ernest hemingway

“LO SCRITTORE PIU’ APPREZZATO NEI BAR” – IL 2 LUGLIO DI 60 ANNI FA ERNEST HEMINGWAY, DISTRUTTO DALL' ALCOL, DALL' IPERTENSIONE, DALLA PAURA DEL CANCRO E SOPRATTUTTO DAGLI ELETTROCHOC, NON SOPRAVVISSE ALLA PROPRIA VERGOGNA E SI UCCISE CON UN COLPO DI FUCILE IN BOCCA – I SUOI TRE COMANDAMENTI: CONCISIONE, LEGGIBILITÀ E SOPRATTUTTO SCRIVERE SOLO DI QUEL CHE SI CONOSCE. L’APPARENTE SEMPLICITA’ E LA SUA ARTE PARAGONATA A QUELLA DI UN TORERO

Renato Minore per "il Messaggero"

 

ERNEST HEMINGWAY

Sono passati quasi sessanta anni da quando Ernest Hemingway, che non era più il colosso di un tempo, ma un semplice uccello spaurito, distrutto dall' alcol, dall' ipertensione, dalla paura del cancro e soprattutto dagli elettrochoc nelle micidiali terapie del Mary Hospital, si accorse di non farcela più. Non solo come uomo, ma soprattutto come scrittore.

 

hemingway harry s bar

E così, il due luglio 1961, si uccise con un colpo di fucile in bocca: parafrasando Kafka un autore a lui non congeniale, si potrebbe dire che non volle sopravvivere alla propria vergogna. Basta leggere a questo proposito il suo romanzo pubblicato postumo, ben rimpastato dagli abusi degli eredi.

 

Quel Vero all' alba in cui lo scrittore tenta disperatamente di essere all' altezza del mito, avvolgendosi in una matassa di vicende eroiche-patetiche molto molto hemingwayane: la moglie che vuole uccidere il leone, lo scrittore che spara per lei, la giovane africana che suscita gli ultimi ardori.

 

ERNEST HEMINGWAY RACCONTO

LA STAR Erano gli stanchi ruggiti del vecchio leone a quel tempo ancora popolare come una star del cinema, maledetto come un poeta, venerato come un maestro. L' icona nell' immaginario collettivo di una avventurosità intelligente, di una bellezza virile che cade senza smarrire la propria dignità, «un padre buono e duro pieno di forza e di debolezza». Hemingway era anche con ogni probabilità lo scrittore più gettonato da Hollywood. La mecca del cinema s' era infatti gettata a occhi bendati sulle sue parole d' ordine, l' amore, la guerra, il coraggio, la vita come infinita prova tecnica di sopravvivenza, la morte come imprevisto colpo mancino.

 

E ne aveva ricavato, specie nell' epoca d' oro degli adattamenti hollywoodiani degli anni 40 e 50, una serie di opere tanto più efficaci tanto più lontane dalla lettera e dallo spirito dell' originale.

 

Che era rappresentato dal vero talento del suo genio letterario, talvolta oscurato dal personaggio: quel personaggio che era entrato più vistosamente nelle sue pagine nel saggio sulla tauromachia come arte del rischio, Morte nel pomeriggio, e nelle storie di caccia di Verdi colline d' Africa accreditando la leggenda dello scrittore come eroe dominatore di ardui codici di comportamento che esigono coraggio, resistenza fisica, impassibilità, per cui vita e scrittura si intrecciano logorandosi per attrito.

ERNEST HEMINGWAY RACCONTO

 

I duri giudizi che accompagnarono i primi necrologi condannavano lo scrittore in nome della leggenda vitalistica e decadente che l' aveva imprigionato: i libri apparsi postumi come Festa mobile che rinnovava grazia e disperazione degli anni parigini e Isole nella corrente, tragico ritratto di vecchiaia, alimentarono una discussione tra i critici americani e soprattutto europei.

 

L' IMMAGINE Era l' autore di pochi libri miracolosamente felici o un grande scrittore a pieno diritto garantito in qualche maniera dall' immagine ingombrante del personaggio che lo aveva quasi sempre accompagnato, come una scomoda ombra?

ERNEST HEMINGWAYernest hemingway si prepara un martini cocktail 1

E lui, il personaggio dall' ombra scomoda, aveva creato libri che comunque restavano perché il tempo dimostrerà sempre più (ha scritto Marquez) che Hemingway come «scrittore si mangia molti scrittori grandi per la sua conoscenza degli uomini e dei segreti del mestiere».

 

Uno scrittore che, in una intervista aveva dato la migliore definizione della sua opera quando l' aveva confrontata a un iceberg dalla mole gigantesca che galleggia in superficie, appena 1/8 del volume totale è inespugnabile grazie ai 7/8 che lo reggono sott' acqua. Galleggiano ancora libri come i 49 racconti, nati in tempi diversi dalle tipiche esperienze hemingwayani della guerra della caccia, della pesca, della corrida, della violenza: esemplari di quella oggettività, di quella tersa economia stilistica che fanno del linguaggio narrativo di Hemingway un grande modello della prosa novecentesca.

ERNEST HEMINGWAY

 

LA STORIA O come Il vecchio e il mare, questa storia dalla fisicità essenziale- l' odore di catrame, sale e sangue di pesce, i crampi, la nausea, la spossatezza del vecchio, i terribili spasmi mortali del grande pesce - ambientata sullo sfondo etereo della luce dell' acqua accecati dell' isolamento del moto ondoso dell' oceano.

ernest hemingway si prepara un martini cocktail

 

E la narrazione è un continuo strattonare allentarsi e tirare di nuovo, da leggere e rileggere tutta d' un fiato anche nella nuova versione del libro proposta dall' Oscar cult Mondadori, affiancato dal racconto inedito La ricerca come felicità, e da scritti giornalistici e fotografie relativi al mondo della pesca, che dell' universo hemingwayano è un ingrediente fondamentale.

 

Ancora Marquez sostiene che Hemingway sia stato un testimone vivace, più che della natura umana, dell' azione individuale. Il suo eroe emerge in qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi situazione e qualsiasi grado della scala sociale, non tanto per sopravvivere quanto per raggiungere la vittoria.

hemingway

 

LA VITTORIA Nell' universo di Hemingway la vittoria non è destinata al più forte, ma al più saggio di una saggezza presa con l' esperienza. E chi abbia ancora la voglia di guardare dentro a tanta esibizione vi legge un fondo di coraggio disperato, una sfida cosciente alla percezione del nulla che fa la verità dei suoi personaggi, lui tra questi compreso, che somiglia troppo ai protagonisti delle sue storie e mescola realtà e finzione in un cocktail letterario dal gusto riconoscibilmente popolare .

 

Lo scrittore più apprezzato nei bar, come commentavano i più perfidi, per arrivare a uno stile così facilmente riconoscibile, aveva faticato parecchio sulla pagina, a partire dagli esordi come giornalista allo Star. Aveva inculcato i tre comandamenti del cronista che Hemingway trasformerà come assiomi di fede anche letteraria: concisione, leggibilità e soprattutto scrivere soltanto di quel che si conosce.

hemingway

 

E con quel suo stile che, dal giornalista approda allo scrittore, asciutto e sincopato, che ha creato infiniti discepoli , con la sua grace under pressure: l' eleganza davanti alle avversità che egli ritrova nei momenti decisivi della sua esistenza, volendo rendere la cosa reale ossia «la sequenza costituita dall' emozione che l' ha prodotta».

 

LA DISCIPLINA E nella consapevolezza che sempre lo accompagna di dover affrontare prima di tutto la disciplina, le tribolazioni imposte dal mestiere sapendo che «scrivere qualcosa che abbia un valore permanente comporta un impegno a tempo pieno anche se la scrittura vera e propria occupa solo alcune ore al giorno si tratta di imparare a vedere, ascoltare, pensare, percepire e non percepire, e poi scrivere».

hemingway

 

È di qui che nasce l' apparente semplicità di Hemingway, la grazia come scrisse lui in Morte nel pomeriggio paragonando la sua arte a quella del torero, sboccia da un fondo tumultuoso, da un tirocinio duro: è uno sforzo penoso in cui è in gioco non soltanto la scrittura, ma la vita. Non esistono scorciatoie, nessuno può sostituirsi all' autore, a lui solo tocca di percorrere tutta quanta la via crucis in fondo alla quale c' è, ci può essere, la rigorosa ricerca della parola come unità ritmica e compositiva di Un posto pulito, illuminato bene, il racconto esemplare di Fiesta che sembra quasi anticipare il senso del nulla, il disagio esistenziale sartriano.

hemingway cover

hemingwayhemingwayhemingway coverhemingwayhemingwayernest hemingway e l'alcol 5ernest hemingway e l'alcol 4ernest hemingway e l'alcolernest hemingway e l'alcol 2ernest hemingway a venezia ernest hemingwayHEMINGWAY 8HEMINGWAYpivano hemingwayHEMINGWAYhemingway

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…