CON IL CONCERTO PRIVATO A DUBAI, BEYONCÉ SI È PORTATA A CASA 24 MILIONI DI DOLLARI PER 65 MINUTI DI ESIBIZIONE - I SUOI FAN L'ACCUSANO DI NON AVER CANTANTO BRANI DELL'ALBUM "REINASSANCE" (DEDICATO AGLI ARTISTI NERI GAY) A CAUSA DELLE LEGGI ISLAMICHE, CHE PUNISCONO L’OMOSESSUALITÀ CON LA PENA DI MORTE - POVERI ALLOCCHI: ANCORA NON HANNO CAPITO CHE GLI ARTISTI SFRUTTANO "L'INCLUSIVITA'" SOLO PER FARE SOLDI (E INFATTI APPENA POSSONO GUADAGNARE DI PIU'...)

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Estratto dell'articolo di Matteo Persivale per il "Corriere della Sera"

 

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Cinque anni lontano dal palcoscenico, ed ecco finalmente l’altra sera il ritorno di Beyoncé: l’avevamo vista l’ultima volta nel 2018 al Global Citizen Festival, ma stavolta mancano le immagini del «comeback» della 41enne texana perché si trattava di uno show privato, spettacolo per vip in occasione dell’apertura del resort Atlantis a Dubai.

 

[…] niente riprese sui social perché i telefonini erano proibiti, e forse è meglio così visto che c’è grande imbarazzo on line nel «beehive», l’alveare dell’ape regina Beyoncé […]: il compenso, impressionante, di 24 milioni di dollari (22,1 milioni di euro) per 65 minuti di esibizione, non cambia il piccolo dettaglio che Beyoncé grande sostenitrice della comunità Lgbt (che la riama fortemente) si è esibita in un Paese come gli Emirati dove secondo la legge islamica l’omosessualità è punibile con la morte […].

 

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E l’ultimo disco, del 2022, Renaissance, dedicato espressamente agli artisti neri gay pionieri della disco? Zero canzoni eseguite a Dubai, cosa oggettivamente bizzarra. […] Ancora una volta, è colpa — o merito — di Internet e della rivoluzione digitale. Una delle conseguenze del crollo delle vendite di cd seguito alla digitalizzazione della musica che ha facilitato enormemente la pirateria, è che le star hanno scoperto un filone straordinariamente redditizio: le esibizioni a eventi aziendali o feste private.

 

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Una volta, quando le vendite di lp prima e cd poi rappresentavano una miniera d’oro, le feste private erano patrimonio di anziane star degli anni ’50 e ’60 un po’ bollite, che non erano riuscite a riciclarsi e puntavano su un mercato più piccolo, ad hoc, di nostalgici disposti a pagare per concerti a convention aziendali e feste di compleanno.

 

 Poi però ecco nascere, circa 25 anni fa, una struttura molto ramificata di intermediari tra aziende, miliardari e star della musica: agenzie alle quali ci si rivolge con un budget e una data, una preferenza sull’artista o almeno sul genere musicale, e da lì provvedono loro a chiudere il «deal».

 

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In questi anni, hanno partecipato a eventi aziendali — dal settore tech alle assicurazioni, ma anche a tante feste di compleanno o matrimoni — nomi come Bob Dylan, Paul McCartney, U2, Metallica, Pearl Jam, Drake, Jennifer Lopez, Alicia Keys, Red Hot Chili Peppers, Lenny Kravitz, Elton John, Aerosmith, Andrea Bocelli, Ricky Martin. […]

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