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“POTEVO ESSERE UNA BOND GIRL, MA SONO UNA FIFONA E HO RIFIUTATO PER LA PAURA DELL’AEREO” - MIETTA: “DA GIOVANE VOLEVO FARE L’ATTRICE E AMAVO IL BLUES, A SANREMO MI TRASFORMARONO. HO DETTO NO A UN FILM DI 007 E A SPIKE LEE: LA SCENA DI SESSO ERA TROPPO SPINTA” – IL SUCCESSO DI “VATTENE AMORE” E GLI ATTACCHI DI PANICO: “NEL ’91 A SANREMO MENTRE CANTAVO ‘DUBBI NO’ MI SI È BLOCCATA TUTTA LA PARTE SINISTRA DEL CORPO, GHIACCIATA, COME FOSSI PARALIZZATA, HO PENSATO ‘ADESSO MUOIO’” - VIDEO

Carlo Moretti per la Repubblica - Estratti

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Furono le parole di Pasquale Panella a spedirla nell’empireo della canzone italiana: 35 anni fa, era il 1989, vinse a Sanremo tra i giovani con il “ti ripeto: ta-ra-ta-ra-ta-ta-ta-tà" di Canzoni, l’anno dopo arrivò terza tra i Campioni con il “trottolino amoroso e dududu dadadà” di Vattene amore in coppia con Amedeo Minghi, brano straordinario che intrecciava alto e basso, il Mozart delle Nozze di Figaro e le frasi della pubblicità. Mietta da allora ha continuato a essere una voce inconfondibile nella canzone italiana ma è diventata anche un’attrice di successo e ha scritto tre libri.

 

A maggio ha pubblicato un nuovo singolo intitolato Bang in cui riprende le sonorità dance del precedente Milano è dove mi sono persa. Nel video, girato nella Sala Fontana del Museo del Novecento di fronte al Duomo, a un certo punto spunta un misterioso personaggio dai capelli bianchi. Lei gli si avvicina e lo lecca in faccia.

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Cominciò da attrice alla radio proprio mentre l’autore Claudio Mattone sceglieva per lei il nome Mietta.

“Non riteneva adatto il mio cognome, Miglietta, e allora lo contrasse in Mietta, mi disse: “Sai che ti chiamerai Mietta, vero?”. All’inizio non mi piaceva, una cosa tremenda, è minuscolo, poi però mi ci sono affezionata, come a tutte le cose della mia carriera”.

 

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Com’era il suo rapporto con Mia Martini?

“Abbiamo fatto insieme i miei primi due Festival di Sanremo. L’ammiravo, sentivo una certa sudditanza, per la sua voce soprattutto. Ma ho avuto la fortuna di conoscerla bene e di parlarle tanto: avevo vent’anni e ascoltavo una donna di quarant’anni che mi raccontava dei suoi amori.

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Nell’89 lei tornava al festival dopo un periodo triste e difficile. Alle prove del pomeriggio cantò prima di me Almeno tu nell’universo, dopo la sua esibizione tutti i giornalisti si alzarono in piedi, era avvenuto qualcosa di magico. Io quindi ero spaventatissima per la standing ovation, temevo che questa attenzione non venisse rivolta anche a me, ma la sua forza mi fu di aiuto, fortunatamente”.

 

Mimì vinse tra i Campioni, Paola Turci tra gli Emergenti e lei tra i Nuovi.

“Vinsi anche il premio della critica. Ricordo che Minghi prima del Festival mi aveva fatto ascoltare un altro pezzo e insisteva perché cantassi quello ma a me non piaceva. Poi tirò fuori l’asso dalla manica, con Canzoni”.

 

 

Per la prima incontrava gli autori Panella e Minghi. Che rapporto c’era tra voi?

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“Ho incontrato e conosciuto molto bene Panella soltanto dopo Vattene amore, che è stata fraintesa, in realtà ci sono riferimenti culturali alti da Mozart a Puccini. E’ un personaggio pazzesco, sembra che arrivi da un’altra epoca, ho avuto tante volte lui come autore anche per Baciami adesso e Fare l’amore, sulla musica scritta scritta da Pino e Armando Mango.

 

Per me è stato un grande aiuto, è un poeta contemporaneo che ha stravolto la visione della musica leggera, può anche non piacere ma io lo stimo molto, per farmi ascoltare le canzoni me le recitava con voce impostata da attore: “Fare l’amore mette in pericolo tranquille parole”, ti veniva di dire: ora cosa faccio, rido o batto le mani?”.

 

 

Quando si rivede sul palco di Sanremo nel video di “Canzoni” cosa pensa?

“Mi faccio tenerezza. Io ero diversa da quell’immagine, ero molto rock’n’roll, ero una fan di prince, ballavo e cantavo sulle sue canzoni, venivo dal blues e dal soul, mi sono ritrovata in qualcosa che non era il mio linguaggio. Così quando la stylist si avvicinò per sistemarmi i capelli, dissi: ‘Almeno i capelli fatemeli come vanno di moda adesso’. Perché avevo la giacca con le spalline tipiche degli anni 80 e la gonnellina da brava ragazza. Io ero diversa, a Taranto mi chiamavano la zingara, andavo in giro a piedi nudi, trascorrevo le giornate sulla spiaggia”.

 

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Che ragazza era?

“Avevo cominciato a soffrire di attacchi di panico già dai dodici anni, e da lì ciclicamente si sono presentati. Solo con l’arrivo di mio figlio, 14 anni fa, si sono un po’ diradati”.

 

 

Anche sul palco?

“Nel ’91 a Sanremo mentre cantavo Dubbi no, un altro brano di Minghi e Panella, ho avuto un attacco in diretta, mi si è bloccata tutta la parte sinistra del corpo, ghiacciata, come fossi paralizzata, ho pensato ‘Adesso muoio’. Ho dovuto lavorarci tanto, di analisi, per anni. Ne ho sofferto tanto. Di base io sono una persona solare, comunicativa, esuberante, matta, e invece questa cosa mi aveva inibito su tante cose, e destabilizzato”.

 

Nel ’94 la chiamò Cocciante, ospite nel suo disco.

“Cantai due canzoni, un’altra esperienza meravigliosa. Subito dopo feci Esmeralda per la Disney con Massimo Ranieri, così quando nel 2000 Riccardo cominciò a lavorare all’opera musicale Notre Dame de Paris mi voleva coinvolgere per il ruolo di Esmeralda. Avevo l’idea di tornare al Festival con Fare l’amore e gli dissi di no, e il ruolo andò a Lola Ponce”.

 

Si è pentita?

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“Sì, non avrei fatto altri musical. Ma dovevo fare quell’opera musicale che è diventata un successo mondiale, scelsi Sanremo e sbagliai. Mi hanno proposto anche Tosca con Lucio Dalla, dissi di no anche a lui. Tra il teatro e il cinema preferivo il cinema”.

 

Che arriva nel ’97 con “La piovra”. Nel ’96, però, la volle Zucchero per un cameo nel video di “Menta e rosmarino” con Natalia Estrada.

“Ero molto amica di Adelmo, avevo questi connotati da donna mediterranea che a lui e al regista piacevano, ero bellina, e gli dissi di sì. A un certo punto il regista mi propose un passaggio in reggiseno, e io per pudore dissi di no, e allora chiamarono Natalia, nel video sembra la stessa persona, due anime diverse della stessa persona…”.

 

Figuriamoci se le avessero chiesto di girare nuda.

Per un film me lo hanno proposto, e ho detto un altro no. Sarò scema?”.

 

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Di quale film si trattava?

“Era L’estate di Sam di Spike Lee, me lo presentò Michele Centonze, andammo a trovarlo al Pavarotti and Friends a Modena. Lee stava cercando un’attrice italiana per la parte, una scena di sesso molto spinta in macchina, ma gli dissi di no. Effettivamente ho detto una marea di no, porca vacca. La lista è lunga”.

 

Ancora?

“Ho detto di no anche al produttore Broccoli quando mi ha proposto di fare la Bond Girl in un film della serie 007, dovevo recitare al fianco di Pierce Brosnan. In quel caso non era il nudo a bloccarmi, ma il fatto che dovessi prendere diversi aerei in America, e io sono una fifona, prendo l’aereo ma proprio se non se ne può fare a meno”.

 

(…)

 

 

 

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