nanni balestrini

I MIGLIORI NANNI - È MORTO BALESTRINI, SCRITTORE DELLA NEOAVANGUARDIA, TRA I FONDATORI DEL ''GRUPPO 63'', AUTORE DI GRANDI LIBRI SUGLI ANNI '70 E SUL MONDO DEGLI ULTRAS - EVITÒ IL CARCERE RIFUGIANDOSI IN FRANCIA PER 5 ANNI, PRIMA DI ESSERE PIENAMENTE ASSOLTO: ''IL MIO UNICO CRIMINE ERA DI ESSERE NELLA RUBRICA DI TONI NEGRI'' - FIRMÒ LA PETIZIONE PRO CESARE BATTISTI - ECO: ''È LO SCRITTORE PIÙ PIGRO AL MONDO PERCHÉ…''

 

1. E' MORTO A 83 ANNI LO SCRITTORE NANNI BALESTRINI

Da www.ilmessaggero.it

 

E' morto a 83 anni all'ospedale San Giovanni Addolorata di Roma dopo una breve malattia lo scrittore Nanni Balestrini, che negli anni Sessanta è stato tra i principali animatori della stagione della neoavanguardia e precursore del Gruppo 63, con l'ideazione di «I Novissimi». Poeta, scrittore, artista e saggista era nato a Milano il 2 luglio 1935. «È con tristezza e dolore che informiamo della scomparsa di Nanni Balestrini. Una scomparsa, non solo per noi, incolmabile», ha annunciato sulla sua pagina Facebook la casa editrice DeriveApprodi che sta procedendo all'edizione completa delle sue opere.

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Balestrini ha contribuito alla nascita di riviste militanti quali «Il Verri», «Quindici», «Alfabeta» e «Zooom» ed è autore di numerose raccolte di poesia e di romanzi di successo: da un lato i versi sperimentali, dall'altro i romanzi politici impegnati sulle lotte degli anni sessanta e sugli anni di piombo. Tra questi ultimi spicca «Vogliamo tutto» (Feltrinelli, 1971), libro-manifesto di un'epoca. Fortemente ispirato ai fatti del cosiddetto «Autunno caldo» del 1969.

 

A seguito dell'ondata di arresti ordinati dal sostituto procuratore di Padova Pietro Calogero il 7 aprile 1979 per quelli che erano considerati i presunti capi delle organizzazioni sovversive, soprattutto di Potere Operaio (tra gli altri Toni Negri, Franco Piperno, Oreste Scalzone), Balestrini evitò il carcere rifugiandosi in Francia. Balestrini ha raccontato in un'intervista nel 2012: «Evitai l'arresto rifugiandomi in Francia, dove rimasi per cinque anni. E poi venni completamente assolto da quelle accuse. A me, come per altri intellettuali, l'accusa fu di essere responsabile diretto di tutto quello che di violento si era scatenato fino a quel momento e comprendeva anche l'assassinio di Aldo Moro. La verità è che la sola cosa che trovarono era il mio nome nell'agenda telefonica di Toni Negri, di cui ero amico» .

 

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Balestrini è anche l'autore del saggio «L'orda d'oro (1968-1977. La grande ondata rivoluzionaria e creativa, politica ed esistenziale)», scritto in collaborazione con Primo Moroni (Sugarco, 1988), ristampato successivamente da Feltrinelli e ampliato a cura di Sergio Bianchi, con contributi, tra gli altri, di Umberto Eco, Toni Negri e Rossana Rossanda. È stato per molti anni l'unico saggio sul movimento del '77 (e uno dei pochi sul movimento del '68) disponibile al pubblico non specialistico, e corredato di ampia documentazione e bibliografia. Nel 1971, ricordano le cronache, Balestrini fu tra gli intellettuali che sottoscrisse la lettera aperta a L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi per la morte di Pino Pinelli, fermato per la strage di piazza Fontana. All'opera letteraria ha affiancato la sua produzione visiva con allestimenti di mostre e performance in Italia (nel 1993 anche alla Biennale di Venezia) e all'estero.

 

 

 

BIOGRAFIA DI NANNI BALESTRINI

Da www.cinquantamila.it, sito a cura di Giorgio Dell'Arti

 

• Milano 2 luglio 1935. Scrittore. Poeta. Artista. «La violenza politica, che ha una sua ragion d’essere in specifici momenti storici, è uno strumento che va usato in alcune occasioni. Negli anni Settanta poteva essere la scelta giusta. Oggi no» (nel 2005).

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• Racconta come determinante l’incontro con Luciano Anceschi, suo professore di Filosofia al liceo scientifico, che lo fece subito diventare redattore della rivista Il Verri. Studi di Economia (il padre sperava in un impiego nell’industria), lasciò tutto e andò a lavorare alla Bompiani, dove trovò Umberto Eco: «Mi son trovato a far parte di un gruppo di giovani scrittori e critici la cui aspirazione era fare piazza pulita con un passato recente che la nostra generazione non sopportava più, ed entrare in sintonia col resto d’Europa».

 

• Entrato nell’antologia dei Novissimi (1961 e 1965), fece poi parte degli intellettuali che fondarono a Palermo il Gruppo 63 (al Teatro Scarlatti, in occasione di un Festival di musica contemporanea). Nel 1979 fondò la rivista letteraria Alfabeta.

 

• Stretto rapporto con la sinistra extraparlamentare, il 7 aprile 1979 fu incriminato insieme ad altri esponenti di Autonomia operaia per associazione sovversiva, banda armata e partecipazione a 19 omicidi tra cui quello di Aldo Moro (è il cosiddetto “Teorema del 7 aprile”. Vedi Pietro Calogero). Fuggito a Parigi, fu poi assolto.

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• Nel 2004, all’indomani dell’arresto in Francia del latitante Cesare Battisti, è stato uno dei primi firmatari dell’Appello per la liberazione dello scrittore Cesare Battisti: «La vita di Cesare Battisti in Francia è stata modesta, piena di difficoltà e di sacrifici, retta da una eccezionale forza intellettuale. È riuscito ad attirarsi la stima del mondo della cultura e l’amore di una schiera enorme di lettori. Ha vissuto povero ed è povero tuttora. Nulla lo lega a “terrorismi” di sorta, se non la capacità di meditare su un passato che per lui si è chiuso tanti anni fa. Trattarlo oggi da criminale è un oltraggio non solo alla verità, ma pure a tutti coloro che, nella storia anche non recente, hanno affidato alla parola scritta la spiegazione della loro vita e il loro riscatto. Certo, c’è chi ha interesse a che una voce come quella di Cesare Battisti venga tacitata per sempre. (…)

 

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 In una parola, una gran parte del governo italiano attuale. Noi invece vorremmo che di scrittori capaci di affrontare di petto il passato come Cesare Battisti ce ne fossero tanti, e che i cittadini francesi capissero chi rischiano di perdere, per la vigliaccheria dei loro governanti: un uomo onesto, arguto, profondo, anticonformista nel rimettere in gioco fino in fondo se stesso e la storia che ha vissuto. In una parola, un intellettuale vero. Non era tradizione della Francia privarsi di uomini così, per farli inghiottire da una prigione. Ci auguriamo che la Francia non sia cambiata tanto da tacere di fronte a un simile delitto. Sì, delitto. Avete letto bene» (dal testo dell’appello). [carmillaonline.com 11/2/2004]

 

• Eco: «Balestrini si presenta come lo scrittore più pigro che sia mai esistito, perché si potrebbe dire (esagerando un poco) che di suo non ha mai scritto una sola parola e ha soltanto ricomposto brandelli di testi altrui».

 

• Nel 2007 Tristano, «romanzo multiplo in copia unica». Già edito da Feltrinelli nel 1967, ma solo in un’unica forma base, Derive/Approdi lo ha ristampato in 3.000 copie diverse secondo le regole dell’ars combinatoria (remix di frasi preesistenti estratte da atlanti, giornali, romanzi rosa e guide turistiche «ricombinate» a formare un testo narrativo): «È un primo esperimento che sfrutta in modo ancora limitato le grandi potenzialità offerte dall’innovazione tecnologica, con le quali è possibile rappresentare la complessità e l’imprevedibilità della realtà contemporanea».

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Eco nella prefazione ha suggerito al lettore tre possibili approcci: 1) acquistarne una copia e leggerla come se fosse un esemplare unico e irripetibile; 2) acquistarne più copie e divertirsi a confrontare le «biforcazioni» del testo; 3) scegliere arbitrariamente un percorso fra tutti quelli possibili e decidere che «è il più bello».

 

• Achille Bonito Oliva: «La poesia visiva di Balestrini diventa la costante che accompagna parole di diversa estrazione, eppure legate tra loro dal collage: bisogno di uno sconfinamento interdisciplinare non puro e semplice, ma necessario per fondare una peripezia estetica legata a un processo di conoscenza».

 

• «Nanni Balestrini ha scelto Capri per dare libero sfogo al suo estro lirico ricoprendo le rampe di via Krupp con un lungo striscione di stoffa di raso blu con i suoi versi: il pittore Bruno Picariello ha provveduto a immortalarli sul tessuto» (V. Gen.). [CdS 9/8/2009].

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• Nel 2012 ha ideato e realizzato, nell’ambito della manifestazione internazionale d’arte contemporanea dOCUMENTA (13), Tristanoil, «il film più lungo del mondo» (oltre 2.400 ore), «generato attraverso un computer che riassembla, in capitoli di 10 minuti ciascuno, oltre 120 clip video in modo che ogni capitolo sia diverso dall’altro pur trattando il medesimo argomento: la distruzione del pianeta attraverso un uso predatorio delle sue risorse.

 

Le sequenze video selezionate da Dallas, news di disastri ecologici, immagini della borsa, di povertà, di guerra, e alternate da frasi tratte dal romanzo combinatorio Tristano di Nanni Balestrini, emergono amalgamandosi da un flusso di petrolio dorato che le omologa e le riconfigura in un gioco combinatorio ipoteticamente infinito» (Giacomo Verde, curatore dell’elaborazione video).

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• Nel 2010 ha contribuito al lancio di Alfabeta2, di cui è redattore. «Con Eco e altri ci siamo decisi, constatando una situazione italiana sempre più incancrenita, una cultura sempre più degradata. Gli intellettuali non possono più starsene a contemplare il naufragio, ci vuole un SOS» (Andrea Cortellessa). [Tuttolibri 21/8/2010] Aldo Grasso: «La potremmo chiamare “nostalgia dell’egemonia” (culturale). Se ne colgono sintomi, in giro: gli stucchevoli dibattiti sul ruolo guida della critica (quella letteraria, ovviamente, le altre non esistono) o sul primato della politica, la rinascita di Alfabeta2 (già era noiosa e supponente Alfabeta1, quella fondata da Nanni Balestrini) con la chiara pretesa di indirizzare i lettori nei soli sentieri percorribili dalla Cultura». [CdS 22/8/2010]

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• Opere principali: Vogliamo tutto (Feltrinelli 1971), Gli invisibili (Bompiani 1987), Sandokan, storia di camorra (Einaudi 2004). Ha raccolto le sue poesie in Tutto in una volta (Edizioni Leone 2003). Ha raccontato l’esperienza del Gruppo 63 nel saggio Gruppo 63. L’Antologia (Testo&Immagine 2002, scritto con Alfredo Giuliani); il decennio 1968-77 attraverso il montaggio di volantini, manifesti, comunicati e altri testi ne L’Orda d’oro (Sugarco 1988, scritto con Primo Moroni); la morte di Giangiacomo Feltrinelli ne L’editore (Bompiani 1989).

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