moda parigi

MODA DELL’ALTRO MONDO - QUIRINO CONTI FA UN SALTO IN PARADISO E ORIGLIA UN GRUPPO DI SARTI CESAREI DECISAMENTE LOQUACI, SPECIE NELLA SETTIMANA DELLA MODA A PARIGI. SAINT LAURENT, CHANEL, LAGERFELD, BALENCIAGA, SCHIAPARELLI. PARTICOLARMENTE ECCITATO E GIUSTIZIALISTA CHRISTIAN DIOR DOPO CHE L’EREDE MARIA GRAZIA CHIURI HA VOLUTO CELEBRARE CATERINA DE’ MEDICI CON DEGLI ABAT-JOUR. “QUESTA ITALIENNE NON TROVA PACE: UNA NE FA E CENTO NE PENSA. QUEST’ANNO, PERSINO DANZATORI CON TUTTO L’APPARATO EN PLEIN AIR...”

Quirino Conti

Quirino Conti per Dagospia

 

In Paradiso, si sa, i tempi sono particolarmente lunghi. E talora possono trascorrere persino millenni prima di ritrovarsi dopo un primo approccio: l’eternità non favorisce le relazioni, né gli appuntamenti.

 

Con un’eccezione, però: un angolo particolarmente curato e molto simile al parigino Caviar Kaspia (cuoio capitonné e boiserie ovunque) nei pressi del quale, con una certa paziente costanza, non è difficile identificare un gruppo di beati eccezionalmente ben messi e decisamente loquaci. Specie nelle settimane – calcolate con umani secoli di anticipo – della Moda e in quelle, diciamo così, di presentazioni stagionali.

 

Christian Dior Christian Dior

Spiarli e ascoltarli è una delizia, tanto che quasi sempre in simili occasioni c’è sempre qualcuno lì intorno ad origliare pettegolezzi e birignao. Quest’anno particolarmente eccitati e giustizialisti dopo che l’erede legittima – in quanto legata da un contratto – di Christian Dior ha voluto celebrare Caterina de’ Medici con degli abat-jour come fossero jupe-parapluie.

 

“Un infausto scivolone?…” cercava di scusarla il pasciuto Fondatore. “Questa italienne non trova pace: una ne fa e cento ne pensa. Quest’anno, persino danzatori con tutto l’apparato en plein air...”

la stilista Dior Maria Grazia Chiuri

 

“Diciamo che c’è un po’ ovunque mancanza di stile,” sibilò allora sferzante la nobilissima Schiaparelli, “e se lo dico io...”

 

“Ma via, è solo un gran bisogno di monacarsi,” ribatté allora tenero il grande Fondatore. “La signora adora il chiostro e ne auspica per sé la direzione” proseguì monsieur Dior: “Novizie, ecco, lei vede per Dior solo novizie. In casa Valentino, mi dicono, tutti hanno pensato altro non fosse che una fisima del suo socio di allora. Ma quando mai? Lui preferisce i tendaggi, il cortinaggio, le mantovane e la tappezzeria in genere. È proprio lei che, da badessa, sogna virginali Lolite, possibilmente stringate alla caviglia, con ricami fiorentini da testa a piedi.

 

karl lagerfeld yves saint lauren

“Siete sempre così generoso, Monsieur!” intervenne allora un Yves Henri Donat Mathieu Saint Laurent esattamente come nel suo bel ritratto giovanile: alla Schiele, nudo, con occhialoni da miope, capelli fluenti e barba. “Come vostro protégé e primo sostituto, non ricordo una simile tolleranza per una svista del genere. Voi, il citazionista perfetto: nel ’47, con lo storico caraco.”

 

“Un pappagallo?” si intromise, un po’ stordita e civettuola, Mademoiselle Coco dal suo angolo appartato, appoggiando a conchiglia la mano attorno all’orecchio ingioiellato per una sordità incorreggibile persino tra i beati comprensori.

yves saint laurent

 

La Schiaparelli ridacchiò e poi, tuonando: “Sorda! Mettiti almeno l’apparecchio che hai preteso all’ingresso!… Alla tua età, ignori persino cosa sia un caraco? Studia, vecchia pedofila!” concluse la superba Elsa senza pietà.

 

Un terribile tuono scosse quella pace. “E allora?” riecheggiò dall’ultimo piano (era sempre così, quando si trascendeva).

“Comunque, anche a te è toccata la condanna di un’assistente,” mugugnò il grande Créateur, “la cara Virginie! Stavolta ha consumato tutte le idee esistenti nel Creato… “.

Elsa Schiaparelli

 

“Colpa di una folata di vento!” biascicò Mademoiselle. “Si era preparata con tutti i disegni – mie idee, naturalmente, pasticciate poi dal tedesco… Una finestra aperta e tutto si è rimescolato così come si è potuto vedere, n’est-ce pas?”

 

Elsa Schiaparelli

“Zitti!” disse allora un giovanissimo Yves. “Non svegliate il molosso che dorme. Se si presenta Lagerfeld, sappiate che io vi abbandono, ” disse aspro, rinverdendo un’antica ruggine sentimentale.

 

E infatti, un po’ curvo per tutte le ore trascorse sui libri, quello non si fece attendere, pronunciando come solo lui sapeva fare: “Vaccarello?!? Sarà anche per questo che ne avete scuoiati tanti di bovini?”. Alludeva a una quantità di lunghi pastrani in pelle che il giovane Vaccarello, appunto, aveva appena fatto sfilare al Trocadéro, contro la Tour Eiffel.

Coco Chanel

 

“Asino!” lo rimbrottò Yves.

“Tossico!” gli rispose l’altro a mezza voce, per non farsi sentire ai piani alti.

 

L’eterno Dior cercò di smorzare il litigio: “Che ne dite allora del nuovo Schiaparelli? Un vero festival di metallerie, una florida produzione di chincaglieria. Chissà cosa ne penserà, il produttore marchigiano, di tanto sperpero di ottoni… Si dice che nelle Marche siano un po’ tirati. Per me, l’esuberante imprenditore non arriverà neppure a Place Vendôme che già gli avranno occultato tutti i chili di metalleria accumulati. Benché anche lui, in quanto a bracciali, non scherzi…”.

Balenciaga

 

Un silenzio assoluto cadde su un tale collier di malignità: era apparso come in un lampo San Cristóbal Balenciaga: bello e asciutto come uno Zurbarán, pallido e con i capelli tanto ben ravviati da formare una perfetta sfera di lacca inchiostro. Tutti allora si alzarono, tra l’ossequio e la venerazione.

 

“Comodi, comodi,” disse lui, schivo per natura. Solo Dior osò: “Monsieur, che ve ne pare? A vostro nome, tutto quel fango e quell’aria duramente marziale... Un po’ guerrafondaio, no?”.

Balenciaga fece come se non avesse sentito, e allora l’altro continuò: “Militarismo franchista in salsa Alaïa o slavismo alla guerrigliera?”.

Silenzio.

 

kanye west sfilata balenciaga 3

“Ma cosa dice l’Infiocchettatore?” sussurrò infine Balenciaga all’orecchio di un magnifico angelo che gli era accanto, tutto uno sbuffo di taffettà.

“Nada te turbe,” gli rispose l’angelo.

 

Dalla terra intanto saliva fino a loro un osanna assordante per qualcosa di terribile e per la folle aria di guerra che stillava ora la Moda con le sue ultime collezioni. Come se il mondo si preparasse al peggio.

 

balenciaga sfilata con il fangobalenciaga sfilata con il fango 6backstage dior 1954corsetto colette christian dior anni 50balenciaga sfilata con il fango 7

Christian Dior carla fendi karl lagerfeldLagerfeld

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"