mauro di francesco

“MENTRE JANNACCI ERA IN SCENA, IO DIETRO LE QUINTE, PER RIDERE, MOSTRAVO LE CHIAPPE AI PRESENTI” – MAURO DI FRANCESCO, 73 ANNI, RACCONTA GLI ANNI RUGGENTI DEL “DERBY” DI MILANO E DI QUELLA VOLTA CHE A UMBERTO BINDI NEL MEZZO DELL’ACUTO GLI PARTÌ LA DENTIERA – "ABATANTUONO SI LAMENTAVA CON RITA RUSIC: “TUO MARITO VITTORIO CECCHI GORI È UN BARBONE, UN TIRCHIO”, "JERRY CALÀ FECE SAPORE DI MARE PERCHÉ IO RINUNCIAI ALLA PARTE" E QUELLA VOLTA CHE SI RISVEGLIO’ IN UN LETTO ACCANTO A UNA VECCHIA, "UNO SCHELETRO CON ROLEX D’ORO E IN TESTA UN MOCIO. "AMORE, VUOI LA COLAZIONE?". “NO, È TARDI”. E… - VIDEO

Giovanna Cavalli per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

«Io, Diego e Teo dividevamo la stanza in un hotel di Verona. Si era fatto tardi. E Teo era sparito».

mauro di francesco

Ti pareva.

«Salimmo al piano. Era chiusa a chiave. Convinti che si fosse imboscato con la bottiglia di vino che ci avevano regalato, io e Diego abbiamo cominciato a bussare forte.

 

“Dai, facci entrare!”. Niente.

“Piantala Teo! Vogliamo andare a dormire!”. Prendemmo a pugni la porta. Ancora silenzio. Tentai di buttarla giù con una spallata, ma rimbalzai contro il muro del corridoio.

 

Allora ci si mise Diego, grande e grosso, e la porta crollò di schianto. Dal letto, una coppia di coniugi tedeschi ci fissava atterrita. Avevamo sbagliato camera». Sembra la classica scena di un cinepanettone e in fondo lo è, considerato che i tre amici sono Teocoli, Abatantuono e Mauro Di Francesco, il “Maurino” di tante commedie all’italiana anni 80 e 90.

 

Quello di Sapore di Mare 2 , che sulla spiaggia di Forte dei Marmi scopre che la sua bella lo ha mollato e grida: “Te ne sei andata, Alina? E chi se ne frega!”, ma piange dietro gli occhiali da sole, scena stracult. Oggi ha 73 anni e da un pezzo si è ritirato in felice ozio in Toscana. Basta film, basta tv.

teocoli di francesco parietti cala

 

Non si annoia?

«Scrivo, leggo e dipingo. Alle 8 faccio colazione al bar del paese, come i vecchi. Mi hanno cercato tanti, avrò detto almeno venti no. O chiedevo compensi assurdi. Spero sempre che mi chiamino Sorrentino o Tornatore, Pupi Avati, magari Quentin Tarantino, allora ci ripenserei».

 

(...)

Tognazzi era suo padrino .

«Girammo Scusa se è poco con Monica Vitti . Loro due avevano i camerini vicini. Lei detestava l’aglio. Ugo, quel disgraziato, ne comprò una treccia e ordinò al segretario di soffriggerne qualche spicchio per tutto il giorno sul fornelletto, lasciando la porta aperta.Ero spesso a cena a casa sua. Mi propinò uova di non so quale pesce, orribili».

 

mauro di francesco 44

Gli anni del Derby.

«Con Abatantuono, Giorgio Faletti, Massimo Boldi, Giorgio Porcaro e Ernst Thole fondammo il gruppo dei Repellenti, ci battezzarono così Enzo Jannacci e Beppe Viola.

Diego sul palco ce lo portai io. Era l’elettricista dei Gatti di Vicolo Miracoli. Doveva accendere un unico faro. Ma era sempre chiuso in bagno con qualche ragazza, così fu licenziato. “Dai, vieni con me”. Io ero Eva Kant e lui Diabolik.Andammo avanti per un po’, poi cominciò a fare il personaggio del meridionale e continuò da solo».

 

Succedeva la qualunque .

«C’erano Gino Paoli e Umberto Bindi, con i due pianoforti attaccati. Ispirato, Bindi intonò: “In un concerto dedicato a teeee”. Nel mezzo dell’acuto gli parte la dentiera e finisce sulla prima fila di spettatori. Si accendono le luci, i camerieri, carponi, cercano la protesi sotto alle poltrone. La trovano. Umberto la sciacqua in un bicchiere, se la rimette e riprende a cantare».

 

La presero per un bandito

massimo ciavarro giorgia fiorio mauro di francesco

«Avevo una serata a Olbia, in Sardegna. Interpretavo un bambino terribile, con grembiulino e fiocco, ma che nella cartella aveva un vibratore, Playmen, un cartoccio di Pakistano Reggiano, una bustina con il talco, una pistola giocattolo. All’aeroporto mi fermano i carabinieri col mitra spianato. Ci ho messo un’ora a spiegargli che era tutta roba per lo show».

 

Rinunciò a «Sapore di Mare».

«Eh. Con Carlo Vanzina avevo già girato I fichissimi . Diventammo amici. Credo volesse darmi la parte di Jerry Calà. Ma Diego mi voleva per forza con lui in Attila il flagello di dio. A quei tempi eravamo molto uniti, come culo e mutanda. Ho scelto lui e Carlo ci è rimasto malissimo».

 

Non ci fece un affare.

«Attila fu una tragedia, andò malissimo. Cecchi Gori si era svenato per pagare il cachet di Diego, così risparmiò sulle comparse. Per l’esercito dei barbari eravamo in sei, tra cui Franz Di Cioccio e Francesco Salvi. Abatantuono si lamentava con Rita Rusic: “Tuo marito è un barbone, un tirchio”».

mauro di francesco 4

 

(...)

Guido Nicheli, il Dogui.

«Faceva l’odontotecnico e vendeva whisky. Avevo aperto un locale a Milano, il Mangia e Ridi, dove ogni vip aveva la sedia da regista con il suo nome, Alba Parietti, Christopher Lambert, Stéphanie di Monaco. Era sempre pieno. Il Dogui si presentava con il Neca — il cane — chiedeva un grosso bicchiere col ghiaccio, tornava in macchina, se lo riempiva di whisky e passava la serata senza spendere una lira».

 

Fece la spia .

«Raccontò a Jannacci che, mentre lui era in scena, io dietro le quinte, per ridere, mi abbassavo i pantaloni e mostravo le chiappe ai presenti.

“Non si fa”. E mi sospese».

 

 

(...)

Un’avventura finita male .

diego abatantuono mauro di francesco

«Mi ero ubriacato davvero, a una festa. Mi svegliò al mattino un maggiordomo di colore con giacca e guanti bianchi: “Signore, signore”. Mi voltai. Nel letto accanto a me c’era una vecchia, avrà avuto cent’anni, uno scheletro con Rolex d’oro e in testa un mocio. “Amore, vuoi la colazione?”. “No, no, è tardi, è tardi”. Saltai giù, recuperai i jeans dal pavimento e scappai».

 

Era successo l’irreparabile?

alessandra mussolini mauro di francescomassimo ciavarro isabella ferrari mauro di francescomauro di francesco mauro di francesco mauro di francesco Abatantuono e mauro di francesco in Attilamauro di francesco abatantuono giorgio faletti con il gruppo repellente mauro di francesco boldi abatantuonoderby club Ernst Thole Diego Abatantuono Enzo Jannacci Mauro Di Francesco Giorgio Porcaro Massimo Boldi e Giorgio Faletti

«Temo proprio di sì».

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO