I GIORNALISTI DI "REPUBBLICA" SALGONO SULLE BARRICATE CONTRO IL DIRETTORE MAURIZIO MOLINARI ED ENTRANO IN SCIOPERO FINO ALLE ORE 19 DI SABATO 29 OTTOBRE (CON 229 VOTI A FAVORE, 7 CONTRARI E 14 ASTENUTI: MAI VISTA UNA DISFATTA DEL GENERE) - AD ACCENDERE LA MICCIA È STATA L’INTERVISTA A “PRIMA” IN CUI MOLINARI ANNUNCIAVA “LA SPALLATA DIGITALE” AL GIORNALE IN CRISI DI VENDITE - ECCO TUTTO QUELLO CHE I GIORNALISTI DI "REP" CONTESTANO A MOLINARI

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I giornalisti di Repubblica salgono sulle barricate contro il direttore Maurizio Molinari e entrano in sciopero fino alle ore 19 di sabato 29 ottobre (229 voti a favore, 7 contrari e 14 astenuti: mai vista una disfatta del genere)

 

Ad accendere la miccia è stata l’intervista a “Prima comunicazione” in cui Molinari annunciava “la spallata digitale” al giornale che non riesce a recuperare con l’edizione di carta i lettori persi negli ultimi anni. 

 

La protesta dei giornalisti è legata alla scelta del direttore di puntare quasi completamente sul digitale, contrariamente a quanto auspicato dalla redazione.

 

Si contesta, inoltre, a Molinari l’aver presentato il piano di riorganizzazione editoriale non alla redazione, come era stato richiesto, ma a una rivista.

 

I giornalisti, che non firmeranno i loro articoli, sono furibondi anche per il trasferimento da Roma a Milano della redazione di Affari&Finanza.

 

 

Il comunicato dell'Assemblea dei giornalisti di Repubblica
L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica è incredula e indignata per le dichiarazioni del direttore Maurizio Molinari che costituiscono una grave offesa all’intero corpo redazionale, di cui vengono sminuiti l’impegno e la professionalità. Un sommario Piano di riorganizzazione editoriale viene raccontato in un’intervista a una rivista di settore senza che sia mai stato presentato, nei suoi dettagli e nelle sue implicazioni, prima al cdr e poi alla redazione, come invece le corrette procedure sindacali imporrebbero. La richiesta al direttore di esporre in assemblea il suo Piano perché venga poi votato – che ribadiamo - è stata dunque ignorata.

 

La richiesta della redazione al direttore e all’editore di dare risposte immediate ai gravi problemi del momento, a partire dal calo di vendite in edicola, è stata ignorata. Questioni cruciali – come il nuovo modello di integrazione tra edizione cartacea e sito, come l’influenza dei trend d’interesse osservate in Rete sulle scelte editoriali – sono  presentate in termini non convincenti. La loro esposizione – peraltro con modalità scorrette e irrituali - non risponde ai dubbi e alle inquietudini della redazione di Repubblica.

 

L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica si oppone categoricamente al trasferimento da Roma a Milano della redazione di Affari&Finanza. L’assemblea indice anche una giornata immediata di sciopero che investirà l’intero corpo redazionale e tutte le piattaforme informative, secondo le modalità decise dal Comitato di redazione. Le giornaliste e i giornalisti di Repubblica non firmeranno i loro contenuti editoriali di qualsiasi tipo e su qualsiasi piattaforma informativa fino a quando non riceveranno risposte concrete e convincenti, in assemblea e nelle sole sedi deputate al confronto.


L'assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica

 

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