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IL MONDO SEGRETO DI ARTURO BENEDETTI MICHELANGELI – IN UN LIBRO ROBERTO COTRONEO RACCONTA IL PIU’ GRANDE PIANISTA ITALIANO – "UNA VOLTA DISSE A GIORGIO BOCCA: IL MAGO FA TUTTO CON LA BACCHETTA, IO INVECE SONO UNO CHE SI ROMPE DI LAVORO - ERA UN UOMO GENEROSO. AL SUO COMMERCIALISTA DISSE: LASCIAMI QUELLO DI CUI HO BISOGNO PER VIVERE, IL RESTO LO DARÒ IN BENEFICENZA. E COSÌ FECE" - LA STORIA D'AMORE CLANDESTINA NELLA SUA VITA SENZA SCANDALI CON MARISA BRUNI TEDESCHI - VIDEO

 

Katia Ippaso per “il Messaggero”

 

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Lugano, 12 giugno 1995. Il giorno del funerale di Arturo Benedetti Michelangeli, da molti considerato il più grande pianista italiano, c'erano quattro sacerdoti, i parenti più stretti, i suoi colleghi Maurizio Pollini e Martha Argerich. Nessun clamore mediatico. Niente applausi fuori dalla chiesa. «Morì con un crocifisso e un libro, il De Imitatione Christi, che si dice gli fosse stato regalato da Papa Roncalli» scrive Roberto Cotroneo nel suo ultimo libro, Il demone della perfezione attualmente disponibile in formato Kindle (Neri Pozza), dal 21 maggio in libreria con una sua copertina sobria che trattiene il profilo di Benedetti Michelangeli.

 

arturo benedetti michelangeli cover cotroneo

Cotroneo, scrittore e giornalista, diplomato al Conservatorio di Alessandria, 25 pubblicazioni in attivo, tre delle quali dedicate agli innesti tra letteratura e musica (Per un attimo ho dimenticato il mio nome, romanzo su un quartetto d'archi che esegue La Grande Fuga di Beethoven, Chiedimi chi erano i Beatles. Lettera a mio figlio sull'amore per la musica, E nemmeno un rimpianto. Il segreto di Chet Baker, tutti editi da Mondadori), ha dedicato l'ultimo anno della sua vita a un libro che non è né saggio musicologico né opera di pura finzione narrativa: è un'opera snella e al tempo stesso densa, ritmicamente fluida, che si può leggere tutta d'un fiato oppure a piccole dosi che ti fanno entrare con rispetto e devozione nel mondo segreto di Arturo Benedetti Michelangeli.

 

L'ASCESI

arturo benedetti michelangeli

Sono passati 25 anni dalla morte del più ascetico tra i pianisti, e 100 dalla sua nascita, avvenuta a Brescia il 5 gennaio del 1920. All'inizio de Il demone della perfezione, viene descritto un bambino di 6 anni che si esibisce in una sala di concerto della sua città natale. È il 10 dicembre del 1926. «Già allora il pianista aveva un atteggiamento distaccato e controllato, uno sguardo distante dalle cose del mondo», scrive Roberto Cotroneo, che ha tenuto in incubazione questo suo libro per molti anni. «È una figura alla quale penso da sempre». Un uomo antico, ma anche un uomo non antico, Arturo Benedetti Michelangeli. Nella descrizione che ne fa lo scrittore 59enne, il celebre pianista viene colto nelle sue contraddizioni. Si mettono a fuoco le sue idiosincrasie («Non amava Horowitz: tanto l'altro era cosmopolita, tanto lui era riservato, in un certo qualche modo provinciale, di certo non intellettuale. Non potevano capirsi, si evitavano») e i suoi proverbiali furori. Non si contano le volte che fece saltare i concerti all'ultimo minuto. Nella ricerca di una sonorità pura e incontaminata, era capace di accorgersi di qualunque difetto, seppure impercettibile, della sala e dello strumento. «Eppure ebbe le sue passioni moderne. Era un uomo allegro e spericolato, distratto e curioso. Ma il suono no, quello era sacro, nel senso vero e proprio del sacrificio. Una volta disse, in una rarissima intervista concessa a Giorgio Bocca: Il mago fa tutto con la bacchetta, io invece sono uno che si rompe di lavoro: devo lavorare sodo. Occorre lavorare con passione, poi si parlerà di arte e di genio».

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LE IMMAGINI

Le foto che siamo abituati a vedere ritraggono quasi sempre un uomo vestito di nero, che non muove un sopracciglio durante l'esecuzione e non sorride mai agli applausi. Cotroneo, che è anche fotografo (il 28 maggio una sua mostra dal titolo Nel teatro dell'arte verrà inaugurata al Palazzo Reale di Milano), abbozza l'esegesi di quegli scatti, nel tentativo di sfiorare il lavoro che fa l'anima del pianista quando suona. Arturo Benedetti Michelangeli concepiva non solo la musica ma anche la vita stessa come uno strumento di ascesi. «Soprattutto era un uomo generoso» ci racconta l'autore. «Al suo commercialista aveva detto: lasciami quello di cui ho bisogno per vivere, il resto lo darò in beneficenza. E così fece». Uomo antico e uomo moderno, Arturo Benedetti Michelangeli, che solo una ristretta cerchia di amici era autorizzata a chiamare con il soprannome, Ciro (da Cirillino, personaggio del Corriere dei Piccoli).

 

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Personalità refrattaria ad ogni maldestra sintesi, pare che si divertisse a inventarsi identità diverse: «Una volta raccontò, davanti a una cinquantina di persone, di aver vinto il Giro di Lombardia in bicicletta. Era una sua fragilità quella di voler essere anche altro», scrive Cotroneo. Nota la sua passione per le Ferrari: «Molti raccontano quanto ABM fosse spericolato nella guida, e mettersi al volante della sua Ferrari e andare a velocità terrorizzanti era per lui un modo per scaricare la tensione». Un po' meno nota è la storia d'amore clandestina nella sua vita senza scandali con Marisa Bruni Tedeschi, anche lei pianista, madre dell'attrice e regista Valeria e di Carla, moglie dell'ex presidente francese Nicolas Sarkozy. Sposato con Giuliana Linda Guidetti, che conobbe a sei anni, in occasione del suo primo concerto, Benedetti Michelangeli si legò poi ad Anne Marie José Gros-Dubois, molto più giovane di lui, che era stata la sua segretaria.

CARLA BRUNI - MARISA BORINI - VALERIA BRUNI TEDESCHI

 

ROBERTO COTRONEO

Nel libro si narra che fu proprio Anne Marie a telefonare una sera a Marisa Bruni Tedeschi: «Lui non può più suonare, pensa solo a lei. La prego di chiamarlo». «Sulla vicenda non ho voluto dire altro perché non mi interessava il gossip» spiega l'autore, che afferma di aver letto della storia d'amore nell'autobiografia che la pianista ha pubblicato nel 2017, Care figlie vi scrivo. Cotroneo non ha mai visto il suo mito suonare dal vivo. D'altro canto, Arturo Benedetti Michelangeli andò presto via dall'Italia, trasferendosi prima a Zurigo e poi a Lugano. Tornò nel suo Paese solo nell'estate del 1987, per tenere un concerto alla Sala Nervi, in Vaticano. «È vero, non l'ho mai visto suonare. Il suo ultimo concerto, del 1993, fu eseguito ad Amburgo. Ma continuo ad ascoltarlo. È difficile per me separarmene» conclude Cotroneo. «La Ballata n.1 in Sol minore opera 23 di Chopin, e Gaspard de la Nuit di Maurice Ravel, due dei suoi capolavori, sono sempre con me».

Marisa Bruni TedeschiMarisa Bruni Tedeschi carla bruni e il marito - foto helmut newtonmostra fotografica di roberto cotroneoMarisa Bruni TedeschiMARISA BRUNI TEDESCHI 1ROBERTO COTRONEOMarisa Bruni TedeschiMARISA BRUNI TEDESCHI CON LE FIGLIE VALERIA E CARLA

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