NON CI VEDREMO DA MARIO, PRIMA O POI - SE NE VA A 80 ANNI IL MITICO BARISTA DI LIGABUE, CELEBRATO IN ''CERTE NOTTI'' - NEGLI ANNI '80 LIGA PROVAVA TUTTE LE SERE CON LA SUA BAND, GLI ORAZERO. NON C'ERA UN DISCO IN USCITA E NEMMENO UN CONTRATTO. FINITE LE PROVE, SI FERMAVANO AL BAR RIVER DI SAN MARTINO IN RIO, DOVE MARIO GLI REGALAVA LE PASTE E LE PIZZETTE AVANZATE IN GIORNATA - IL SALUTO DEL ROCKER: ''CIAO MARIETTO, ORA…''

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Massimo Cotto per ''Il Messaggero''

 

MARIO ZANNI LIGABUE MARIO ZANNI LIGABUE

«Ciao Marietto, grazie. Ora, riposati». A volte basta un pugno di parole per racchiudere l' affetto di molti anni. Così Luciano Ligabue ha salutato Mario Zanni, classe 1939. Per la seconda volta in pochi giorni, l' uomo di Correggio ha dovuto dire addio a un Mario. Il primo era Mario Corso, l' uomo dalle punizioni imparabili e storico numero undici dell' Inter per cui tifa da sempre; il secondo, semplicemente Mario. Quello del «ci vediamo da Mario, prima o poi». Quello di Certe notti, quando solo la radio che passa Neil Young sembra avere capito chi sei. C' è molta leggenda attorno al suo nome, come spesso accade a chi entra nella storia attraverso una canzone e poi alla storia non si ferma, ma va oltre.

 

GLI INIZI

Questa è la realtà: agli inizi di carriera, negli anni Ottanta, Ligabue provava tutte le sere con la sua band, gli Orazero. Non c' era disco in uscita e nemmeno un contratto.

C' erano solo una stalla per provare, canzoni da aggiustare e un cielo contro cui urlare. Finite le prove, si fermavano in un bar, chiamato River, a San Martino in Rio, che era sulla strada di ritorno a Correggio (Reggio Emilia). Il proprietario era il buon Mario, che era diventato amico dei ragazzi e che, si sa che in quegli anni i soldi erano pochi, passava loro le paste e le pizzette avanzate nella giornata. Loro risparmiavano, lui era felice lo stesso.

MARIO ZANNI LIGABUE MARIO ZANNI LIGABUE

 

IL DEBITO

Liga decise di sdebitarsi a modo suo inserendolo in una canzone.

anzi, inventando di fatto il Bar Mario, che non esisteva prima del brano, perché si chiamava, appunto, River. È una storia di provincia, dove Liga porta in scena una bizzarria galleria di personaggi. Mario sputa, impreca e fa di conto, poi manda tutti a nanna e chiude il bar.

 

Il successo del brano fu notevolissimo, ma niente al confronto di quello che accadde nel 1995 dopo Certe notti, con quel «ci vediamo da Mario prima o poi» che entrò nel modo di dire comune del popolo di Liga. Mario fece preparare delle bustine di zucchero con la faccia del Liga sopra e così il Bar Mario, che è un luogo della mente, il posto che racchiude tutti i bar abitati da quella fauna così variopinta e particolare che poi troverà altro sfogo in Fuori e dentro il borgo, a tutti gli effetti divenne un bar reale, vero e proprio.

 

IL TALISMANO

LUCIANO LIGABUE LUCIANO LIGABUE

Finita qui? Macché. Bar Mario è il nome del fan club ufficiale del Liga, che ha spesso utilizzato Mario come talismano, inserendolo in altre canzoni, non solo Bar Mario e Certe notti. C' è Walter il mago: Walter il Mago tornava da Mario come una star. C' è I duri hanno due cuori: Un quarto alle dieci e Veleno è seduto da Mario davanti a una grappa e a un posacicche pieno. C' è persino un brano dove Liga si spinge oltre, quasi a immaginare la sua fine, il suo abbattimento: Una volta, qui, c' era il Bar Mario, l' han tirato giù tanti anni fa, da Anime in plexiglass.

Non l' hanno tirato giù. Ha semplicemente cambiato proprietario. Mario ha passato la mano, dopo tanto lavoro.

 

I RADUNI

Io l' ho incontrato più volte, quasi sempre al raduno del fan club. La prima volta era un pochino sovrappeso, aveva una faccia emiliana bella e larga. Si presentò dicendo: «Ciao, sono Mario». Poi, per accertarsi che avessi capito: «Quel Mario, quello là». Non era affatto burbero, a me sembrava che si divertisse a fingere di esserlo, come un personaggio di quel tipo impone. Negli anni, era diventato certamente più dolce: niente a che vedere con il barista interpretato da Francesco Guccini in Radiofreccia.

 

LUCIANO LIGABUE LUCIANO LIGABUE

Di Ligabue parlava, ovviamente, sempre bene: «Siamo molto simili noi due: carattere semplice, buono, disponibile. Per questo andiamo d' accordo. Luciano non beveva alcolici, solo Coca Cola. Veniva a fine prove con la fidanzata dell' epoca. C' era anche Claudio Maioli, che sarebbe diventato il suo manager».

 

UN' EPOCA

Con lui non se ne va un' epoca, sarebbe eccessivo e fuorviante dirlo.

Con lui se ne vanno, essenzialmente due cose. La prima: una parte del primo Ligabue, quello che non aveva ancora riempito gli stadi, che considerava San Siro come il tempio della sua squadra e non il luogo dove avrebbe incantato con la sua musica, quello che sognava di diventare qualcuno, che mangiava paste e pizzette avanzate per risparmiare e che aveva in Mario un punto di riferimento, anche solo come tappa sulla via del ritorno, anche solo come presenza fissa, una sera dopo l' altra.

 

LA PROVINCIA

La seconda: un rappresentante di quei bar di provincia che coagulano un mondo, fatto di personaggi strambi e folli, che non avrebbero forse diritto di cittadinanza in alcun luogo, ma che in un posto come il Bar Mario (vero o inventato che sia, River o non River) diventano figure imprescindibili, specie protetta dal Wwf.

 

LACRIME

ligabue ligabue

Chi ha conosciuto Mario Zanni ne piangerà sicuramente l' essenza e tutto quello che noi che l' abbiamo solo conosciuto attraverso le canzoni e una manciata di fugaci incontri non possiamo sapere. Chi ama Ligabue lo saluta come si faceva una volta: una pacca sulla spalla e via. Senza smancerie, che non è roba da duri, anche quelli che hanno due cuori.

Ciao Mario, ci vediamo da te, prima o poi.

 

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