IL DIVANO DEI GIUSTI - CHE VEDIAMO STASERA? PROPONGO UNA RILETTURA DI UN SEQUEL CHE NON PIACQUE MOLTO ALLA SUA USCITA, MA A ME INVECE PIACQUE, “BLADE RUNNER 2049” DI DENIS VILLENEUVE - RIMANE PIENAMENTE UN FILM DI VILLENEUVE, NON UN SEQUEL, MA COME SE IL VECCHIO BLADE RUNNER FOSSE SOLO UNA FONTE D’ISPIRAZIONE - IN SECONDA SERATA POSSO SEGNALARVI IL RECUPERO DELLO STRACULT GAY “TRE” DI CHRISTIAN DE SICA DOVE FA IL TRIANGOLO CON PAOLO CONTICINI E ANNA GALIENA… - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

lily james richard madden cenerentola. lily james richard madden cenerentola.

Che vediamo stasera? In chiaro vedo che su Rai Uno alle 21, 25 passa la deliziosa “Cenerentola” di Kenneth Branagh. Preparatevi quindi al Bibbidi-Bobbidi-Bù, alle zucche che diventano carrozze, le lucertole paggetti, l’oca il cocchiere, la fata madrina, la matrigna terribile, la povera orfanella bionda costretta a far da cameriera alle sorellastre antipatiche, il bel principe che la conquisterà, i topini Gas e Jaq, il ballo, alla mezzanotte che scocca. C’è tutto, perfino le scarpette di cristallo, anche se marchiate Swarovski per doveri di sponsor.

lily james cenerentola lily james cenerentola

 

Ci chiediamo se ne avevamo davvero bisogno di un remake dal vero della Cenerentola animata di Walt Disney, capolavoro riconosciuto da ogni storico di cinema, che segnò il ritorno all’animazione classica e al successo della Disney nel 1950. Probabilmente sì. Come se in anni così frenetici e schizofrenici avessimo bisogno al cinema della leggerezza della fiaba disneyana. E non c’è davvero nulla di più perfetto, da questo punto di vista, della Cenerentola di Charles Perrault, cioè la fiaba più famosa di ogni tempo, rivista da Disney.

 

lily james cate blanchett cenerentola lily james cate blanchett cenerentola

Al punto che il progetto nasceva dopo il successo di Alice di Tim Burton, pensando però a una lettura più moderna della fiaba, affidata come sceneggiatura a Aline Brosh McKenna (Il diavolo veste Prada) e alla regia di Mark Romanek (One Our Photo). Ma alla Disney il progetto di Romanek deve essere sembrato troppo dark, così si è preferito passarlo a un regista più impegnativo come Kenneth Branagh, che, assieme a un nuovo sceneggiatore, il Chris Weitz di American Pie e La bussola d’oro, prende di peso la Cenerentola disneyana e la traduce in salsa inglese per americani, un miscuglio della sua versione di Hamlet e del mondo di Downtown Abbey.

 

CATE BLANCHETT MATRIGNA DI CENERENTOLA CON LE SORELLASTRE CATE BLANCHETT MATRIGNA DI CENERENTOLA CON LE SORELLASTRE

Lo aiutano in questo le preziose scenografie di Dante Ferretti e i costumi di Sandy Powell, che si inventano per il film “un ’800 inglese come lo avrebbero girato a Hollywood negli anni ’40 o ’50” (Powell). Ma lo aiuta anche un cast magistrale che Branagh riesce a far funzionare alla perfezione. A cominciare dalla sua Ella/Cenerentola, l’incantevole Lily James di Downtown Abbey. Il principe Kit è invece Richard Madden, già Robb Stark di Trono di spade, mentre la divina Cate Blanchett, fresca di Oscar, è la cattivissima Lady Tremayne, una matrigna che si sente più vicina a Joan Crawford in un film di Michael Curtiz che in un film del 2015.

 

cenerentola film di kenneth branagh cenerentola film di kenneth branagh

Guardatela quando arriva vestita da vedova a casa di Cenerentola, o nel finale quando prende coscienza della propria sconfitta e scende le scale come Gene Tierney in Femmina folle. Branagh però non ne fa una protagonista forte sul modello della Angelina Jolie di Maleficent, punta tutto sul candore inglese di Lily James, che Cate Blanchett non riesce a capire del tutto, anche se quando, alla fine di tutto, Cenerentola le dirà “Ti perdono” abbandonandola al suo destino, sentiamo davvero scorrere una sana perfidia.

 

cenerentola film di kenneth branagh cenerentola film di kenneth branagh

 Il film, su questo, non è ovvio per nulla. Bella idea anche quella di una star shakesperiana come Derek Jacoby come padre del bel principe, per non parlare del grande Stellan Skarsgard, protagonista dei film di Lars Von Trier, nel ruolo del Granduca, poi una bella coppia di sorellastre, Holiday Grainger e Sophie McShera, e infine Helena Bonham Carter, già seconda moglie di Branagh e terza moglie di Tim Burton, come Fata Madrina e narratrice della storia.

a natale mi sposo a natale mi sposo

Canale 5 risponde alle 21, 20 con un cinepanettone ammuffito, “A Natale mi sposo” di Paolo Costella con Boldi-Canalis-Brilli-Salemme-Ceccherini-Salvi, quello che trionfava con Massimo Boldi pupazzo di neve con la scopa nel sedere e una scena dove si segnalava il maggior numero di ogni tempo di ragazze, fidanzate e mogli di uomini di mediaset che si fosse mai visto al cinema.

parental guidance 2 parental guidance 2

 

Su Tv2000 alle 20, 55 passa la comemdia “Parental Guidance” di Andy Fickman con Billy Cristal e Bette Midler che fanno i nonni di tre nipotini terribili senza saper nulla dei bambini moderni e in pessimi rapporti con la figlia, Marisa Tomei. Carino? “Un serio candidato al peggior film dell’anno” scrive il sofisticato J. Hoberman nel 2012. Ecco. Se ne volete sapere di più su Francesco Rosi, su Rai Scuola alle 21 passa il documentario “Citizen Rosi” curato dalla figlia Carolina e da Didi Gnocchi.

joe contro il vulcano 3 joe contro il vulcano 3

Ricordo piuttosto carino la screwball comedy “Joe contro il vulcano” diretto nel 1990 di John Patrick Shanley, già autore della sceneggiatura del favoloso “Stregata dalla luna”, con la coppia del momento Tom Hanks e Meg Ryan, vecchi arnesi come Lloyd Bridges e Robert Stack, Abe Vigoda, Dan Hedaya, Barry McGovern, Warner tv alle 21. Non è un film riuscito e non lo era nemmeno allora, ma andrebbe rivisto. Action di confine con Mel Gibson mezzo gangster e un bambino di nove anni, magari non è male “Viaggio in Paradiso” di Adrian Grunberg con Peter Stormare, Dean Norris, Daniel Gimenez Cacho, Iris alle 21.

 

ezio greggio victoria silvstedt un maresciallo in gondola ezio greggio victoria silvstedt un maresciallo in gondola

Grande è la voglia dei film vacanzieri dei Vanzina che oggi mi piacerebbe pure rivedere un loro filmetto televisivo, “Un maresciallo in gondola”, diretto da Carlo Vanzina con Ezio Greggio, la biondona svedese Victoria Silvstedt, Sandro Ghiani, Philippe Leroy, Cine 34 alle 21. Fu un clamoroso fiasco il complesso kolossal fantascientifico ideato, prodotto e scritto nel 2018 da Peter Jackson, “Macchine Mortali”, diretto in Nuova Zelanda da Christian Rivers con Hera Hilmar, Robert Sheehan, Hugo Weaving, Leila George, Ronan Raftery, Stephen Lang, tratto dai libri di Philip Reeve, Canale 20 alle 21, 05. Troppe città-macchine volanti, troppi effetti speciali e poca storia. Nessuno ci capì niente.

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Meglio rivedersi per la ventesima volta “I Goonies” di Richard Donner con Sean Astin, Josh Brolin, Jeff Cohen, Ke Huy Quan, Anne Ramsey su Canale 27 alle 21, 10. Propongo anche una rilettura di un sequel che non piacque molto alla sua uscita, ma a me invece piacque, “Blade Runner 2049” di Denis Villeneuve con Ryan Gosling, Harrison Ford, Jared Leto, Sylvia Hoeks, Ana de Armas, Robin Wright, Rai Movie alle 21, 10, un film atteso vent’anni, con un budget da 200 milioni di dollari.

 

ryan gosling blade runner 2049 ryan gosling blade runner 2049

Ma certo, se avete ancora nella testa Rutger Hauer, i “bastioni di Orione”, “le porte di Tannhauser”, la fotografia di Jordan Croneweth e la musica di Vangelis, non sarà facile amare fino in fondo questo nuovo Blade Runner di Villeneuve, fotografato da Roger Deakins, ma soprattutto sceneggiato da Hampton Fencher, che aveva scritto anche il primo Blade Runner, e prodotto da Ridley Scott che lo ha supervisionato dando però al regista canadese pieno potere di potersi costruire il suo film inserendovi il suo mondo.

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Perché, con tutti i riferimenti al capolavoro di Ridley Scott e i grandi camei di Harrison Ford, Sean Young, Edward James Olmos, rimane pienamente un film di Denis Villeneuve, completa e perfetta evoluzione della sua complessa messa in scena e della sua poetica, tanto che la chiave femminile di Arrival è presente anche qui. Villeneuve e Deakins si muovono nel film non come se fosse un sequel, ma come se il vecchio Blade Runner fosse solo una fonte d’ispirazione, anzi una delle fonti d’ispirazione, perché è molto forte anche la costruzione narrativa e visiva tarkovskiana.

 

blade runner 2049 1 blade runner 2049 1

E, attenzione, non c’è solo una chiave di lettura nel film, e quelle facile, il “K” del Castello di Kafka o l’inizio dell’Isola del tesoro, sono meno forti della citazione del capolavoro di Vladimir Nabokov, Pale Fire, dove non sai mai se le memorie sono di un personaggio o di un altro. Siamo in pieno postmoderno, anzi post-postmoderno, perché già Blade Runner e Nabokov erano postmoderni. Un post-postmoderno che deve fare anche i conti  con tutto quello che, anche visivamente, è successo da Blade Runner in poi.

gosling in blade runner 2049 copia gosling in blade runner 2049 copia

Insomma, il film è loro. E’ loro anche una certa freddezza di composizione, sia narrativa che visiva, con la Los Angeles sotto la neve, gli interni incredibile della Wallace Corporation, e la perfezione “cool” di Ryan Gosling, che ci offre un’interpretazione meravigliosa e perfetta, e di tutto il cast femminile, dalla Joi, il suo ologramma romantico personale, di Ana de Armas, alla Luv di Sylvia Hoecks, braccio armato di Wallace-Jared Leto e sua nemica, alla Joshi di Robin Wright, il suo capo.

gosling in blade runner 2049 gosling in blade runner 2049

 

Mentre Scott cercava di non rivelarci troppo, di giocare nascondendo, forse anche a causa della censura produttiva che rivoltò il film, Villeneuve e Deakins ci vogliono rivelare, illuminare, spiegare, in modo da avere un quadro completo del puzzle e della complessità della storia, che è alla fine un’indagine poliziesca con un blade runner robot alla ricerca della verità su vecchi modelli e poi sulla propria identità. Facendo troppa luce, giocando sull’esibire e non sul nascondere, Villeneuve perde la chiave più romantica di Blade Runner.

harrison ford ne sequel di blade runner harrison ford ne sequel di blade runner

 

 In alternativa sviluppa un mondo dove non c’è più niente o quasi di vero, dove Los Angeles è ricostruita a Budapest, dove ti puoi innamorare non di una ragazza replicante, ma di una ragazza ologramma proiezione di una intelligenza artificiale che trovi per strada. Come nel primo Blade Runner i replicanti sognano di diventare umani e lì si sviluppa la loro tristezza, ma qui c’è anche la tristezza della fine di un’epoca che si è sviluppata non più dal vero, ma dalle proiezioni del vero, un’epoca di puro digitale, dove anche la memoria, i sogni appartengono a qualcun altro, sia questo Andrei Tarkosvky o Ridley Scott. Come nella Las Vegas popolata di vecchi ologrammi di Elvis Presley che vediamo a un certo punto nel film, il cinema è diventato l’ombra delle ombre che era stato da Blade Runner in poi.

amanda seyfried cappuccetto rosso sangue amanda seyfried cappuccetto rosso sangue

Vedo che passa pure il divertente ultradark “Cappuccetto rosso sangue” diretto da Catherine Hardwicke, prodotto da Leonardo DiCaprio con Gary Oldman, Amanda Seyfried, Lukas Haas, Billy Burke, Virginia Madsen e Julie Christie come la nonna, Mediaset Italia 2 alle 21, 15. Su Rai Tre alle 21, 20 vedo che passa “Maria Teresa 3 – L’apice del potere”, terza parte (di cinque) della chilometrica saga sulla celebre Arciduchessa d’Austria, grossa co-produzione europea diretta tra il 2017 e il 2022 dall’austriaco Robert Dornheim, non dimenticato regista di “Echo Park”, con Stefanie Reinsperger, Vojtech Kotek, Zuzana Stivinova, Anna Posch.

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Per i fan di Lillo e Greg propongo “D.N.A. – Decisamente non adatti” diretto dagli stessi Lillo e Greg con Anna Foglietta e Alessio Di Domenicantonio, Tv8 alle 21, 30. Due risate le fate sempre, ma è superiore il film successivo.

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In seconda serata vedo che passa uno stracult diretto da Ezio greggio come “Killer per caso” con lo stesso Greggio, Jessica Lundy, Rudy De Luca e Dom De Luise, Cine 34 alle 22, 55. Non è bello, ma Greggio è l’unico in Italia da anni a tentare una strana originale di splasptick alla Mel Brooks. Almeno ci prova. Su Rai 4 alle 23 avete l’avventuroso “Il 13° guerreiro” di John McTiernan con Antonio Banderas, Vladimir Kulich, Dennis Storhoi e su Iris alle 23, 10 torna “Arma letale 4” di Richard Donner con Mel Gibson e Danny Glover, Joe Pesci, Rene Russo, Chris Rock. Sempre divertente.

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Il Domhnall Gleeson che avete visto da poco in “The Patient” è protagonista della bella commedia sentimentale di Richard Curtis “Questione di tempo” con Rachel McAdams, Bill Nighy, Lindsay Duncan, Italia 1 alle 23, 55. E su Canale 5 a mezzanotte, in attesa della Befana, si procede, dopo il cinepanettone con Boldi con un altro recente capolavoro del cinema natalizio, “Poveri ma ricchi” di Fausto Brizzi con Christian De Sica, Enrico Brignano, Lucia Ocone.

POVERI MA RICCHI BRIZZI POVERI MA RICCHI BRIZZI

 

 Come era? Tra citazione alte di Jerry Lewis (“la felicità non esiste”) e basse di Massimo Ferrero (“i ricchi devono morì”), tra cammei incredibili di miti assoluti come Al Bano e Gabriel Garko, tra resurrezioni impossibili, come quella di una strepitosa Anna Mazzamauro come vecchia suocera orrenda, questo strampalato remake del successo comico francese Les Tuches di Olivier Baroux, malgrado qualche non funzionamento nella seconda parte, non solo è il miglior film di Brizzi, ma è pure parecchio divertente.

 

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 Grazie a un cast strepitoso e molto cafone che unisce un Christian De Sica burino coi capelli ricci e rossi e un Enrico Brignano perfetto nei duetti o terzetti con Christian, al magico duo formato appunto da Lucia Ocone e da sua “madre” Anna Mazzamauro. Raramente le donne in un film italiano riescono a essere così comiche, ma qui, almeno per tutta la prima parte, fanno i fuochi d’artificio. E la Mazzamauro è sui livelli degli storici Fantozzi nell’interpretare la vecchia suocera impossibile attaccata alla tv per vedere Il peccato e la vergogna (“Perché non mi è nato un figlio come Gabri?”) o nello scatenarsi in battute pesanti.

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Che ne farete di questi 100 milioni di euro, tutti in beneficenza?” – “Sto cazzo!”. O quando vuole un televisore da 120 pollice, “più grande dello schermo della multisala di Valmontone”. Perché i Tucci, traduzione facile facile ma perfetta dei Les Tuches originali, famiglia burina del paesino (inventato) di Torresecca situato tra Palestrina e Zagarolo, hanno vinto 100 milioni di euro alla lotteria e non sanno se dirlo a tutti mandando affanculo clamorosamente i compaesani o starsene zitti per non pagare le tasse. Ora.

 

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 Se i Tucci sono burini e ignoranti, e seguitano a friggere e a mangiarsi i supplì al grido “Uno per Tucci, tutti per uno!”, non è che i compaesani siano meglio, da uno strepitoso Giobbe Covatta come prete di Torresecca, che sogna non l’8 per mille della vincita, ma il 20 per cento per la sua chiesa, al sindaco interpretato dall’altrettanto strepitoso Fabrizio Nardi della coppia romana Pablo e Pedro (una vera sorpesa) allo stesso Massimo Ferrero meglio noto come Viperetta che fa un gran numero di fronte alle telecamere di Sky.

 

poveri ma ricchi poveri ma ricchi

Ovvio che, a un certo punto, i Tucci non ce la faranno più a reggere il silenzio e, dopo aver sbottato clamorosamente in un “A peracottari! Voi lo sapete chi ha vinto i cento milioni della lotteria?”, decideranno di partire verso il Nord e mangiarsi tutti i soldi. Mi fermo qui. Il sequel, però, attenzione!, non è all’altezza del primo Poveri ma ricchi.

polvere di stelle polvere di stelle

 Su Rai Movie a mezzanotte avete lo strepitoso fantascientifico che venne più volte riesumato l’anno scorso, “2022: i sopravvissuti” di Richard Fleischer com Charlton Heston, Edward G. Robinson, Joseph Cotten, Dick Van Patten. E’ tutto visto e rivisto. Posso segnalarvi il recupero di “Polvere di stelle” con Alberto Sordi e Monica Vitti, si vede sempre con piacere, su Rete 4 alle 2, lo stracult gay “Tre” di Christian De Sica dove fa il triangolo con Paolo Conticini e Anna Galiena, Cine 34 alle 2, 25.

puro cashmere puro cashmere

 

Occhio al piccolo western di Sidney Salkow “Due pistole per due fratelli”  con Buster Crabble, Neville Brand, Ann Robinson, Slim Pickens, Iris alle 3, 15. Non l’ho visto, accidenti, ma non mi sveglierò di certo… I più pazzi gradiranno “Puro cashmere” di Biagio proietti con Mauro Di Francesco come protagonista e Paola Onofri, Cine 34 alle 3, 50.

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Ma io punto tutto sul mélo napoletano “Marechiaro” di Giorgio Ferroni con Silvana Pampanini, Arnoldo Foà, Nada Fiorelli, Rete 4 alle 4, 25. Questo non lo ha visto proprio nessuno. Chiudo con “La scimitarra del saraceno” di Piero Pierotti, Rai Movie alle 5, con Lex Barker, la mitica Chelo Alonso, Massimo Serato e Graziella Granata, amante del vecchio Rizzoli…

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