2021divanogiusti0302

IL DIVANO DEI GIUSTI – CI VORREBBE UN “NOVECENTO” E CI UN BERTOLUCCI, PER RICORDARE A SERRA E, MAGARI A ZINGARETTI, CHE SI POTEVA ESSERE INTELLETTUALI, COMUNISTI, E NON SBAGLIARE ARREDAMENTI NÉ SPAIARE I CALZINI, MA SAPER DESCRIVERE PERFETTAMENTE IL MONDO DOVE SIAMO CRESCIUTI – PER IL RESTO, STASERA LE COSE MIGLIORI PASSANO ALL’1 DI NOTTE. “MACHETE” CONTRO IL SONTUOSO “RACCONTO DEI RACCONTI” DI GARRONE. NELLA NOTTE C’È POCO SI PUÒ RECUPERARE IL CULTISSIMO “LA DONNA LUPO” CON LOREDANA CANNATA A CACCIA DI MASCHI – VIDEO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il divano dei Giusti 3 febbraio

novecento

Marco Giusti per Dagospia

 

Mentre l’Italia si inchinava a Draghi salvatore della patria, via Renzi&Giorgetti, e Bruno Tabacci ci raccontava commosso ieri sera a “Dimartedì” quanto fosse democristiano nel profondo l’amico Mario già nel 1983 di fronte a una platea di giornalisti un filo giovani&sprovveduti, Telese-Conchita-Aprile, ripassavo stamane su Sky, come fosse una serie, “Novecento” di Bernardo Bertolucci, ogni volta scisso come il PD di Zingaretti/Bettini/Franceschini fra un lo amo/lo odio che mi perseguita da allora. Non era facile rendere una posizione.

 

pupi avati lei mi parla ancora

E mi domandavo perché l’immaginario emiliano parmense, così sanguigno e comunista, rappresentato proprio da Bertolucci e il suo “Novecento”, sia rappresentato adesso dal democristianissimo, lacrimoso e bolognese Avati che sulla stessa Sky già ci tormenta con una raffica di trailer dell’ultima opera, vedibile da venerdì, “Lei mi parla ancora”, che porta sulle scene la famiglia Sgarbi, modenese come Franceschini certo, ma certo né sanguigna né comunista.

 

 

machete

Come ci siamo arrivati? Magari possiamo farci la stessa domanda di fronte al baratro di un Salvini-Di Majo o di un Conte-Casalino o a un paese incapace di salvarsi da solo senza l’arrivo di Draghi e le bacchettate del vecchio democristiano Mattarella.

 

michelle rodriguez machete 1

E mi domandava anche: se Zingaretti dà della radical-chic Conchita, cosa avrebbe potuto dare a Bertolucci e alle ricostruzioni ultra chic di Mapi Maino in “Novecento”, ammesso che l’abbia visto? Ma nessun film, lo sappiamo, descrive così bene non solo il mondo contadino della Bassa ma soprattutto la borghesia infingarda italiana, quella che ci ha portato al fascismo senza mai voler prendere una decisione, la stessa, in fondo, che ci porta a questo disastro di governo-non-governo in un momento così tragico e assurdo.

 

Ci vorrebbe un Novecento, magari per liberarci da queste serie lunghe ore e ore e ore che vediamo su Netflix, e ci vorrebbe un Bertolucci, almeno per ricordare a Michele Serra e, magari a Zingaretti, che si poteva essere intellettuali, comunisti, e non sbagliare arredamenti né spaiare i calzini, ma saper descrivere perfettamente il mondo dove siamo cresciuti. Per il resto, stasera le cose migliori passano all’1 di notte.

 

 

novecento 3

“Machete” di Roberto Rodriguez con il grande Danny Trejo, Michelle Rodriguez, Jessica Alba, Rai Due, contro il sontuoso “Racconto dei racconti” di Matteo Garrone, Rai Movie, con Selma Hayek che si mangia un cuore, con John C. Reilly palombaro che incontra un drago marino, con Ceccherini e Alba Rohrwacher che avrebbero meritato un film tutto loro.

 

basilicata coast to coast 1

Sono tutti e due film non completamente riusciti, il primo per eccesso di splatterumo, il secondo per effetti speciali che avrebbero avuto bisogno di più soldi, ma che almeno provano a far qualcosa di diverso. Soprattutto provano qualche piccola magia che un tempo il cinema ci offriva quotidianamente.

 

la donna lupo

Alle 21, invece, potete scegliere tra il primo e miglior film di Rocco Papaleo, “Basilicata Coast to Coast”, Cine 34, con Giovanna Mezzogiorno, Max Gazzé, Alessandro Gassman, tutti così freschi e allegri, la commedia malandrina con viaggio nel tempo di Massimiliano Bruno “Non ci resta che il crimine”, Rai Movie, con Leo-Tognazzi-Gassman e una esplosiva Ilenia Pastorelli che mostra un po’ troppo il sedere, il sempre divertente “Il principe cerca moglie” di John Landis (ho detto John Landis!) con Eddie Murphy, Italia 1, e “L’alba del pianeta delle scimmie” di Rupert Wyatt, canale 20, che è molto di più di un remake riuscito con Andy Serkis che fa la scimmia e James Franco e fu un vero caso alla sua uscita.

 

novecento 2

 

Costruito in tre parti ben distinte, la prima di pura medicin-fiction, con gli esperimenti in laboratorio e la crescita della scimmia Cesare in famiglia come uno Spider Man qualsiasi, la seconda di puro prison-movie, la terza di tattica e guerriglia rivoluzionaria urbana, il film funziona quando abbandona i terreni più facili e si avventura nel dramma dei sentimenti. Esattamente come nel vecchio film con Charlton Heston. 

novecento 1

 

Ma qui la chiave di tutto, l’essere che comincia a capire, non è l’umano, l’anonimo James Franco con la fidanzata Frieda Pinto, quanto la scimmia. È Cesare che riesce a cominciare col vecchio nonno John Lihtgow, con l’orango del circo, con lo scimmione Buck, che ha una strategia rivoluzionaria alla Che Guevara.

machete 1

 

Non a caso la sua prima parola è “No”.  E quando Will gli chiede di tornare a casa, gli risponde che “Cesare è già a casa”. Perchè come certi personaggi di Melville, da Bartleby al Babo di Benito Cereno, Cesare fa parte di noi.

 

loredana cannata la donna lupo 1

In seconda serata darei davvero un’occhiata, Rai 4 alle 23, 10, al recente e sofisticato horror “It Comes at Night” di Trey Edward Shults con Joeld Edgerton, Riley Keough, Carmen Ejogo che se la vedono con una malefica presenza nella solita casa da film di paura.

 

Nella notte c’è poco, magari si può recuperare il cultissimo “La donna lupo” di Aurelio Grimaldi con Loredana Cannata a caccia di maschi, Cielo a mezzanotte, il sofisticato ma erotichello “Sotto falso nome” di Roberto Andò con Daniel Auteuil e la bellissima Anna Mouglalis, Cine 34 all’1, 10, o l’ormai dimenticato “L’Angelica avventuriera” di Denyd de la Patelliere con Michele Mercier e Daniel Gelin, Rete 4 alle 2, 30, che devo pure aver visto distrattamente nel 1966.

 

it comes at night 1

 

Non so davvero nulla, invece, e mi spiace, di “Missione sabbie roventi” di Alfonso Brescia con Howard Ross alias Renato Rossini e lo spagnolo Roberto Camardiel, avventuroso in costume truccato da eurospy. C’è pure Mia Genberg, una delle gemelle svedesi già vista in “Sedotti e bidonati”. Ricordo infine come delizioso “Il ladro della Gioconda” di Michelle Deville, Rai Movie alle 5, con George Chakiris, Marina Vlady, Margaret Lee e molti italiani, come D’Orsi-Bonucci-Tedeschi-Palmer. Un film da riscoprire.

la donna lupo 2lei mi parla ancora 2la donna lupo loredana cannata la donna lupomissione sabbie roventi racconto dei raccontimissione sabbie roventi l’angelica avventuriera 2lei mi parla ancorait comes at nightmichelle rodriguez macheteracconto dei racconti 1l'alba del pianeta delle scimmiel’angelica avventuriera 1l’alba del pianeta delle scimmiebasilicata coast to coast l’angelica avventuriera

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…