IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - SE NE VA UNO DEI PIÙ IMPORTANTI SCENEGGIATORI AMERICANI, MA ANCHE REGISTA E CANTANTE, MARSHALL BRICKMAN, 85 ANNI, PER ANNI SOCIO E AMICO FRATERNO DI WOODY ALLEN: ERA PROBABILMENTE UNO DEI POCHISSIMI CHE RIUSCISSE A LAVORARE CON ALLEN (E CHE GLI VOLESSE BENE) - I DUE COLLABORARONO PER PRODURRE “IL DORMIGLIONE”; “IO E ANNIE” E "MANHATTAN” (CHE GLI FRUTTARONO DUE PREMI “BAFTA” E UN OSCAR) - BRICKMAN DICEVA: "WOODY ALLEN? E’ LEALE, GENEROSO E HA UNO CHAUFFEUR..."

 

Marco Giusti per Dagospia

 

marshall brickman 4

Se ne va uno dei più importanti sceneggiatori americani, ma anche regista e cantante, Marshall Brickman, 85 anni, per anni socio e amico fraterno di Woody Allen prima in tv, poi al cinema, con opere importanti degli anni ’70 come “Il dormiglione”, “Io e Annie” e “Manhattan”, che gli fruttarono due BAFTA e un Oscar (“Io e Annie”). Era probabilmente uno dei pochissimi che riuscisse a lavorare con Woody Allen.  E che gli volesse bene.

 

“Woody Allen ha tutte le virtù della borghesia. E’ leale, generoso, ti aiuta, ti supporta, e ha uno chauffeur”, diceva. “La collaborazione con lui è una situazione nella quale io funziono al mio livello più alto. E’ come giocare a tennis con un professionista – diventi buono come devi essere al tuo meglio. E la mia collaborazione era facile, perché era la sua testa a stare nel blocco della sceneggiatura, non la mia, Era il suo progetto, e se falliva, era il suo fallimento. Se fosse andato bene, invece, era il successo di tutti e due”.

marshall brickman 7

 

Ma, a ben vedere, la sua collaborazione si sente, i due copioni che scrive con Woody, “Io e Annie” e “Manhattan” sono strepitosi. Si erano incontrati nei primi anni ’60 al Bitter End di New York dove Woody Allen, 28 anni, faceva i suoi numeri come comico, e Marshall Brickman, 23 anni, era front-man e suonatore di banjo del gruppo folk The Tarriers assieme a Alan Arkin e Eric Weissberg. Si riconoscono subito. E’ dalla loro amicizia, dalle loro lunghe discussioni che nascono tante delle battute dei loro film.

 

woody allen marshall brickman

Suonavano anche insieme. Brickman è inventivo, divertente, colto e sa dove tagliare le battute e i numeri comici. “Odio farlo, ma devo farlo”. Per lui una commedia deve durare un’ora e mezzo. “Non chiedetemi perché, ma i comici non funzionano così bene oltre un’ora e mezzo”, sosteneva. Così è sempre meglio tagliare. Una lezione che aveva appreso proprio da Allen. Ritornò molti anni dopo a lavorare con Woody Allen per “Misterioso omicidio a Manhattan” nel 1993.

 

Nato a Rio de Janeiro, deve scontrarsi con un padre che lo avrebbe voluto ingegnere. Ma lui vuole fare spettacolo. E suonare il banjo. A 18 anni si esibisce al Teatro del Bolshoi con un pezzo di Earl Scruggs. Si laurea all’università del Winsconsin, torna a New York, si iscrive alla Juilliard. E’ lì viene reclutato da un suo compagno di college, Eric Weissberg, in un ottimo gruppo folk, The Tarriers del quale fa parte anche Alan Arkin. Ma sia Arkin che lui sono anche divertenti, grandi intrattenitori. Suonerà nel 1963 anche in un altro gruppo folk, The Journeymen, assieme a John e Michelle Philipps che diventeranno poi The Mamas and the Papas. Per mantenersi inizia a scrivere per il programma tv “Candid Camera” di Allen Funt, 200 dollari a settimana.

marshall brickman 3

 

E’ il manager dei Tarriers, Charles Joffe, che è anche il manager e poi il produttore di Woody Allen a proporlo come gagman al comico. Allen, allora, aveva fatto solo scritto “Ciao, Pussycat”, era apparso in “Casino Royale”, e faceva ospitate in tv. Brickman accetta, farà il gagman e lo sceneggiatore anche di star della tv come Johnny Carson e di Dick Cavett. In otto mesi a 27 anni diventa capo autore al Johnny Carson Show. E presto si lancia in altri programmi come “The Tonight Show”, “The Dick Cavett Show”, “The Kraft Music Hall”, “The Muppet Skox: Sex and Violence”. 

 

Con Eric Weissberg incidono e pubblicano negli anni ’60 per la Elektra un disco, “New Dimension in Banjo and Bluegrass”, che vende solo 5000 copie e viene presto dimenticato. Ma nel 1972 un brano di Eric Weisseberg, “Dueling Banjo”, che sentiamo nella colonna sonora di “Deliverance” di John Boorman, diventa virale e porta al successo il musicista. La Warner Bros così decide di ripubblicare in un nuovo disco sia “Dueling Banjo” sia i vecchi brani Elektra di Brickman e Weissberg.

marshall brickman 5

 

Il disco vende un milione e mezzo di copie e Brickman riceve una serie di assegni favolosi dalla Warner che gli permettono di lasciare il lavoro in tv da gagman e mettersi finalmente a scrivere con Woody. La prima sceneggiatura riguarda la storia di un filmmaker, che non piace a nessuno, a parte loro. Poi danno vita a quello che sarà il loro vero primo film, “Il dormiglione”, che scrivono vedendosi ogni notte da mezzanotte alle 3 di mattina, visto che Brickman lavora in tv e Allen è ogni sera a teatro con “Provaci ancora, Sam”.

 

Se ne “Il dormiglione” Brickman fa anche da dattilografo, per gli altri loro film la tecnica che i due amici elaborano è diversa. Perdono troppo tempo a scrivere tutti e due e a pesare ogni battuta. Così camminano, parlano, costruiscono storia e battute. Poi, ogni tanto, le mettono su carta. Anzi, le mette su carta uno solo, Woody, che ha la sceneggiatura sotto controllo. Intanto Brickman scrive un paio di film per la tv, “Ann in Blue” di Theodore J. Flicker e “Off Campus” di Burt Brinckerhoff. Ma i risultati maggiori li ottiene ovviamente con Woody Allen, per i suoi due capolavori, appunto “Io e Annie” e “Manhattan”.

marshall brickman 6

 

Con il primo vinceranno ben quattro Oscar, miglior film, miglior regia, miglior attrice, Diane Keaton, e miglior sceneggiatura. Ma la sera della consegna degli Oscar, Woody Allen non si presenta, rimane a suonare il clarinetto a Manhattan e manda il suo coautore. “Io sarei stato un pazzo a non andarlo a prendere”, dirà lo sceneggiatore.

 

“Era il modo perfetto per rivelare al mondo la mia esistenza, che non era solo un fantasma dell’immaginazione di Woody”. Brickman però regala il suo Oscar al padre, che vive a Miami, e lo piazza sul televisore, il suo Oscar vinto per “Io e Annie” dicendo che se lo avesse in casa e lo vedesse ogni mattina non riuscirebbe a scrivere una riga per nessuno. Ha un problema, dice, quando arriva la seconda nomination per “Manhattan”.

Allen in Il Dormiglione jpeg

 

Dovrà comprare al padre una tv più grande per mettere anche il secondo Oscar. Ma non lo vincono. Si libera di Woody, o almeno lo spera, passando alla regia nel 1980 con “Simon”, curiosa commedia con Alan Arkin, Madeline Kahn e Austin Pendleton, dove un professore è la cavia di un esperimento di un gruppo di colleghi che lo porterà a vedersi come un alieno.

 

E’ il film che a Hollywood ribattezzano “Life without Woody”, per segnalare il distacco dall’amico e ingombrante socio, anche se da più parte Woody dice che sono rimasti amici e spera di non averlo perso per sempre. “Simon” costa solo 4 milioni di dollari, “il prezzo giusto per andare al ristorante a New York”. Ha progetti diversi che si perdono, come un film per Peter Sellers, “Valium”.

 

diane keaton e woody allen in io e annie

Brickman gira poi nel 1984 il suo secondo film, “Un incurabile romantico” con Dudley Moore, Elizabeth McGovern e uno strepitoso Alec Guiness come Sigmund Freud. Il suo terzo e ultimo film da regista è “Gioco mortale” nel 1986 con John Lithgow. Scrive poi due film per la regia di Mark Rydell, “For the Boys” con James Caan, George Segal e Bette Midler, e “Trappola d’amore” con Richard Gere e Sharon Stone. Torna a lavorare con Woody Allen per “Misterioso omicidio a Manhattan” nel 1993. E scrive per Clint Eastwood la sua ultima sceneggiatura per “Jersey Boys”, il biopic sul gruppo musicale The Four Seasons.

manhattanwoody allen io e annie

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…