andrea roncato

“A 30 ANNI ANDAVO IN GIRO PER LE SPIAGGE A FARE IL DONNAIOLO, E QUESTO FACEVA RIDERE; MA SE LO FACESSI ORA, A 70 ANNI, MI RENDEREI PATETICO” - ANDREA RONCATO, CHE SARÀ ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA CON DUE FILM, UNO SUL GOLF E UNO DI PUPI AVATI, APRE LE VALVOLE CON "NOVELLA 2000" – I RAPPORTI CON GIGI SAMMARCHI (“I VECCHI FILM OGGI NON CI SAREBBE PIÙ INTERESSE A FARLI DA PARTE NOSTRA”), IL RICORDO DI ALAIN DELON CHE DRIBBLO’ TUTTE LE DONNE CHE LO STAVANO ASPETTANDO DAVANTI ALL'HOTEL E SE NE ANDO’ A LETTO E IL CONSIGLIO DA VECCHIO PLAYBOY…

Lorenzo Drigo per Novella 2000 – www.novella2000.it - Estratti

 

 

 

andrea roncato novella 2000

Abbiamo incontrato – in occasione della prossima Mostra internazionale del Cinema di Venezia 2024 – Andrea Roncato, “mostro sacro” del Cinema italiano, presente al Lido con la pellicola d’esordio di Maurizio Matteo Merli Il tempo è ancora nostro e nel cast del film di chiusura – l’horror L’orto americano di Pupi Avati – del festival.

 

Ne è nato un lungo dialogo che parte proprio dalla sua partecipazione alla Biennale, per poi arrivare anche alla storica amicizia con Gigi Sammarchi, fino a quella volta in cui conobbe Alain Delon, con cui condivideva anche la carriera (che ha sempre negato!) da seduttore.

 

Roncato, partiamo dalla Mostra di Venezia. In Il tempo è ancora nostro, un film dove si racconta la vita intrecciandola alla passione per uno sport molto particolare come il golf, interpreta Costantino, padre del tossicodipendente Stefano. Com’è stata questa esperienza?

andrea roncato 3 novella 2000

«Bella, molto bella. Partiamo col dire che c’erano degli attori molto bravi, come quello che interpretava appunto il ruolo di mio figlio, Mirko Frezza, che oltretutto è una persona molto in gamba: sono stato contento di aver lavorato con lui. Il regista è Maurizio Matteo Merli, figlio dell’indimenticabile Maurizio Merli, con il quale io avevo lavorato tanti anni fa per Tango Blu, un film d’autore di Alberto Bevilacqua. Maurizio Matteo è un regista che ha già fatto alcune cose molto belle, è molto meticoloso e pronto».

 

 

 

Le è piaciuto girare il film?

RONCATO BERLUSCONI BANFI

«Mi è piaciuto molto fare questo film anche perché ha il bel messaggio che lo sport ti può tirare fuori da certe situazioni e rimetterti in riga. Mi è piaciuto farlo anche perché purtroppo adesso siamo circondati da film, anche di grande successo, soprattutto in televisione, dove gli eroi sono dei delinquenti, personaggi negativi. Poi non ci lamentiamo che i bambini vanno a scuola coi coltelli e si accoltellano, perché glielo insegniamo noi con questi esempi, mentre sarebbe ora di dare qualche bel messaggio: esattamente come facciamo questo film».

 

 

 

Passando a L’orto americano, come si è trovato a fare un horror, proprio lei che a lungo è stato famoso per la sua comicità?

andrea roncato gigi sammarchi

«Io a lungo sono stato famoso per la mia comicità, però adesso sono già 20 anni che interpreto film d’autore: ho lavorato con Muccino, con Virzì, in sei film per la RAI, in altri tre per Pupi Avati, compreso un altro suo horror purissimo, ‘Il signor Diavolo’. Ultimamente mi sono dedicato a film d’autore con ruoli abbastanza seri o anche drammatici, ma il fatto di passare da attore comico ad attore drammatico non è difficile, sarebbe molto più difficile il contrario».

 

 

 

Non le piace più fare film comici?

gigi sammarchi andrea roncato lino banfi l'allenatore nel pallone

«Non è che non mi piaccia farli, ma io sono un attore, è la mia professione, e quindi qualsiasi cosa mi offrano, che mi piaccia, la faccio. Chiaramente bisogna fare cose adeguate alla tua età, al tuo personaggio. Se a trent’anni andavo in giro per le spiagge a fare il donnaiolo, e questo faceva ridere, andava benissimo; ma se lo facessi ora, a 70 anni, credo che mi renderei patetico.

 

Bisogna adeguarsi alla propria età e sono molti che non l’hanno capito e continuano a fare cose comiche a 80 anni, sembrando un po’ patetici. Il comico quando gira un film interpreta sempre un po’ se stesso, mentre fare l’attore vuol dire interpretare vari ruoli e bisogna che prima o poi cambi, altrimenti rischi di diventare ripetitivo».

gigi sammarchi andrea roncato

 

 

 

A proposito della sua comicità e del suo storico compagno di avventure cinematografiche, come sono oggi i rapporti con Gigi Sammarchi? Tornerebbe a lavorarci assieme? Avete qualche progetto comune per il futuro?

«I rapporti con Gigi sono ottimi perché siamo parenti, più che amici. Gigi interpreta benissimo Gigi, e non gli interessa interpretare altre cose. Adesso lui abita a Marbella, in Spagna, e se c’è bisogno di fare qualcosa in teatro proprio come “Gigi”, un cabaret o altri spettacoli, lui viene e si diverte molto. Ma i vecchi film che abbiamo fatto ormai sono una cosa difficile da fare e non ci sarebbe più interesse a farli da parte nostra».

 

 

andrea roncato moana pozzi

 

Capitolo chiuso?

«Lui ha vissuto tutti i successi degli anni 80/90, ha risparmiato, non ha problemi a vivere fuori dal mondo del cinema, e vive benissimo al mare. Lui ama fare footing, fa la maratone perché si diverte, mentre io ho più la passione per questo lavoro, senza il quale non saprei stare. Gigi si gode la vita in un’altra maniera, io vivo facendo questo lavoro».

 

 

 

(…)

 

 

 

Significa che vita di oggi è simile agli anni 80?

«No, no. Adesso è passata la voglia di divertirsi e purtroppo anche la tecnologia ci ha portato ad avere sempre meno contatti umani: ormai si fa tutto via internet, via social. Anche in discoteca vedi i ragazzi tutti da una parte e le ragazze tutte dall’altra. Tutti con il telefono in mano: non c’è più l’approccio. Io mi ricordo che quando c’era una che ti piaceva partivi, cercavi di fare simpatico, di farti due risate; mentre adesso i ragazzi vedono una ragazza che gli piace dicono “ma lo sai il profilo Instagram, che le mando un like?”… Sembrano marionette e io credo, purtroppo, che l’algoritmo stia prendendo anche la parte dei genitori, la nuova generazione è figlia del telefonino».

gigi sammarchi andrea roncato

 

 

 

La colpa è dei giovani, dei genitori o della tecnologia?

«Ma no, non è colpa di nessuno. Sono i tempi che, purtroppo, ci hanno portato a queste cose qua. E neanche il telefonino bisogna demonizzarlo; però quando lo si usa troppo ne va a discapito del rapporto umano, non c’è più il dialogo e questo indebolisce i giovani perché il telefonino non ti dà la forza di un amico che ti vuole bene».

 

 

 

gigi sammarchi andrea roncato

Alleggeriamo un po’ i toni… L’altro giorno dopo la morte di Alain Delon l’ha ricordato su Instagram e Facebook con una breve storia: ha qualche aneddoto su quel vostro incontro a ‘Grand Hotel’?

«Ho fatto una piccola storia perché mi era rimasto simpatico da quando facevamo Grande Hotel…Era tra gli ospiti, all’epoca in cui era nel massimo della sua fama e della sua bellezza. Era estremamente umile e quel giorno lì era il mio compleanno: abbiamo fatto amicizia e, con Gigi, volevamo andare a mangiare fuori».

 

Dove siete finiti?

«Abbiamo telefonato ad un locale: “Veniamo con Alain Delon”, pensavano che li stessimo prendendo in giro, ma ci fecero spazio nel ristorante in un posto un po’ appartato, lontano dal resto della gente. Gli dissi, “ho visto che davanti al tuo albergo ci sono un po’ di donne ad aspettarti, adesso tu vai e...”; mi fermò e rispose “ma figurati, io tempo di andare nella porta sul retro e poi vado a letto. Io ho le mie donne, le mie compagne di vita: questo diventerebbe un lavoro”. Era veramente una persona umile».

 

 

ANDREA RONCATO GIGI SAMMARCHI

 

Un pensiero prima di chiudere quest’intervista?

«Due. Il primo è che spero e credo molto nei giovani e credo che saranno loro a darci una mano per cercare di mettere a posto questo mondo che noi stiamo un po’ rovinando. E vorrei anche ricordare sempre il mio amore per gli animali e la natura: rispettateli! Dico che spesso noi adoriamo Dio e adoriamo un Dio che non vediamo, perché in realtà non si vede, e poi dopo disprezziamo o roviniamo gli alberi, la natura, gli animali, le cose che ci circondano; senza renderci conto che queste sono quel Dio che noi adoriamo senza vederlo».

RONCATO

 

 

 

E il secondo?

«Da vecchio playboy, vi consiglio di fare come me: trovatevi una donna perché il vero playboy è quello che riesce a tenersi vicino un’unica donna con la consapevolezza che questa gli vuole bene davvero».

 

ANDREA RONCATO GIGI SAMMARCHIANDREA RONCATO GIGI SAMMARCHI 66andrea roncato spot

 

andrea roncato moanaandrea roncato spotcover novella 2000 - 28 agostomoana pozzi, gianni ciardo, andrea roncato, tini?? cansino doppio misto

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”