MURO CONTRO MURO NEL CENTRODESTRA! DOPO IL PASTICCIO SULLA RAI’ LA TENSIONE RESTA ALTA, LA MELONI MINACCIA RITORSIONI SUI CANDIDATI SINDACI. GIORGETTI, IL MINISTRO LEGHISTA MOLTO VICINO AL PREMIER, PROVA A RICUCIRE: "LE NOMINE? DECIDE DRAGHI. PUR AVENDO LA VIGILANZA SULLA RAI NON LE HO FATTE IO" - LA SPERANZA DI FI E LEGA È CHE ALLA FINE LA MELONI TORNI SUI SUOI PASSI, LIMITANDO LO STRAPPO ALLA. OPPURE CHE SIA DRAGHI A…

-

Condividi questo articolo


MICHELANGELO BORRILLO,PAOLA DI CARO per il Corriere della Sera

 

giancarlo giorgetti giancarlo giorgetti

È ancora muro contro muro nel centrodestra dopo la mancata elezione nel Cda Rai del rappresentante di Fratelli d'Italia, sostituito per volontà di Forza Italia, in accordo con la Lega, con Simona Agnes. Per il momento non sembra decollare alcuna trattativa e il perché è evidente: ciascuna delle parti è convinta di avere ragione, anche se nessuno ancora compie mosse tali da far saltare il banco.

 

FdI minaccia, dopo quello che considera uno sgarbo senza precedenti, di rimettere in discussione lo stesso metodo che ha portato a trovare in quasi tutte le città chiamate al voto in autunno candidati unitari. A partire dalla Calabria, la Meloni potrebbe decidere di non rispettare più il principio della ricandidatura degli uscenti, facendo valere il proprio peso misurato dai sondaggi e, se necessario, correndo in solitaria.

 

Non nelle grandi città però, a meno di sorprese dell'ultimo momento visto che si sta decidendo il da farsi proprio in queste ore: a Milano, Roma, Napoli e Torino l'accordo dovrebbe reggere e probabilmente anche a Bologna, nonostante FI e Lega stiano stringendo un'intesa che di fatto esclude FdI dal ticket Battistini-Giorgetti.

selfie di giorgia meloni selfie di giorgia meloni

 

Viceversa, in Forza Italia non sono disposti a concedere nulla perché si ritiene che nulla di scorretto sia stato commesso: non stava scritto da nessuna parte - dicono esponenti di peso del partito che ufficialmente restano in rigoroso silenzio perché «per noi il caso è chiuso» - che il membro del Cda dovesse essere espresso ancora una volta da FdI, e tantomeno che a farne le spese dovesse essere lo stesso partito azzurro. «Il Cda dura in carica 5 anni, e Draghi ha scelto per presidenza e direzione generale esponenti vicini al Pd: non potevamo non avere un peso in un organo così importante quando ci aspettano elezioni amministrative, del capo dello Stato e Politiche. FdI ha scelto di stare all'opposizione e di non sostenere quello che comunque è anche un peso, un governo tra forze diverse che obbliga a compromessi, ora non può pretendere di avere solo vantaggi».

 

E che le nomine siano state fatte da Draghi è confermato anche dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, intervenuto ieri a Bari all'evento «La ripartenza» organizzato da Nicola Porro: «Questo è un governo con tanti partiti me c'è l'impronta di Draghi. E le nomine le fa lui. Pur avendo la vigilanza sulla Rai, non le ho fatte io». Poi Giorgetti getta acqua sul fuoco, rispondendo a una domanda su Meloni: «Dopo la tempesta arriva sempre il sereno. Anche in politica».

SELFIE DI MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI SELFIE DI MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI

 

Del resto, ufficialmente, la voglia di non far precipitare c'è ed è dichiarata: «Credo sia interesse di tutti trovare un punto di incontro per ricucire e ripartire più uniti che mai in vista di elezioni amministrative e del Quirinale», dice Sestino Giacomoni, tra i massimi dirigenti del partito. Ma allo stato né la presidenza della commissione di Vigilanza (guidata dall'azzurro Barachini), né tantomeno quella della Calabria dove corre Occhiuto,, saranno offerte a FdI come «risarcimento». Come se ne esce? La speranza di FI e Lega è che alla fine la Meloni torni sui suoi passi, limitando lo strappo alla Calabria dove «vinceremmo lo stesso» e FI è già pronta a presentare propri candidati in ben due liste. Oppure che sia Draghi a rimettere assieme i cocci favorendo un reingresso di Rossi, l'ex membro del Cda di FdI, in altri ruoli.

MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…