gabriele dannunzio fiume

O FIUMO O MORTE! - GIORDANO BRUNI GUERRI RIPERCORRE L'IMPRESA DI D'ANNUNZIO CHE NEL SETTEMBRE 1919 OCCUPÒ LA CITTÀ CON I SUOI LEGIONARI TRA CUI C’ERANO BRIGANTI, LADRI, PROSTITUTE, DONNE IN CERCA DI EMANCIPAZIONE (A FIUME POTEVANO GIRARE CON LA GONNA CORTA) E GRANDI CONSUMATORI DI COCAINA, DI CUI FACEVA ABUSO LO STESSO D’ANNUNZIO - E POI GLI ANTICIPATORI DELLA NEW AGE, CON LA RIVISTA "YOGA" - UN MONDO ANARCOIDE E LIBERTARIO, IN CUI L'ETÀ MEDIA NON SUPERAVA I VENT'ANNI…

Mario Gervasoni per “il Messaggero”

 

GIORDANO BRUNO GUERRI - DISOBBEDISCO

«Contro l'Europa che paventa, barcolla e balbetta, contro tutto e tutti noi abbiamo la gloria di dare il nome a questo anno di fermento e di tormento». L'anno in questione non è il 2019, come potrebbe sembrare dal giudizio sul Vecchio Continente, ma risale a quasi cento anni fa, e l'autore di queste parole non è Salvini, Boris Johnson o Orban, ma Gabriele D'Annunzio, nel suo proclama di Capodanno 1920 pochi mesi dopo aver occupato Fiume con un esercito di volontari, nel settembre 1919. E infatti oggi ricorrono analogie non con gli anni Trenta, come vuole la vulgata di chi conosce per sentito dire la storia, ma con lo spirito del 1919, quel «diciannovismo», come l'avrebbe chiamato Pietro Nenni, di cui impresa di Fiume fu uno dei momenti più alti.

giordano bruno guerri

 

GIORNO PER GIORNO

Per sprofondare completamente in quell'atmosfera è indispensabile leggere lo splendido libro di Giordano Bruno Guerri che, da massimo studioso di D'Annunzio, nonché da presidente della Fondazione Vittoriale, era la persona più adatta per scrivere questo che possiamo già definire uno dei migliori lavori storici sull'esperienza fiumana. E sprofondare è proprio la parola esatta perché, con un racconto in cui il narratore si pone quasi in mezzo agli eventi, ci fa scoprire quasi giorno per giorno l'impresa dell'Immaginifico. Fiume fu a tutti gli effetti una creazione del poeta guerriero, il Comandante, come prese a farsi chiamare: un'opera politica, militare e naturalmente estetica.

gabriele dannunzio orbo veggente

 

IL SUPERUOMO

Ma attenzione, se D'Annunzio era stato, nei suoi romanzi precedenti, oltre che nelle azioni belliche durante la Grande guerra, il creatore dell'estetica politica intesa come azione solitaria del Super Uomo nietzschiano, il D'Annunzio fiumano è però diverso, l'esperienza lo muta. È certo il Comandante, il Capo a cui i suoi seguaci si affidano religiosamente. Ma è anche al tempo stesso immerso nella folla cameratesca dei suoi soldati, e persino in quella degli operai quando, da responsabile politico della Reggenza, egli veste i panni del mediatore tra sindacati e imprenditori, prendendo la parte dei primi.

 

gabriele dannunzio e l impresa di fiume

Anche se D'Annunzio era poco affascinato dal mito russo-bolscevico, come invece diversi suoi compagni a Fiume, molti suoi discorsi, assieme alla celebre Costituzione, la Carta del Carnaro, che egli scrisse con il sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris, risuonano di accenni corporativi e socialisti nazionali: tanto che Fiume si può definire un tentativo di incontro tra il rosso del socialismo e il nero del nazionalismo.

 

LA SVASTICA

Benché il focus di Guerri sia puntato sul Comandante, il suo libro ci restituisce un'opera corale, in cui accanto al Vate si colloca una schiera di compagni d'azione, dai più stretti ai più distanti, fino a militanti caduti totalmente nell'oblio. E poi un brulichio di briganti, di ladri, di prostitute e di donne in cerca di emancipazione (a Fiume potevano girare con la gonna corta) e di grandi consumatori di cocaina, di cui faceva uso ed abuso lo stesso Comandante.

gabriele dannunzio e l ammiraglio enrico millo

 

E poi troviamo quasi gli anticipatori della new age, con una rivista, Yoga, sulla cui copertina campeggia una svastica, simbolo induista, ben prima che ne facesse uso distorto il nazismo. Un mondo anarcoide e libertario, in cui l'età media non superava i vent'anni, tenuto assieme dal culto del Comandante ma anche da un profondissimo sentimento di amore verso la nazione.

 

Chiaro che fosse destinato a durare poco, cinquecento giorni, e a finire in maniera violenta, anche se con minore spargimento di sangue di quanto avrebbe potuto essere. Una rivoluzione nazionalista libertaria, quella di Fiume, da non confondere con il fascismo, che pure appoggiò inizialmente D'Annunzio per poi abbandonarlo al suo destino.

gabriele dannunzio a fiume

Mussolini certo si ispirò, anche in celebri parole d'ordine, oltre che nelle ritualità politiche (il discorso al balcone!) a quanto aveva creato D'Annunzio: ma il modo in cui il Comandante esercitò il potere fu ben diverso da come lo avrebbe condotto Mussolini. «Io posso aver errato qualche volta, voi siete stati perfetti sempre», disse D'Annunzio ai suoi compagni dopo la disfatta. La parola di un grande leader.

gabriele dannunzio a fiume gabriele dannunzio a fiume con i bersaglierigabriele dannunzio a fiume gabriele dannunzio a fiume gabriele dannunzio a fiume gabriele dannunzio a fiume

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...