GIULIETTA DEGLI SPIRITI (ANIMALI) – I TERRIFICANTI SFOGHI DELLA MASINA AL FARFALLONE FELLINI: “MA CHE SEI 'N OMO TU? SEI 'N OMO TU CHE NON ME TOCCHI DA OTTO ANNI? O SEI UNO CHE SE FA TUTTE, MA PROPRI TUTTE L'ARTRE? PENSI CHE NUN TE VEDO? NON FAI CHE MANEGGIÀ CHIAPPE DI QUESTA E DI QUELLA! CHE DEVE FA 'NA POVERACCIA COME ME? CHE ME NE FREGA CHE TU SEI UN ARTISTA, SE SEI SOLO 'NA PARVENZA D'OMO? A ME NON M’INCANTI, SAI? DOVE SEI STATO A ARZA’ PORVERE? DIMMELO!”

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Estratto da “La Cartomante di Fellini - L’uomo, il genio, l’amico”, di Marina Ceratto Boratto, ed. Baldini+Castoldi

federico fellini e marina ceratto boratto federico fellini e marina ceratto boratto

 

All’improvviso si attaccò a una misteriosa bottiglia con l’etichetta di un frantoio. Finsi di non vedere, aiutandola a portare i piatti a tavola…. Giulietta mi impedì di tornare in sala da pranzo. Continuava a tossire e a fumare. E riprese a raccontare.

 

«Sai che appena sposata con Federico e incinta, so’ caduta giù dalle scale? Ho abortito. Poi e arrivato Pier Federichino, vissuto solo tre settimane... poi, poi... per lui, nun so’ esistita più, intendo come donna... te rendi conto? Sembrava un marito tanto devoto invece ha cominciato ad andare in camporella.»

 

la cartomante di fellini marina ceratto boratto la cartomante di fellini marina ceratto boratto

Non mi piaceva la piega che stava prendendo la serata. «Guarda Giulietta che è un marito affettuoso, dice su di te cose sublimi.» «Ma va là, ma a chi la racconti?» Come rassicurarla, nel silenzio spiccava il ticchettio di una sveglia, messa lì forse per la cottura dei suoi piatti. Dopo circa un quarto d'ora Federico fece il suo ingresso trionfale festeggiato da tutti. 

 

Tutti tirammo un sospiro di sollievo, avrebbe ripreso con il suo stile e la sua autorità il controllo della situazione. «Chi ha telefonato  Giuliettina? Non hai fatto le polpette, sai che mi piacciono tanto…» chiese mellifluo e aggiunse: «Ah, questo film, quanti problemi!» 

«Ndò sei stato Ninì?» gli domandò lei, senza rispondergli.

 

federico fellini giulietta masina federico fellini giulietta masina

«Per un piccolo sforamento del badget sono stato a parlare tutto il tempo con Fracassi, pessimista ma risolutivo come sempre», replicò soffiando ansia per troppo lavoro e aggiunse: «Qualcosina mangiucchio, forse solo la carne e il dolce! Che begli amici, che allegra brigata, raccontatemi tutti qualcosina di voi! Che bello ritrovarvi. Come sei in forma, Caterina! Ciao Marina bella! Lucia, che occhi magnifici da assassina».

 

«E già, eri con Fracassi o co `na mignotta, Ninì? Torni sempre con gli occhi bassi sul piatto e te metti a mangià e non dici mai niente di dove sei stato. Ma in realtà hai già mangiato...» continuò ostinata. Arrossimmo tutti. 

 

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«Su, Giuliettina, sai che è un film complesso, ho continue grane. Rogne spaventose con Rizzoli. Devo elencarti tutte le difficoltà, giorno per giorno? Dovresti essere contenta che te ne tengo fuori, te le evito, vivi qui beata, fra boschi e ruscelli, in compagnia dell'ottimo Salvato. E voi invece cosa avete fatto, avete sparlato del sottoscritto?» 

 

Mentiva o diceva la verità sulla sua serata fuori casa? Lucia ci aveva avvertito che era un bugiardo congenito, comunque nessuno dei presenti voleva indagare, desideravamo solo che tornasse un po' di pace e leggerezza. Era uno spettacolo triste vedere una moglie sbottare a quel modo. Non immaginavamo certo che lei e Federico fossero due sposini in viaggio di nozze, ma che fossero a questo punto, mai. 

sandra milo giulietta masina federico fellini sandra milo giulietta masina federico fellini

 

Poi Giulietta, quasi con gli occhi iniettati di sangue, si scagliò a parole contro Federico, dimostrando un temperamento degno di una popolana di Roma e un talento drammatico superiore a quello della Magnani.

 

«Ma che sei 'n omo tu? Sei 'n omo tu che non me tocchi da otto anni? O sei uno che se fa tutte, ma propri tutte l'artre? Pensi che nun te vedo? Non fai che maneggià chiappe di questa e di quella! Che deve fa 'na poveraccia come me? Che me ne frega che tu sei un artista, se sei solo 'na parvenza d'omo? A me non m’incanti, sai? Dove sei stato a arzà porvere? Dimmelo!» 

 

sandra milo federico fellini giulietta masina agli oscar 1963 sandra milo federico fellini giulietta masina agli oscar 1963

Stranamente Giulietta non tossiva più. Guido Alberti si alzò da tavola e si schiarì la voce, sembrava un tribuno: «No, vi prego non fate così, dovete andare d'accordo, avete dato dei capolavori al cinema mondiale e ne darete altri, così ci rendete infelici stasera, dovete far pace, perché voi due... voi due siete immensi... siete entrambi una risorsa per il mondo», Fellini si alzò e abbracciò Guido. 

 

«Guidone che farei senza di te?» Ma Giulietta continuò imperterrita. «Infame! Perché te sei ridotto così? Perché quando l'ho sposato me voleva bene, sapete? Era normale, allora! Adesso è un mezz'omo.» Federico sembrava accettare rassegnato tutto ciò che usciva da quella bocca, rimproveri e insulti, ossessionato dai complessi di colpa o forse altrove, serafico. 

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