hanif kureishi

“OGNI GIORNO E' COME ASSISTERE AL MIO FUNERALE MA NON SONO ANCORA MORTO” – LO SCRITTORE HANIF KUREISHI RACCONTA LA SUA SECONDA VITA NEL NUOVO LIBRO - LA CADUTA A ROMA ALLA FINE DEL 2022 (“NON ERO NEMMENO UBRIACO. I MEDICI HANNO ESCLUSO L’ICTUS. MA DA GIORNI NON MI SENTIVO BENE”), L’OSPEDALE E LA PARALISI: “DOPO L’INCIDENTE, MI SENTIVO UN VEGETALE, NON POTEVO MUOVERE UN CAZZO DI NIENTE DEL MIO CORPO. CONTINUO A SCRIVERE, ANCHE SE IN UN MODO DIVERSO” – LA RELAZIONE CON L’AGENTE LETTERARIA ISABELLA D’AMICO: “LEI NON VUOLE SPOSARSI CON ME ANCORA COSTRETTO SU UNA SEDIA A ROTELLE, PREFERISCE ASPETTARE CHE GUARISCA. MA…”

Antonello Guerrera per "la Repubblica" - Estratti

 

hanif kureishi

«Sono morto senza morire». Sono le commoventi parole di Hanif Kureishi, lo scrittore britannico di origine pachistana rimasto tetraplegico dopo una rovinosa caduta in casa a Roma, a Santo Stefano di due anni fa, mentre beveva una birra e ammirava sull’iPad un gran gol di Salah del suo Liverpool. Poi, il mancamento improvviso. Il crollo. Sangue ovunque. La testa contorta tra le gambe. Il ricovero al policlinico universitario Agostino Gemelli. Una caduta tragica, tuttora senza motivo: «Non ero nemmeno ubriaco. I medici hanno escluso l’ictus. Ma da giorni non mi sentivo bene. Difatti, all’indomani avrei avuto un appuntamento dal medico».

 

hanif kureishi cover

Troppo tardi.

 

Da allora, il 69enne autore del Budda delle Periferie e di My Beautiful Laundrette è rimasto paralizzato dal collo in giù. Una vita sconvolta. Quella di Kureishi, ma anche della sua compagna, l’agente letteraria Isabella D’Amico, che da allora lo assiste ogni giorno con l’aiuto della giovane badante Blandine e altri infermieri: «In quel momento, ho divorziato da me stesso. La mente non era più coordinata con il resto del corpo. Pensai di morire, e che mi rimanessero solo tre respiri».

 

Kureishi si confessa in una lunga intervista al Daily Telegraph , che è andato a trovarlo nella sua casa a tre piani di West London in occasione dell’uscita del libro In frantumi (Bompiani), intimo diario-calvario della sua recente esistenza, e della versione teatrale del Budda delle Periferie , al Barbican di Londra fino al 16 novembre. Dopo il dannato incidente di fine 2022, lo scrittore è in sedia a rotelle e il cielo gli è crollato addosso. Da quel giorno, impiega due ore per alzarsi, lavarsi e vestirsi.

 

hanif kureishi

Si sottopone a intensi cicli di fisio e idroterapia, unico momento «in cui riesco anche a camminare» benché sostenuto da due medici. Infine, va a letto alle 19, al piano terra dell’abitazione dove è tornato a vivere nel 2023 dopo un anno di ospedali, cliniche e riabilitazioni. Tra libri sull’amico David Bowie, cresciuto come lui nella periferia londinese di Bromley, e romanzi di Arthur e Henry Miller.

 

Al piano seminterrato, invece, ci sono le prime edizioni e traduzioni delle opere di Kureishi. Anni fa, però, la cantina si è allagata e sono andati distrutti tutti i ritagli di giornale che papà Rafiushan aveva conservato del figlio, sin dalle premesse del suo successo. «Piano terra a parte, il resto della casa oramai non lo vedo da anni», si rammarica Kureishi. Blandine e un’altra infermiera lo aiutano ad alzarsi. Lui scherza amaro: «È come sollevare il Titanic!».

 

hanif kureishi 3

Oggi Kureishi percepisce qualche limitato stimolo nei suoi arti. Nulla più. Non può camminare. Non può alzare il suo braccio destro più di 30 centimetri, quello sinistro ancora di meno. Non può bere da solo, se non con l’aiuto di Blandine e di una cannuccia. Riesce a dormire. Ma la notte soffre di incubi spaventosi e le urla svegliano Isabella. «La cosa peggiore è perdere le mani », racconta lo scrittore al quotidiano inglese, «pensate a come vi sentireste, se qualcuno ve le legasse per una sola ora. Non posso più prendere un treno per Parigi. Non posso più andare a Roma dove trascorrevamo molto tempo con Isabella. Se penso a tutte le cose che non posso più fare, mi sento male».

 

«Ma non tutto mi è interdetto»,

 

(...) «Alla fine, posso ancora parlare, ascoltare musica, vedere gli amici. Anzi, oggi ne incontro più di quando avevo una vita normale. Mi vengono a trovare persone che prima vedevo molto raramente, o gente a caso. E questo è meraviglioso. Perché capisci quanta gentilezza si celi negli umani. Spesso non ce ne rendiamo conto. Per me, ogni giorno è come assistere al mio funerale. Ma non sono ancora morto».

hanif kureishi

 

 

Non solo dramma. Soffiano anche toccanti nugoli di humour in In frantumi . Come le osservazioni sul “galateo” delle persone che lo incrociano in strada: «Non possono darmi la mano. Allora qualcuno mi bacia. Un altro mi dà tre pacche sulla spalla, ma quando mai sarebbe accaduto in condizioni normali? Oppure c’è chi parla a voce più alta, come se non ci sentissi. È tutto un po’ bizzarro. Eppure, queste persone vogliono essere solo gentili». La luce dell’ironia, in questo profondo tunnel: «Non mi voglio lasciar andare. Di tutto questo voglio fare qualcosa».

 

In frantumi è l’odissea quotidiana e dolorosa di Kureishi, di madre inglese e padre indiano/pachistano, che passava notti a scrivere romanzi che nessuno avrebbe mai letto. Ma ciò non ha mai scoraggiato il piccolo Hanif. Che oggi, molti anni dopo aver coronato il suo sogno e incarnato una delle voci più provocatrici della letteratura britannica postbellica, non può più scrivere da solo. Né i suoi libri né i diari della malattia, ogni giorno seguitissimi su X o sulla piattaforma Substack.

 

hanif kureishi

Niente. Nemmeno una parola. «Dopo l’incidente, mi sentivo davvero un vegetale», continua Kureishi al Telegraph , «non potevo muovere un c.... di niente del mio corpo. Però potevo parlare. Le mie funzioni cognitive erano ancora lì. Certo, era deprimente. Pensai: “Chi sono ora?”. Eppure, volevo davvero scrivere, tornare a essere quella persona che conoscevo, e non rassegnare il mio corpo al sistema medico-industriale e nelle mani di infermieri, dottori e macchine. Se non hai più la privacy del tuo corpo, almeno proteggi la mente».

 

E così, a scrivere, radersi e in altre faccende quotidiane, oggi lo aiutano Isabella ma anche Carlo, il suo primogenito di 31 anni insieme al fratello gemello Sachin, e il 26enne Kier, tutti avuti da due precedenti relazioni sentimentali. Hanif detta, la famiglia scrive e poi posta tutto online: «Il mio primo articolo su Substack è stato un appello del tipo “C’è nessuno?”. Ma ha subito ricevuto molte reazioni. Allora ho scritto una seconda lettera che ha attirato ancora più pubblico, e così via. I lettori mi hanno scritto. Erano commossi, scossi e affascinanti dalla mia storia».

 

hanif kureishi

«Dunque, ho capito che c’era un mondo interessato a me. E un trauma del genere ha paradossalmente generato nuove opportunità», argomenta Kureishi. «Per esempio, prima non vedevo Carlo quasi tutti i giorni, nonostante vivesse dietro l’angolo. Ora sì e abbiamo un rapporto ancora più forte. Continuo a scrivere, anche se in un modo diverso. Ma è pur sempre la mia scrittura. Dopo questo libro ne scriverò un altro, e poi un altro ancora, e poi la sceneggiatura di un film tratto da essi».

 

In frantumi è stato già lodato da Salman Rushdie, dal quale Kureishi dice di aver imparato ad «avere pazienza, come lui ne ha avuta con la fatwa»: «Hanif è da tempo una delle voci più emozionanti, irriverenti e influenti della sua generazione», è l’endorsement dell’autore anglo-indiano dei Versi satanici , «questo bellissimo e commovente memoir affronta le calamità personali con arguzia, onestà senza fronzoli e grazia letteraria».

 

E Zadie Smith: «Molte cose vanno a pezzi in questo resoconto privo di sentimentalismi di una caduta devastante. Ma alcune cose rimangono perfettamente intatte.

L’umorismo, il talento, la curiosità, la chiarezza e la ferocia di Hanif sono tutti presenti».

 

 

kureishi bowie

E forse, anche stavolta, l’amore vincerà su tutto. Kureishi e D’Amico si sono incontrati nel 1998, ma la loro vera relazione è sbocciata nel 2014 e due anni dopo lei si è trasferita a Londra. «Anche Isabella soffre tantissimo, questa situazione è terribile per me e lei».

 

Conferma D’Amico: «È difficile per tutti. Abbiamo sempre alti e bassi, ma Hanif è stato straordinario, ha sempre un atteggiamento molto positivo, nonostante tutto». Kureishi non si è mai sposato in vita. Ma ora al Telegraph si dice convinto di convolare a nozze con la sua compagna.

 

A Las Vegas, à la Elvis Presley: «Isabella non vuole sposarsi con me ancora costretto su una sedia a rotelle, preferisce aspettare che guarisca. Ma questa possibilità è ancora lontana. Proverò a convincerla prima».

HANIF KUREISHI kureishi coverkureishikureishi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…