repubblica john elkann maurizio molinari mario orfeo maurizio scanavino

PER MAURIZIO MOLINARI L'ADDIO A “REPUBBLICA” NON È STATO UN FULMINE A CIEL SERENO: GRAZIE AL SUO STRETTO RAPPORTO CON JOHN ELKANN, SAPEVA CHE LA SUA DIREZIONE SAREBBE TERMINATA A FINE 2024 - LO SCIOPERO DELLA REDAZIONE IN CONCOMITANZA CON “ITALIAN TECH WEEK” BY EXOR HA ACCELERATO IL CAMBIO DI GUARDIA – LA MANO DI SCANAVINO DIETRO LA NOMINA DI MARIO ORFEO, CARO ALLA VECCHIA GUARDIA DI “REP” MA SOPRATTUTTO ABILISSIMO A GALLEGGIARE IN QUALSIASI TIPO DI TEMPESTE EDITORIALI. NON SOLO: "PONGO" GLI CONSENTE IL DIALOGO CON LA DESTRA: GIANNINI E BONINI SAREBBERO STATI INVECE DI ROTTURA - ORFEO HA CONOSCIUTO ELKANN E SCANAVINO ANDANDO A TUTTE LE PARTITE DELLA JUVE – DI FARE L’EDITORE A ELKANN INTERESSA NIENTE. PUNTA A FAR DIVENTARE EXOR UNA REALTÀ IMPREDITORIALE INTERNAZIONALE,  LONTANA DALL'ERA DEGLI AGNELLI A QUATTRO RUOTE (COME DAGO-DIXIT, PROSSIMAMENTE È ATTESO UN BOMBASTICO ANNUNCIO DI "YAKI" DI RISONANZA MONDIALE PER UN INVESTIMENTO DI EXOR DEFINITO DA ALCUNI "FUTURISTA") 

DAGOREPORT

maurizio molinari 6

La prima ragione che ha portato all’allontanamento da “Repubblica” di Maurizio Molinari, da sempre caro all'editore John Elkann, affonda le radici in una gestione della redazione non così efficiente.

 

Pur disponendo di ben cinque vice del calibro di Carlo Bonini, Francesco Bei, Walter Galbiati, Angelo Rinaldi e Conchita Sannino, Molinari non è riuscito a disegnare una identità forte a un "giornale-partito", quindi politicamento complesso, come è sempre stata “La Repubblica”.

 

maurizio molinari john elkann

Obiettivo, quello dell'identità di un "giornale-partito", che ai tempi analogici di Eugenio Scalfari e poi di Ezio Mauro, con la prima repubblica e poi il berlusconismo in campo, ammettiamolo, era una corsa in discesa se oggi lo confrontiamo al labirinto tecnologico della comunicazione digitale, quel flusso continuo tra social e Rete che ha creato un nuovo sistema nervoso del mondo. Il giornalismo nell'era digitale è diventato come una macchina del vento in continua evoluzione, fuochi di artificio quotidiani che fanno esplodere la testa. Oggi tutto sta accadendo simultaneamente.

 

 

ELKANN MOLINARI SCANAVINO

A dispetto di queste lacune, il rapporto di Molinari con John Elkann, nipote dell'ex capo rabbino di Francia, è sempre stato molto forte, tanto che, nonostante molti mesi di tensioni tra il direttore filo-Israele e la redazione, sul modo in cui veniva coperta la guerra in Medioriente, non si è realizzata alcuna frattura tra l’editore e il direttore, il quale era stato messo al corrente che il suo mandato sarebbe terminato a fine 2024.

elkann Molinari

 

A far precipitare gli eventi e ad anticipare l’uscita di Molinari non è stato il conflitto interno alla redazione su Israele e Gaza, Iran e Hezbollah, ma lo sciopero indetto dal cdr il 25 e 26 settembre, in concomitanza con la Italian Tech Week, evento a cura della Exor capitanata da Yaki (è lì, a Torino, che l'erede della Dinastia Agnelli ha annunciato la partnership con OpenAi sull’intelligenza artificiale, alla presenza di Sam Altman, mica noccioline).

JOHN ELKANN MAURIZIO MOLINARI

 

Molinari e i suoi vice non sono riusciti a convincere la redazione che dare copertura all’evento di Torino, presente uno dei più grandi innovatori del globo (Altman è il fondatore di OpenAI, la società che ha sviluppato ChatGPT e sta rivoluzionando il mondo dell’intelligenza artificiale) non era la solita marchetta publi-redazionale per far ingrassare l'editore, ma un’importante evento aziendale di portata internazionale. Da un punto di vista giornalistico, l’interesse c’era eccome. C’era davvero bisogno di alzare le barricate?

 

colloquio tra john elkann e sam altman all italian tech week di gedi 4

 

 

 

 

 

 

 

 

A quel punto John Elkann si è imbufalito con i suoi dipendenti e ha deciso di accelerare il cambio di rotta a “Repubblica”: a fare il nome di Mario Orfeo è stato Maurizio Scanavino, il braccio ambidestro del nipote dell’Avvocato, ora divenuto presidente del gruppo Gedi.

 

A deporre a favore di “Pongo” c’è la sua storia personale. Cresciuto dentro “Repubblica” (era la terza firma dello sport, fu promosso da Ezio Mauro prima al politico e poi capo redattore centrale), Orfeo conosce tutti nel quotidiano.

 

mario orfeo foto di bacco

Ha buoni rapporti con Carlo Bonini e Massimo Giannini, è molto amico di Angelo Rinaldi e della vecchia guardia, ha galleggiato come un sughero nei mari procellosi dell’editoria, gli viene riconosciuto il grande merito di “appianare” le tensioni e le divergenze, al punto che su di lui circola una battuta: “Mario riesce a mettere d’accordo due sedie vuote”. Scanavino ha scelto il multitasking Orfeo con l’obiettivo precipuo di disinnescare tutti i focolai di tensione nella redazione, divampati con “Sambuca” Molinari.

 

massimo giannini - otto e mezzo

Non solo: Orfeo detto "Pongo" consente a Torino il dialogo con la destra di governo: con  Giannini o di Bonini, i due candidati al dopo "Sambuca", sarebbe stata una nomina di rottura. (Sapete come Orfeo ha conosciuto Elakann e Scanavino? Andando a tutte le partite della Juve...).

 

Il neodirettore è un camaleonte così malleabile e amabile da essere riuscito a entrare nel cuore ispido di Giampaolo Rossi: il neo-Ad Rai avrebbe voluto tenere Orfeo sulla poltrona di direttore del Tg3, nonostante fosse in “quota” sinistra.

 

carlo bonini

La decisione di John Elkann di lasciare la presidenza di Gedi al fedele Scanavino è coerente con la sua decisione di non voler più fare l’editore ma far diventare Exor una realtà impreditoriale internazionale, lontana dall'era degli Agnelli della Sacra Ruota.

 

calvo scanavino elkann

Il fratello di Lapo e Ginevra non esclude infatti di lasciarsi alle spalle il settore dell’auto, da sempre core business di famiglia, prima con la Fiat, poi con Fca. Andasse in porto la fusione macroniana tra Stellantis e Renault, John Elkann potrebbe dismettere definitivamente le vesti del “fortunato erede” per indossare quelle dell'imprenditore-finanziere che vuole creare la “sua” leggenda digitale e non vivere della luce riflessa del nonno analogico. Come Dago-dixit, prossimamente è atteso un annuncio di Elkann che avrà un rimbalzo mondiale per un investimento di Exor definito da alcuni "futurista"...

 

MAURIZIO SCANAVINO

Il capo di Exor vuole dedicarsi a investimenti più redditizi e prestigiosi: negli ultimi anni si è dedicato allo shopping tra tecnologia e lusso, tra Louboutin e Philips; il suo orizzonte è ormai nelle piazze di New York, Londra e Shanghai, più che a Torino o a Roma.

 

Come scrive oggi Stefano Cingolani sul “Foglio”: “John Elkann aveva detto e ripetuto che l’editoria era una delle gambe fondamentali della strategia di Exor, dopo la fusione tra Fca e Psa. La holding degli eredi Agnelli, una volta sistemata l’auto diventata un peso, avrebbe puntato sul polo del lusso attorno alla Ferrari che si è rivelata una vera cornucopia, la moda con l’acquisto a caro prezzo delle scarpette rosse Louboutin, la tecnologia e l’editoria (Elkann è anche il maggior azionista dell’Economist).

ELKANN AGNELLI

 

 

In questi anni lusso e tecnologia sono diventati i due gioielli della corona, ora si è aggiunta la sanità con l’acquisto del 17,5 per cento della Philips la storica compagnia olandese passata dalle lampadine alla salute, della quale Exor è primo azionista con il 17,5 per cento spendendo oltre tre miliardi e 300 milioni di euro. Lì vuole essere ‘investitore di lungo termine’”.

 

mario orfeo roberto sergio foto di bacco

I cambi in corsa alla direzione e nella governance di “Repubblica”, sembrano allontanare definitivamente le voci su una potenziale vendita. Anche perché non solo non si vedono acquirenti affidabili all’orizzonte, ma soprattutto perché un’eventuale cessione del quotidiano frutterebbe “bruscolini” rispetto alla dotazione economica di Exor.

 

Ps. Oggi pomeriggio ci sarà l’addio di Molinari alla redazione. Visti i rapporti, non si prevedono grandi smancerie. Sarà un saluto senza rimpianti. Lunedì invece arriverà a Roma il nuovo presidente di Gedi, Maurizio Scanavino, che parteciperà al primo incontro con il neo-direttore, Mario Orfeo, e i cinque vice: Carlo Bonini, Francesco Bei, Walter Galbiati, Angelo Rinaldi e Conchita Sannino.

giuseppe carboni

MAURIZIO SCANAVINO E JOHN ELKANN

 

lapo ginevra e john elkannconchita sannino colloquio tra john elkann e sam altman all italian tech week di gedi 10

 

 

Angelo Rinaldi francesco beimassimo giannini elly schlein a otto e mezzoWALTER GALBIATI colloquio tra john elkann e sam altman all italian tech week di gedi 2colloquio tra john elkann e sam altman all italian tech week di gedi 9mario orfeoMARIO ORFEOmario orfeo foto di baccocompleanno salvo nastasi mario orfeoMASSIMO GIANNINIcolloquio tra john elkann e sam altman all italian tech week di gedi 11

agnelli nipoti lapo john elkann

marco moroni maurizio scanavino luigi vanetti laura cioli con john elkann e chiara appendinomaurizio scanavino

GIUSEPPE CARBONI

conchita sannino 1FRANCESCO BEI ANDREA FORTUNATO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…