stanley kubrick

IL CUBO DI KUBRICK - IL DOCUMENTARIO DI GREGORY MONRO RIVELA IL LATO PRIVATO DEL GRANDE REGISTA FANATICO DELLA PRIVACY - I 38 CIAK NEL 'DOTTOR STRANAMORE' CHE STREMARONO STERLING HAYDEN, 'ARANCIA MECCANICA' RITIRATO DAI CINEMA INGLESI E MALCOLM MC DOWELL (IL ‘DRUGO ALEX’) CHE RICORDA I 7 MESI DI RIPRESE ESTENUANTI ‘UN DISASTRO DOPO L'ALTRO PER LA MIA SALUTE’ - IL DOC SARÀ PRESENTATO AL BIOGRAFILM FESTIVAL DI BOLOGNA- VIDEO

 

Franco Giubilei per “la Stampa”

KUBRICK

 

Non mi sto paragonando a Leonardo da Vinci, ma se avesse scritto sotto Monna Lisa: "Stavo sorridendo perché oggi pomeriggio ho tradito mio marito", il dipinto avrebbe perso molto del suo mistero». Una frase fulminante che racconta bene il rapporto fra Stanley Kubrick e l' enigmaticità non solo di alcuni suoi film, ma dell' arte in generale e del modo di spiegarla.

 

 

E dice tanto anche dell' estrema parsimonia con cui si concedeva ai giornalisti, per non parlare dell' assenza quasi totale di interviste video. Gli stessi documentari che lo riguardano - A Life in Pictures, Making the Shining della figlia Vivian e Room 237 - sono rarità in cui il maestro del cinema si concede pochissimo alla telecamera. Al punto da essere stato considerato come il Salinger della cinepresa, geloso della propria privacy con la medesima ossessività che metteva nel suo lavoro.

 

KUBRICK ARANCIA MECCANICA

Ecco perché il documentario Kubrick by Kubrick di Gregory Monro, che sarà presentato al Biografilm Festival di Bologna in prima nazionale, è un' opera preziosa: la voce del regista americano, inaspettatamente calda e pacata, ne accompagna la visione nelle interviste registrate dal suo biografo per eccellenza, Michel Ciment. Intanto, scorrono le immagini dei suoi capolavori e i contributi di chi ha girato al suo comando: Sterling Hayden nel Dottor Stranamore, stremato dai 38 «ciak» per la scena del dialogo con Sellers, Marisa Berenson in Barry Lindon, Jack Nicholson e Shelley Duvall in Shining. E naturalmente Malcolm Mc Dowell, che al «drugo Alex» di Arancia Meccanica deve la celebrità per un ruolo che finì per inchiodarlo per sempre al ghigno malvagio del protagonista.

 

 

KUBRICK MASCHERA ARANCIA MECCANICA

«Se Stanley ha fiducia in te, allora vai bene, ma se non ce l' ha, devi stare attento», dice McDowell nel trailer, ricordando i sette mesi di riprese estenuanti, «un disastro dopo l' altro per la mia salute», a cominciare dall' incidente durante la famosa sequenza in cui è legato alla sedia mentre è costretto ad assistere a scene ultraviolente: uno scherzetto che gli provocò la lacerazione della cornea. Eppure lo stesso attore sottolinea, al di là della giusta fama di rigore assoluto che avvolgeva Kubrick, la sua capacità di improvvisare sul set come un jazzista, accogliendo i suggerimenti altrui.

 

Vedi l' idea di inserire la canzone I' m singing in the rain durante lo stupro, che venne proprio a McDowell.

 

L' autore di 2001 del resto era un giocatore di scacchi, signore assoluto delle tecniche di ripresa e fotografia - aveva cominciato come giovanissimo fotoreporter per la rivista Life -, che sapeva benissimo come il piano più perfetto nascondesse l' insidia dell' imprevisto sempre in agguato, e trasformava tutto ciò in espediente narrativo: in Rapina a mano armata è la valigia piena di soldi che cade dal carrello spargendo banconote ovunque, sull' astronave dell' Odissea nello Spazio è, lo ricorda Kubrick stesso, «il computer Hal che riesce a leggere il labiale dei due astronauti che si sono rifugiati all' interno della capsula insonorizzata, proprio per non farsi sentire».

KUBRICK OCCHIALI LOLITA

 

Una parte importante del documentario è dedicata ad Arancia meccanica, per l' impatto fortissimo del film anche fuori dalle sale, con teppisti e criminali che imitavano nella realtà le gesta di Alex e i suoi Drughi. Tanto che Kubrick ordinò di ritirarlo dai cinema inglesi: uno dei temi, sottolinea il regista, era «il modo in cui l' autorità si tiene in piedi senza diventare repressiva». Quando però nelle cronache compaiono episodi di vera ultraviolenza, il regista risponde così a Ciment:

 

«Non c' è nessuna possibilità di vedere Alex come un eroe». L' intervistatore commenta: «Kubrick è sempre dalla parte delle vittime: nella prima parte del film sta col barbone, lo scrittore e tutte le donne attaccate. Nella seconda è con Alex, divenuto vittima a sua volta». In Full Metal Jacket il meccanismo è analogo: secondo Ciment il pubblico è portato a immedesimarsi nel soldato «palla di lardo», bullizzato dal sergente istruttore fino all' omicidio-suicidio, anche se lo sguardo di Kubrick sulle tragedie umane, in questo film, è particolarmente glaciale.

 

KUBRICK

Per realizzarlo il regista, che non si mosse mai dai dintorni di Londra dove viveva da molti anni, si documentò col solito metodo meticolosissimo «attingendo all' immenso materiale documentario esistente sulla guerra in Vietnam», ricorda lui stesso. In quella casa di campagna Kubrick studiava, visionava materiale, faceva casting sulle cassette che gli venivano spedite a poi, a film finito, montava la pellicola nel suo studio privato. Quanto al rapporto fra le persone e la guerra, Kubrick osserva: «Quando leggi le memorie dei soldati sopravvissuti ai conflitti, molti di loro guardano a quelle esperienze come i più grandi momenti della loro vita». E subito viene in mente il piano sequenza finale di Full Metal Jacket, coi marines che subito dopo le atrocità della battaglia cantano allegramente Viva Topolin.

stanley kubrick 7

 

 

KUBRICK E LA MOGLIEkubrick d'alessandroleon vitali stanley kubrickstanley kubrick 3stanley kubrick 2KUBRICKKUBRICK NICHOLSONposter originale di arancia meccanicail bar dei drughipene arancia meccanicaposter di arancia meccanicaposter full metal jacketla porta di kubrick2001 odissea nello spazio 2stanley kubrick stanley kubrickstanley kubrick 5

 

2001 odissea nello spazio stanley kubrick 4stanley kubrick 6kubrick d'alessandrostanley kubrick con marisa berenson e ryan o neal

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