sveva alviti

“VINCEVO AI CONCORSI DI BELLEZZA MA NON SAPEVO COSA FOSSERO LE SCARPE COL TACCO” – SVEVA ALVITI, MADRINA ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA: “DA PICCOLA GIOCAVO A TENNIS, ERO BRAVA MA FRAGILE, HO SMESSO PERCHÉ BISOGNA ESSERE GLACIALI. A 17 ANNI MI PROPOSERO UN CONTRATTO COME MODELLA E LASCIAI TUTTO” – “INIZIAI CON LA RECITAZIONE PER CASO, GRAZIE A UN’AMICA. DOPO IL RITORNO A ROMA MI FERMAI FINCHÉ…” – IL FILM SU DALIDA, LA STORIA CON ANTHONY DELON E...

 

Estratto dell’articolo di Walter Veltroni per www.corriere.it

 

sveva alviti 5

[…] Sveva Alviti, scelta da Alberto Barbera come madrina del Festival di Venezia, ha fatto molte cose, nei suoi pochi anni. È stata modella, attrice, ora regista. E, per prima cosa, tennista.

 

«Il tennis è stato la mia delizia e la mia croce. Ma non so se sia questo l'ordine giusto. Ero, e sono rimasta testardamente, una ragazza sensibile. Mi piaceva giocare, ma negli ultimi tempi non avevo più la gioia di farlo. In quello sport bisogna essere glaciali, io non lo ero. […]

Una volta feci 25 doppi falli, in una assurda partita che poi vinsi. Ma quel giorno posai la racchetta e decisi che non era cosa per me.

 

In quei giorni, davanti al mio liceo, arrivò una signora che distribuiva dei volantini di un'agenzia che promuoveva concorsi di bellezza. Non so perché decisi di partecipare e vinsi tutti i livelli. Per capire che tipo ero, io non sapevo neanche cosa fossero le scarpe col tacco. Ero tennista nell'animo. Però quel vento mi prese e mi ritrovai davanti all'offerta di un'agenzia, quella di Naomi Campbell per capirsi, che mi proponeva un contratto di un anno come modella, a New York».

 

sveva alviti 7

«Avevo diciassette anni. La settimana dopo sono partita, ho lasciato tutto, compresa la scuola. Ora, non le sembri assurdo, forse sono andata via così giovane per lasciare il tennis, quella competizione continua che mi faceva piangere in campo e mi lasciava una permanente condizione di inadeguatezza. Avevo cominciato a otto anni, ero capace tecnicamente, ma non ero brava psicologicamente».

 

«Per sfuggire a quella fragilità ho varcato l'oceano. […] Mi hanno messo in un appartamento in cui c'era solo il letto per terra e poco altro. […] Sia chiaro: so benissimo che tante mie coetanee hanno avuto vite più difficili della mia. E sto solo raccontando, non certo lamentandomi. Perché poi tutto mi è servito per essere la Sveva che sono».

 

«[…] Io ho capito subito che quel mestiere dovevo farlo, ma non era ciò che volevo. Un po' come il tennis. Infatti anche a New York, come sulla terra rossa, ho pianto tanto, di solitudine. Ho resistito tre anni a fare la modella ma ci sono riuscita perché nel frattempo ho scoperto, come succede per le cose belle della vita, cioè per caso, la bellezza stratosferica della recitazione ».

 

sveva alviti 6

«Una mia amica mi invitò ad andare a un corso tenuto da Susan Batson, una delle più importanti coach teatrali di Ny, e lì mi si è aperto un mondo. L'idea che qualcuno potesse stare su un palco, in mezzo a trenta o quaranta persone, e potesse liberamente esprimere ciò che la attraversava, ciò che stava vivendo, corrispondeva al desiderio che, fin da quella stanzetta di Monteverde, ha fatto compagnia alle mie giornate: scavarsi dentro, cercarsi nella profondità raggiungibile, vivere il tempo cercando il suo senso, la ragione delle cose. Quella sessione teatrale mi emozionò ma, come al solito, scappai.

 

sveva alviti 3

[…] Ma poi sono tornata in quello studio e mi sono fatta avvolgere da quel modo di liberare sé stessi. Facevamo delle classi dalle sei del pomeriggio alle sei del mattino, proprio per straniarci dai tempi normali. […] Sono sempre stata timida, ma entrare nei personaggi mi dava una intima, immensa libertà. Mi spesavo con la moda e cercavo di dare gambe solide a quello che avevo scoperto essere il mio vero sogno: essere altri da me, vivere vite ennesime, dare volto e anima a creazioni della fantasia o a vite precedenti».

 

«Avevo un ragazzo che poi ho lasciato e sono tornata a Roma. […] Feci piccoli ruoli, quasi invisibili. Poi mi sono fermata, per un certo periodo. Finché la mia agente non mi ha detto che voleva farmi fare un provino per la parte di Dalida, nel film a lei dedicato».

 

«Mi ero preparata a fondo e ho passato tutte le fasi della selezione. Era un personaggio difficile. Dalida era una donna piena di dolori, con una vita accidentata, con ferite, a cominciare da quella della maternità mancata, che si sovrapponevano fino a essere insopportabili. Un grande talento in una grande malinconia» […]

 

sveva alviti 2

«Ogni attore dice di essere entrato nel suo personaggio. Ma qui era una donna vera, carne ed ossa, una storia bombardata dalla sfortuna e dalla pena. Per me non è stato un vestito, che si mette e si toglie. È diventato pelle, anche pericolosamente pelle. Il suo disagio ho scoperto che mi assomigliava: la fragilità, l'ipersensibilità, la paura non G di perdere, nella vita, ma di perdere senza lottare».

 

«Ho fatto fatica ad uscire da quella pelle. Era il mio primo ruolo da protagonista, l'occasione più importante della mia vita. È andato bene, sono stata nominata in premi importanti come il César. Ma quando mi guardavo allo specchio non vedevo più Sveva, ma Dalida. Lei mi ha fatto incontrare, conoscere, dominare il mio dark side , mi ha insegnato persino a usarlo».

 

sveva alviti 1

«Ho avuto bisogno di aiuto. Non ho conosciuto la depressione, ma una grande malinconia, quella sì. Le ferite vanno via, ma le cicatrici restano. Ho vissuto una bellissima storia d'amore con Anthony Delon, il figlio di Alain. Una storia bella, totalizzante. Finita con la stessa grazia con la quale è cominciata» […]

 

«Ci si può sentire cagnolini sotto la pioggia, come accadde a Sveva in America, si può avere paura del buio e della fantasia, temere la morte, quella che ho visto scendere lentamente nel corpo della mamma di Anthony. Ma la vita è comunque meravigliosa, piena di sorprese. Devi solo avere l'intelligenza per apprezzarla e l'energia positiva per attraversarla. Mi sono convinta, grazie alla vita, che la fragilità non è un difetto, non è una bestemmia. Anzi, solo la fragilità mi ha reso forte».

sveva alvitisveva alvitisveva alviti i e anthony delon sveva alvitisveva alvitisveva alviti and anna dello russo sveva alviti

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...