lilli gruber vittorio feltri

“IL VERO LEADER DELLA SINISTRA ITALIANA È LILLI GRUBER” - “LIBERO” CONTRO LA CONDUTTRICE: “È ENTRATA IN MODALITÀ MISTRESS: INGUAINATA IN UN' IDEALE TUTA DI LATEX. UN PO' MANTIDE UN PO' PROFESSORESSA DI RIPETIZIONI, FEROCEMENTE SICURA DI SÉ, È UNA PARTIGIANA DELLA PRIMA ORA DI QUELLA SINISTRA CHE RIUSCÌ A TRASFORMARE MEZZA ITALIA IN UN CLN CIRCENSE” - FELTRI: “CARA LILLI, SCENDI DAL PERO…” - VIDEO

 

1 - LA COMPAGNA LECCA SOLO LA SINISTRA

Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”

 

lilli gruber vs nicola morra a otto e mezzo 1

Troppo bello Otto e mezzo dello scorso sabato sera, condotto da Lilli Gruber, una talmente di sinistra da non usare più la destra neanche per impugnare la forchetta. Erano presenti in studio Eugenio Scalfari, campione mondiale dei progressisti, e Paolo Mieli, mio caro amico, uomo intelligente e giornalista di alta qualità, però succube evidente del carisma opaco del fondatore de la Repubblica, cosicché nella circostanza ha svolto il ruolo per lui inconsueto di gregario.

 

Ho seguito il programma dal primo all' ultimo minuto vincendo la noia dei colloqui tra gli ospiti e la conduttrice. Il tema della serata era di tipo gaberiano: cosa è la sinistra, cosa è la destra? La sinistra è pulita, Veltroni è il padre del Pd, Zingaretti è bravo anche se non è in grado di sfondare; mentre la destra non solo è una porcheria, ma pure una minaccia per la democrazia, dato che Salvini è una specie di dittatore in pectore, dotato di tutte le caratteristiche per prendere a speronate gli italiani idioti che lo votano.

vittorio feltri 2

 

Scalfari e Mieli erano d'accordo su qualsiasi argomento, persino il più futile. Cioè su tutte le tematiche affrontate nel dibattito guidato dalla giornalista più sbieca d'Italia. Alla quale piace invitare i soloni e i solisti, dalle firme più illustri del giornalismo patrio ai fighetti alla moda, tipo Andrea Scanzi e Beppe Severgnini, per non citare Marco Travaglio, che almeno sa parlare.

 

vittorio feltri

La Gruber, lo si vede a occhio nudo, detesta il ministro dell' Interno, e questo è un suo diritto, benché un po' storto, tuttavia esagera nel manifestare tale sentimento dimostrando in modo nitido di non gradire il fatto che il leghista abbia più voti di qualsiasi suo avversario. Proprio non le va giù, come non va giù a Scalfari e neppure a Mieli, il dettaglio che costui sia in vetta ai consensi politici.

 

Non si chiede e non chiede ai propri amici televisivi perché Matteo, burino quanto volete, è stato in grado di sedurre la maggioranza dell' elettorato. Cosa che a me, viceversa, appare chiara: mentre la sinistra punta sullo ius soli, che la gente non sa neppure cosa sia, non conoscendo il latino, Alberto Da Giussano si preoccupa dell' immigrazione invasiva, del peso fiscale, della legittima difesa, cioè di quanto sta a cuore al popolo, il quale sarà cretino ma alla fine si reca al seggio e appoggia chi gli dà retta, come un tempo dava retta a comunisti e affini.

 

lilli gruber vs nicola morra a otto e mezzo

Tutte le chiacchiere della Gruber, di Scalfari e perfino del mio amico Mieli non servono a persuadere la base che Salvini vale meno di Zingaretti, mancato dentista, e dei pirlacchioni del Partito Democratico e dintorni, tutti specialisti nella marcia del gambero. Cara Lilli, scendi dal pero. Sei stata parlamentare europea della sinistra, non ti è bastato per capire?

 

2 - LA GRUBER FRUSTA GRILLINI E LEGHISTI: È LEI LA LEADER DEL PD

Alessandro Giuli per “Libero quotidiano”

 

Chi conosce bene Lilli Gruber sostiene che nella stagione tv appena conclusa sia entrata in modalità mistress: inguainata in un' ideale tuta di latex, armata di gatto a nove code, ha atteso le sue vittime seduta al tavolo di Otto e mezzo per poi prenderle a frustarle senza tregua. Una vera dominatrice della tivù e della politica.

 

lilli gruber candidata alle europee con l ulivo

Se il Partito democratico non fosse un bivacco di manipoli spompati affidato al fratello di Montalbano, e devoto ormai al culto delle Ong immigrazioniste capitanate dalle piratesse come Carola, non ci sarebbero dubbi: il vero leader della sinistra italiana è lei, Frau Gruber da Bolzano, un po' mantide un po' professoressa di ripetizioni, ferocemente sicura di sé, annoiata dal banal grande che scorge nelle parole di chiunque le si faccia incontro.

 

«SIETE COME ALICE...»

Ultima sua vittima: Alessandro Di Battista, il duro dei Cinque stelle che due settimane fa ha trasformato in un pulcino bagnato e spiumato, a forza di scappellotti insofferenti e interruzioni lapidarie: «Mi scusi ma se siete come Alice nel Paese delle meraviglie non candidatevi a governare».

 

gruber salvini

E quando poi Dibba provava a gonfiare il petto, riecco subito Lilli a strozzargli il pigolio nel gozzo: «Studiate prima e poi forse andate al governo. Lei mi dice che avete dimezzato i vostri voti perché siete stati troppo ingenui rispetto alla Lega e a Matteo Salvini, mi faccia capire». Parole sin troppo delicate rispetto agli sguardi, agli scatti, ai sarcasmi grondanti da ogni suo sorriso borchiato. Non ce n'è per nessuno, soprattutto se di aria governativa.

 

BERSAGLIO PREFERITO

gruber salvini

Naturalmente il meglio di sé Lilli lo dà con Matteo Salvini, tanto che le loro non infrequenti ma sempre cruente sedute televisive su La7 hanno declassato il rapporto tra l'adorabile Bianca Berlinguer e il suo monellaccio alcolico Mauro Corona (su Raitre a Cartabianca) a un'imitazione pudica del Tempo delle mele. Matteo soffre le provocazioni gruberiane ma essendo uomo di destra le concede quel sovrappiù di libertà dovuto a ogni donna. Così lui prende ceffoni e le promette in cambio mazzi di fiori.

 

alessandro giuli

Mai appagata, lei ne approfitta con sadismo tardo femminista e alla prima occasione ricomincia: «A proposito di promesse il famoso mazzo di fiori con scuse che lei mi aveva promesso l'ultima volta non è mai arrivato». Matteo vagheggia: «Ma io la voglio omaggiare di persona» e Lilli gli cammina addosso: «Se tutte le sue promesse elettorali sono così farlocche come il mazzo di fiori per me, non sono messi tanto bene i suoi elettori».

 

Può sembrare soltanto un topos erotico antisovranista messo in scena a beneficio delle telecamere, in realtà è la prosecuzione di una carriera politica con altri mezzi. E che mezzi. Gruber è una partigiana della prima ora di quella sinistra che in epoca berlusconiana riuscì a trasformare mezza Italia in un CLN circense votato all' eliminazione del Cavaliere dalla scena pubblica. Prima come mezzobusto totemico nel Tg1 della sera, poi come europarlamentare ulivista dal 2004 al 2008.

GRUBER SALVINI

 

Ha viaggiato per il mondo tra guerre e apericena, ha pubblicato un sacco di libri (per lo più romanzi a sfondo famigliare, perché l' ego non le fa difetto), ha scritto per i più importanti quotidiani nazionali, ha seppellito Romano Prodi e Massimo D' Alema, sbertucciato Matteo Renzi, urticato Berlusconi, vezzeggiato Gianfranco Fini (perché uccidesse Berlusconi), silenziato Marco Travaglio, irriso Carlo Calenda. Ha un marito francese, parla almeno quattro lingue, frequenta benissimo e siede sempre in prima fila alle rimpatriate del Bilderberg. Altro che competenza: Lilli è una polisportiva del giornalismo politico e del potere autentico.

 

BASTA INDUGI

gruber salvini

È indiscutibilmente autorevole, intelligentissima nel contornarsi di collaboratori che le consentono di non far rimpiangere per qualità e per ascolti la primigenia e profondissima impronta di Giuliano Ferrara, che di Otto e mezzo è stato il creatore. Che altro serve per comprendere che il futuro del Pd, così come il passato e il presente, dovrebbe appartenere a lei? Gli ingenui osano ancora criticarla per l'evidente abuso di botox.

 

Poverini, non hanno capito che la sua materia prima è proprio il lattice. Perché Lilli non soltanto è una donna: è la donna che passeggia sugli uomini. Ed è appunto questa la pratica preferita dalla nomenclatura maschile della sinistra almeno dai tempi di Weimar. Forza Lilli, dunque. E altro che primarie: televoto e via a lavorare per le magnifiche fruste e progressive. Meglio di lei, quanto al rango di dominatrice, c' è soltanto la badessa Lucia Annunziata; ma la gauche italienne, si sa, al convento preferisce il cabaret.

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...