironici sulla Babele norvegese, e europea, che culmina nel dibattito sul Welfare dei paesi del Nord e il non Welfare dei paesi del Sud, non ne avrebbero bisogno perché hanno “il sole e le banane”, ma da quando entra in campo un Bruno Ganz silenzioso e racchiuso in se stesso il film riprende quota. 

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Diciamo anche che l’attore che interpreta il vero cattivo, Pal Sverre Hagen, una star in Norvegia, non è all’altezza dei due vecchi. Notevole invece l’idea di sottolineare ogni morte con una croce, diversa per ciascuna religione, e soprannome e nome del defunto. 

Ma quello che troviamo vincente è la macchina registica e autoriale di Hans Petter Moland e del suo sceneggiatore, che dimostrano grande maestria e una bella originalità da thriller tarantiniano di serie A, offrendo ai loro due straordinari interpreti la possibilità di costruire personaggi indimenticabili. Da non perdere. Già in sala.

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