roberto bolle

“LA DANZA E’ LA CENERENTOLA DELLE ARTI” - LA DENUNCIA DELL'ÉTOILE ROBERTO BOLLE IN COMMISSIONE CULTURA A MONTECITORIO: “SONO RIMASTE SOLO 4 COMPAGNIE STABILI PER 14 FONDAZIONI LIRICO-SINFONCHE. UNO SCEMPIO. EPPURE IN ITALIA CI SONO PIU’ SCUOLE DI BALLO CHE DI CALCIO”. LA RICHIESTA DI MODIFICARE IL FUS E RIPRISTINARE POSTI DI LAVORO - IL MINISTRO FRANCESCHINI GLI DA’ RAGIONE: “ERRORE DA CORREGGERE. HANNO TAGLIATO TROPPO SULLA DANZA”

roberto bolle

Da “la Stampa”

 

Pubblichiamo un estratto del discorso pronunciato ieri alla Camera dei Deputati dall'étoile Roberto Bolle. Roberto Bolle in sala prove. Ieri ha lanciato da Montecitorio un accorato appello per il balletto che muore tra l'indifferenza 

 

Voglio iniziare questo mio intervento con alcuni nomi: Caterina de' Medici, Baldassare da Belgioioso, Giambattista Lulli, Enrico Cecchetti. Nomi importanti e in parte dimenticati. Nomi che hanno in comune due cose fondamentali. La prima è che hanno creato, dato forma e struttura ad un genere artistico e culturale, il Balletto, che ha influenzato il mondo intero in maniera irreversibile. La seconda è che erano tutti italiani.

 

La Danza Classica è nata e si è evoluta attraverso le menti creative di italiani che hanno sentito la necessità di portare più in alto il livello espressivo delle arti rappresentative del loro tempo. Luminari che hanno avuto il coraggio di cambiare la rotta, di inventarne una nuova, per toccare corde più profonde. E per tutto l'Ottocento e parte del Novecento, i maestri, e le grandi ballerine nel mondo saranno per la maggior parte italiani.

roberto bolle

 

Gli italiani saranno artisti di grido e di esportazione: andranno oltralpe ad insegnare, divulgare e promuovere la loro arte. Ammirati e celebrati. Dico questo perché saper dare il giusto valore alla Storia è il primo passo per costruire il Futuro.

 

Al contrario sembra proprio che il nostro glorioso passato sia stato dimenticato e lasciato indegnamente alle spalle. La situazione della Danza in Italiaè sempre più difficile e arida, fatta di compagnie teatrali sempre più scarne, di corpi di ballo che vengono chiusi, di assoluta mancanza di protezione per la categoria artistica, di ballerini che devono lasciare il proprio Paese per vivere della loro passione e cercare di realizzare i propri sogni. Il mio intervento di oggi è al tempo stesso un grido di dolore e una richiesta di aiuto per il Balletto in Italia. Diciamo le cose come stanno: negli ultimi decenni è stato compiuto uno scempio verso la danza italiana, un depauperamento di cui ci si può solo vergognare.

roberto bolle foto di bacco (3)

 

La Danza italiana viene costantemente avvilita, trattata come la Cenerentola delle arti, con Opera lirica e musica sinfonica nel ruolo delle sorelle privilegiate, cui sono riservate le cure delle Fondazioni. Da cosa nasce questa decisione? Non certo dall'insostenibilità di un corpo di ballo. Ma nasce da una scarsa conoscenza del settore e da una mancanza di visione di chi ne era responsabile sia a livello governativo che di gestione dei teatri. Molti sovrintendenti amano l'opera, amano la musica.

 

Al contrario molto raramente conoscono e apprezzano la danza. La frase più comune che si sente dire è «Non capisco nulla di Danza». E una risposta sta proprio lì: il Balletto è vittima dell'ignoranza di chi, per il ruolo che ricopre, dovrebbe proteggerlo, promuoverlo e valorizzarlo. Invece il taglio del costo del ballo è sempre stata la carta più facile da giocare sul piatto di un contenimento dei costi. Un gravissimo errore che non tiene conto dei numeri della danza. I numeri appunto: nel nostro Paese ci sono circa 17 mila Scuole di Danza e 1 milione 400 mila studenti. Ma nonostante questi numeri impressionanti in Italia sono sopravvissuti solo 4 corpi di ballo. Abbiamo 14 Fondazioni lirico-sinfoniche, teatri che sono eccellenze ovunque. 14 orchestre. 14 cori. 4 corpi di ballo. Napoli e Palermo sono corpi di ballo in fin di vita, destinati a morire se non si interviene rapidamente.

roberto bolle

 

Aggiungiamo il caso vergognoso dell'Arena di Verona. Il corpo di ballo stabile è stato licenziato nel 2017, ma non certo perché manchino le occasioni di mettere in scena balletti. Da allora ad oggi, infatti, la Fondazione ha prodotto almeno 44 produzioni con coreografie. Nella maggior parte di questi 44 titoli, la Fondazione ha assunto nuovamente, ma con contratti a tempo determinato, alcuni degli stessi ex danzatori stabili licenziati che, incentivati da una somma economica offerta loro dalla Fondazione, non hanno impugnato il licenziamento.

 

Ora, se vogliamo dare una boccata d'ossigeno al nostro balletto agonizzante bisogna prima di tutto stabilizzare le danzatrici e i danzatori di Napoli e Palermo, ripristinando un organico consono. Rimettere in piedi il corpo di ballo stabile all'Arena di Verona, mettere mano alla situazione del MaggioDanza, a Firenze, compagnia di storia e prestigio indiscussi. Equiparare il punteggio Fus del balletto con quello dell'opera lirica. Diminuire il punteggio del Fus per le attività prodotte da un corpo di ballo esterno, che oggi valgono tanto quanto quelle svolte da un corpo di ballo interno. Incentivare e sostenere finanziariamente quei teatri che decidono di investire nei corpi di ballo. E incentivare e agevolare le coproduzioni tra i teatri e le tournée dei nostri corpi di ballo nelle altre Fondazioni e negli altri Teatri italiani.

roberto bolle

 

Modificare la denominazione Fondazioni Lirico-Sinfoniche in "Fondazioni lirico-sinfoniche e coreutiche", come simbolo della loro identità, e stanziare un fondo apposito per la salvaguardia e la ricostituzione dei corpi di ballo stabili in questi enti. Quindi incentivare le Fondazioni che reintroducono corpi di ballo. Per concludere voglio aggiungere che un corpo di ballo ha una ricaduta economica molto importante sui tanti settori ad esso collegati, su maestranze e su professionalità diverse.

 

Ma valutiamo anche il valore della danza per l'impatto sociale che ha per le giovani generazioni: pensate quanti ragazzi e ragazze sognano di diventare ballerini e si nutrono con i valori etici, morali di quest' arte: disciplina del corpo e della mente, ricerca di bellezza e armonia. Quindi eliminare un corpo di ballo vuol dire inaridire tutte le realtà che operano sul territorio ma anche inaridire i nostri ragazzi. L'Arte e la cultura sono eccellenze del nostro Paese.

 

roberto bolle a riveder le stelle prima della scala 2020 5

Sono la nostra tradizione e la nostra identità ma anche il nostro oro e il nostro petrolio, cioè se da una parte sono quello che ci rende unici e speciali, dall'altra, se ben gestite potrebbero rappresentare una grande risorsa, anche economica. Quindi diamo valore alla tradizione e alla cultura della danza. Facciamone un punto di forza e di rinascita. È il momento che si attui un cambiamento.  

 

 

LA DENUNCIA DI BOLLE

SIMONA ANTONUCCI per il Messaggero

 

«Solo quattro corpi di ballo stabili in Italia per quattordici fondazioni lirico-sinfoniche. Due dei quali, a Napoli e Palermo, sono in fin di vita. A Verona, un caso vergognoso, i danzatori sono stati licenziati in tronco nel 2017. È uno scempio quello che si è compiuto in Italia negli ultimi decenni. Ed è arrivato il momento di cambiare». Roberto Bolle non è entrato in punta di piedi, ieri alla Camera per l'audizione conclusiva dell'indagine della commissione cultura.

roberto bolle e daniel lee 1

 

L'étoile ha fotografato la drammatica situazione in cui versa il sistema coreutico nel nostro Paese lanciando un j' accuse contro le istituzioni, i politici ma anche i sovrintendenti «che spesso ne capiscono di musica e non di danza. Il balletto è una vittima di ignoranza e mancanza di visione da parte di chi doveva proteggerlo. Una Cenerentola delle arti, con opera lirica e musica sinfonica nel ruolo delle sorelle privilegiate, cui sono riservate le attenzioni e le cure delle Fondazioni».

 

L'APPLAUSO I deputati hanno seguito l'intervento del danzatore in silenzio per poi salutarlo con un lungo applauso quasi si fosse esibito in una delle sue travolgenti performance. E pronta è stata la risposta del Ministro Franceschini: «Bolle ha ragione. Le Fondazioni lirico sinfoniche, nell'affrontare la loro crisi finanziaria, hanno tagliato troppo sulla danza. Ora ci sono più risorse, anche per una loro ricapitalizzazione e questo errore possono correggerlo».

 

roberto bolle in tanga nell'aida di zeffirelli diretta da chailly 1

Roberto Bolle, torinese, 46 anni, è stato il primo ballerino in assoluto a essere contemporaneamente Étoile del Teatro alla Scala di Milano e Principal Dancer dell'American Ballet di New York, motivo per cui è stato soprannominato l'étoile dei due mondi. Due mondi non soltanto geografici: seguito da migliaia di fan nei teatri e sui social, il danzatore è riuscito a mettere in comunicazione un pubblico popolare e di specialisti. Ha dato lezioni online durante la pandemia, ha trascinato in piazza con la sua festa milanese OnDance migliaia di persone, tra valzer, twist e Boogie-woogie. E in un libro dedicato al suo amore assoluto ha confessato «la danza non ha stravolto la mia vita, mi ha fatto solo bene. E non continuo per abitudine».

 

roberto bolle

Così è riuscito ad appassionare alla danza un pubblico teatrale, ma anche televisivo: impegnato negli ultimi giorni di prove, a Capodanno, su Rai 1, andrà in onda la quinta edizione del suo show da quattro milioni e mezzo di telespettatori, dove è riuscito a far danzare Benigni e un robot, Diodato e Vasco, con la conduzione a bordo campo del giornalista sportivo Fabio Caressa. Una contaminazione di linguaggi per dimostrare che la danza piace quanto il calcio, «anzi di più. In Italia ci sono 17 mila scuole di ballo con un milione e 400 mila studenti, più di quelli che seguono le scuole di calcio che in Italia sono in tutto un milione».

 

A fronte di questo esercito di nuovi talenti, esistono eccellenze come La Scala o il Teatro dell'Opera, ma il numero dei ballerini è comunque inadeguato: a Napoli ce ne sono 15 e a Palermo 10. «Il risultato di questa politica», ha aggiunto, «è che la maggior parte dei nostri talenti è costretto a espatriare».

roberto bolle (5)

 

Mentre le fondazioni che non hanno più un corpo di ballo ricorrono a compagnie esterne o straniere. È arrivato il momento, incalza, di dare valore alle nostre eccellenze. E dopo l'urlo di dolore iniziale snocciola le richieste: «Rimettere in piedi il corpo di ballo di Verona e mettere mano anche al Maggio di Firenze», spiega, chiedendo di disporre nel Fondo Unico per lo Spettacolo (fus) dotazioni per la danza uguali a quelle per la lirica.

 

dario franceschini foto di bacco

E ancora: «Incentivare e sostenere i teatri che investono sulla danza, diminuire il Fus a chi fa ricorso a corpi di ballo esterni». Bisogna cambiare le «Fondazioni lirico sinfoniche in Fondazioni lirico sinfoniche coreutiche» e «attivare un fondo per la salvaguardia della danza». Nel suo appassionato discorso ha ricordato che la danza è un'arte nata e codificata in Italia e poi esportata in Francia e in Russia nel Settecento. «È nata e si è evoluta attraverso le menti creative di italiani che hanno sentito la necessità di portare più in alto il livello delle arti del loro tempo.

 

Luminari che hanno avuto il coraggio di cambiare la rotta, di inventarne una nuova». Danza è patrimonio culturale, eccellenza, identità, «Aspettiamo con fiducia e speranza. È il momento di far rinascere la nostra arte», così Bolle ha risposto dal suo account Twitter al Ministro Franceschini. 

roberto bolle e daniel lee 2dario franceschini foto di bacco (2)

 

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)